“HELP!”
Scrivi qualcosa in merito ai concerti da te
organizzati nel corso del tempo: è l’ invito di
alcuni affezionati lettori del Blog.
Soddisfo con piacere la richiesta, però lo farò
a tappe, possibilmente con ritmo settimanale.
A mia volta chiedo di farmi pervenire eventuali
scatti realizzati nel corso di tali spettacoli.
Detto questo, veniamo, per cominciare, ad “Help”,
festival svoltosi al Mercato coperto di Giubiasco
il 3 giugno del 1973, di beneficenza, il cui ricavato
andò alla locale Civica Filarmonica, che poi
provvide a distribuirlo ad enti meritevoli
del cantone.
Lo organizzai come “Boogie Woogie Agency”,
nome che non aveva alcun significato, ma
che tanto mi piaceva. Che ci volete fare, in
quel periodo ero esageratamente esterofilo.
I valmaggesi New Dick. Il primo a sinistra è il chitarrista
Giustino Genazzi
Gruppi partecipanti:
Gong (bellinzonesi, guidati da Mario Del Don, che
da poco avevano inciso il singolo “Lost Thing”
per Polydor), Kiwi, Riddle Boys, Flying
Dutchman, Life, New Dick e
Les Aiglons (“clic” qui).
Io alle spalle di Claudio Brunelli, batterista dei biaschesi
Les Aiglons
In un articolo di giornale si accenna a un manifesto dei
“Titanic”, gruppo norvegese all’ epoca piuttosto gettonato,
manifesto che avrei regalato agli spettatori
(oltre ottocento); non ricordo se mantenni
la curiosa promessa.
Fra i dischi pubblicati in quel periodo dai “Titanic”, questo
lp, “Eagle Rock”.
La band, tempo dopo, nell’ ambito del lancio della rivista
“Infomusic” (cui fece seguito, più avanti, “YOU”),
avrebbe dovuto tenere un concerto alla “Taverna”
di Ascona.
I musicisti arrivarono, ma non l’ attrezzatura, che rimase
purtroppo a bordo del camion che la trasportava,
bloccato dalla neve ad Airolo.
Rieccomi, tra Tiziano Caprara e Mario Del Don dei
bellinzonesi Gong
Tornando ad “Help”, tutte molto “Sixties” le proposte
musicali dei gruppi partecipanti al festival: dai Beatles
agli Stones, dai Beach Boys agli Animals, passando
per i Cream di Eric Clapton.
Incasso delle spettacolo: 3’800 franchi, una fortuna
per l’ epoca!
I concerti si tennero nel pomeriggio, la sera musicisti
(una trentina) e sottoscritto si ritrovarono in un vicino
grotto per festeggiare la riuscita. Mi chiedo: pagò
la Civica Filarmonica o provvedemmo
di tasca nostra? Non ricordo neppure questo.
IL “FREE CONCERT”
Il 21 ottobre del 1973, all’ Autocentro Fiat Leoni di
Riazzino, “Free Concert”, festival organizzato dalla
“Boogie Woogie Agency” in collaborazione con la
ditta Tresoldi (negozio di apparecchi elettronici)
di Locarno.
L’ esterofilia che imperversava a quei tempi (e la
non conoscenza della lingua inglese del sottoscritto)
causarono fraintendimenti e giustificate
proteste da parte di alcuni spettatori, convinti che
il “free” si riferisse al biglietto d’ entrata; in realtà
stava unicamente a significare che ai gruppi
partecipanti era concessa piena libertà di scelta
quanto al genere musicale da proporre.
Fu comunque un successo, anzi un successone!
Nel lanciare l’ evento, la “BWA” precisò che principale
scopo era – si legge negli articoli di giornale –
«valorizzare la musica dei giovani ticinesi.
Contemporaneamente intendiamo offrire al pubblico
qualcosa che si differenzi dalla formula del concerto
tradizionale; vogliamo che i giovani stabiliscano
un contatto con i complessi ticinesi e soprattutto
imparino ad apprezzarli».
Al festival, che fece registrare il “sold ou”, parteciparono
i Gulp di Bodio, i Flying Dutchman e i Riddle Boys
di Bellinzona e Les Aiglons di Biasca.
Particolarità del “Free Concert”, i componenti di queste
band si presentarono indossando stravaganti abiti e,
in alcuni casi, con il viso truccato. I Kiss ancora
dovevano nascere!
Ospiti d’ onore Mister Sandmann e Tiyvanas, che da
poco avevano inciso un disco prodotto da Umberto
Tresoldi, ed i “britannici” Gingo.
Il pubblico scoprì che era stato simpaticamente preso
in giro, che i musicisti applauditi con particolare calore
erano in realtà ticinesi, solo alcuni giorni dopo, quando
nella gettonatissima rubrica “Dal vivo” del “Dovere”,
della quale ai tempi ero redattore responsabile,
pubblicai questa poesia in dialetto, opera di Knobel:
Oilà soci, ghè scia gl’inglés
e i végnan da Orselina e da Bellinzona
e sonan ul roc en rol
mei da nüm ticines
e i parlan in inglés mésculà col dialètt:
l’ é senz’ altro una trovada
per fa püsé éfètt.
Anca nüm sèm dai da fa
a trücass i occ e a bala, ma la classe e la bravüra di inglés
lasemala stà!
I Gulp
I Riddle Boys. Primo a sinistra, Fabrizio Ghiringhelli,
oggi chitarrista della Scarp Da Tennis Band
Gli irriconoscibili Mario Del Don e Corry Knobel dei
“britannici” (in quanti ci credettero!) Gingo
Dal “Giornale del Popolo” del 22 ottobre 1973
«Alla presenza di circa mezzo migliaio di giovani si è tenuto
domenica pomeriggio, all’ Autocentro Leoni di Riazzino,
l’ attesissimo concerto pop organizzato da Giorgio Fieschi
della Boogie Woogie Agency.
Alla manifestazione hanno partecipato alcuni gruppi
musicali ticinesi che già godono di una certa fama
nel nostro Cantone. Si tratta, per la precisione, dei Gulp
di Bodio, Les Aiglons di Biasca e dei due complessi
bellinzonesi Flying Dutchmann e Riddle Boys, i quali
hanno ottenuto un vivo successo dimostrando di
avere raggiunto una maturità musicale di un certo
rilievo.
Il programma era completato da una formazione
italiana (Mister Sandmann e Tjyvanas) e da tre musicisti
di oscura provenienza (si dubita che fossero inglesi…).
Sul concerto, che è stato organizzato in modo perfetto
e che ha fatto registrare un ottimo comportamento da
parte dei numerosi giovani presenti, avremo modo di
ritornare nella “Pagina dei giovani”, presentando in
modo più dettagliato i gruppi partecipanti e analizzando
più profondamente la parte musicale».
Alcuni mesi più tardi, per la precisione il 25 novembre
(domenica senz’ auto), sempre come “Boogie Woogie
Agency”, sempre a Giubiasco, misi in piedi, con la
complicità dei Gong (il citato Del Don, William
Mazzoni, Renato Reichlin e Tiziano Caprara), un
altrettanto frequentatissimo “Pop Party”, via di
mezzo tra il concerto all’ insegna della goliardia
pura e la festa da ballo.
Comunque, gran bella e divertente festa!
Occasione, pure, per – vedi locandina – lanciare
i futuri progetti della “Boogie Woogie Agency”.
GLI STANHOPE DI
MARCO ZAPPA
Nel dicembre dello stesso anno la “Boogie Woogie Agency”
organizzò, in collaborazione con “Per noi giovani e il locale
Basket Club, un concerto degli Stanhope di Marco Zappa
alla palestra della “Terzerina” di Pregassona.
Stanhope che – si legge in una locandina – «hanno finalmente
trovato il batterista. Il gruppo si sta preparando per la sua
prima uscita con formazione rinnovata».
Due le serate, di scena pure i Break Out, gli Old Time
Ramblers e l’ organista Hunka Munka.
TONI VESCOLI
Nel 1974 Toni Vescoli, leader delle (in quel periodo) disciolte
Les Sauterelles, nonchè presentatore della Televisione della
Svizzera Tedesca di programmi per giovani e rubriche
culturali, pubblicò il suo primo album in qualità di solista,
“Information” (CBS).
Gli telefonai invitandolo a tenere, nell’ ambito di un tour,
un concerto nel Ticino, presso il Cinema di Acquarossa,
il 24 marzo.
Aprirono lo spettacolo i bellinzonesi Flying Dutchman
ed i biaschesi Les Aiglons rinforzati da un coro
femminile.
La cartolina promozionale del singolo “The Byrd”
Il concerto, pomeridiano, fu l’ occasione per promuovere il primo
numero di “YOU”, mensile d’ informazione musicale ideato dal
sottoscritto con Renato Reichlin e Mario Del Don.
RIECCO GLI STANHOPE
Sempre presso il Cinema di Acquarossa, la “Boogie Woogie Agency”
organizzò, il 20 ottobre dello stesso anno, un concerto con gli
Stanhope di Marco Zappa e il cantautore luganese
Fiorenzo Roncoroni.
Per gli abbonati a “YOU”, sconti.
Locandine, come le altre, da me graficamente
(e dilettantisticamente) realizzate.
I LYONESSE
Nel novembre del 1974 – fra i tanti che ne diedero notizia c’ è
nientepopodimeno che la prestigiosa rivista italiana
“Ciao 2001” – i Lyonesse, per iniziativa della neonata
YOU Productions, subentrante alla “BWA”, in collaborazione
con Elf Artists e la Cramps Agency (quella dei mitici Area),
fecero tappa, nell’ ambito di un tour, alle
Scuole Nord di Bellinzona.
Folk (celtico, se ben ricordo) quello proposto dai Lyonesse,
guidati da Mireille Ben, francese di nascita e ticinese
d’ adozione, che ha sempre abbinato la pratica della
musica alla ricerca.
Fra i componenti della band, il ticinese Pietro Bianchi,
ai tempi pure fidanzato della musicista.
QUANTI FANS!
Il 4 maggio del 1975, presso la Nuova Casa Patriziale
di Claro, concerto degli argoviesi Freeway 75, fra i
pionieri svizzeri del blues, che da poco avevano
pubblicato (per Vertigo!) il loro primo ed
unico lp, “Boozed”.
“Spalla”, i Flying Dutchman, ossia Daniele Bariffi (canto
e batteria), Mitch Seitz (chitarra), Ivano Pedrazzoli
(chitarra) ed Eros Pedrazzoli (basso).
Organizzatori: “YOU” e il mensile “Passerella”.
Dinu Logoz, cantante ed armonicista dei Freeway 75, nel
suo recente libro “Schweizer Blues Pioniere” (Blue Nose
Editions) scrive:
«Rientravamo, stanchi morti, dalla Toscana. Claro è un
piccolo nido non lontano da Bellinzona. Ero convinto
che nessuno sarebbe venuto ad ascoltarci, pertanto
supplicai ‘subito a casa’. ‘Non se ne parla!’, rispose
perentoriamente il manager Peter Wälti’, “contratto è
contratto”. Ebbe ragione, fino a quel momento non ci
era mai capitato di esibirci davanti a un pubblico
tanto numeroso ed entusiasta!».
“YOU PRODUCTIONS”
L’ 8 marzo, sempre alla Nuova Casa patriziale di Claro
(Phonogram nel promuovere il tour indicò, erroneamente,
una tenda per le feste, “Festzelt”), si esibì un’ altra band
targata Vertigo, i TEA, il cui primo album era da
poco stato votato dai lettori della gettonatissima
rivista “Pop” “miglior ’33 svizzero del 1974”.
Cantante della grintosa band, Mark Storace, che anni dopo
divenne front man dei Krokus.
Anche per aprire questo concerto furono mobilitati
i Flying Dutchman.
L’ occasione servì per informare, tramite un volantino, che:
«Dopo un solo anno di vita, scompare la rivista musicale ticinese
“YOU”, che i giovani del cantone avevano accolto con un certo
entusiasmo. I redattori del mensile (che non sempre è uscito
puntualmente, purtroppo) sono stati costretti a prendere
questa decisione per svariati motivi.
Vediamo di elencarne qualcuno.
Innanzitutto si è dovuto far fronte ad un improvviso
ed esagerato aumento del prezzo della carta (oggi ci
risiamo!, ndr); secondariamente è venuta a mancare
la pubblicità, che non è solo l’ anima del commercio,
ma anche l’ unico mezzo, almeno nel caso delle
pubblicazioni a tiratura ridotta, per evitare perdite
finanziarie.
In terzo luogo non tutti i collaboratori di ‘”YOU” si sono
dati da fare per garantire l’ esistenza della rivista.
Conseguentemente è capitato che, dopo i primi
numeri, il corpo redazionale si sia ridotto
a due-tre persone.
Mark Storace
Il pubblico di Claro
Per evitare il deficit, si è fatto ricorso a parecchi
compromessi: la riduzione del numero delle pagine,
l’ uscita irregolare, la pubblicazione di speciali
“fogli” (spediti unicamente agli abbonati)
destinati a sostituire i numeri normali
e la realizzazione grafica in proprio.
Si è altresì dovuto rinunciare alla distribuzione nelle
edicole, poichè la società che se ne incaricava ha
sempre preteso il cinquanta per cento degli
incassi.
Perdite finanziarie, fortunatamente, non ve ne sono
state, ma neppure guadagni, che avrebbero permesso
di migliorare il giornale con l’ aumento delle pagine
e la copertina a colori.
L’ unica soddisfazione è venuta dai giovani ticinesi che,
acquistandolo all’ edicola o abbonandosi, hanno sempre
sostenuto il mensile.
“YOU” ha per contro avuto fortuna nel settore
dell’ organizzazione concerti (Toni Vescoli, Freeway 75,
eccetera), ed è appunto in questa direzione che
intende continuare. Scompare pertanto la rivista,
ma rimane la “YOU Productions”, che in un certo
senso sostituisce la nota “Boogie Woogie Agency”.
“YOU Productions” svolgerà molteplici attività,
naturalmente sempre e solo a livello dilettantistico.
Fra l’ altro si occuperà della pubblicazione di
speciali opuscoli (che usciranno irregolarmente
e unicamente quando potranno essere pagati
dalla pubblicità) e dell’ organizzazione di concerti.
Gli spettacoli “YOU Productions” sono destinati
a favorire in particolare i gruppi ticinesi.
Il programma d’ attività 1975 della ex-“B.W.A.” prevede
l’ organizzazione di parecchi concerti di una certa
importanza. Parola d’ ordine: portare avanti
la politica dei prezzi bassi. Il costo dei biglietti non
supererà, per gli ex-abbonati, i sette-otto franchi».
“POP TICINO 1”
Il 25 ottobre del 1975 presso la Casa patriziale di Claro si tenne
la prima edizione di “Pop Ticino”, festival organizzato da
“YOU Productions” in collaborazione con Martin Music
(negozio locarnese di strumenti musicali gestito
dall’ ex Nightbird Corry Knobel) e il mitico
“By Pinguis” di Bellinzona.
I gruppi:
Redgrave Generation di Bellinzona (Sandro Gaddi alla batteria,
Mauro Motta alle tastiere, Donato Motta alla chitarra e
Fabrizio Ramasco al basso), Iconoclast
(Wladimir Turkiewich alle tastiere, Marco Broggini alla chitarra,
Giovanni Simona al basso/chitarra acustica, Jean Pierre Chung
alla batteria e Ronnie Moretti al flauto), di Locarno, Pictures
of Us di Locarno (Michele Ferraro al basso,
Claudio Perrucchini, canto, Joe Gervin alla batteria,
Ivo Bernasconi alle tastiere e Jencli Brenn alla
chitarra) e New Dream di Lugano
(guidati da Frank D’ Amico).
Ospiti d’ onore, i Wir di Coira (GR).
Il 13 dicembre dello stesso anno, sempre a Claro, seconda edizione
di “Pop Ticino”.
I gruppi:
Marco Zappa e Knobel Brothers (Mario Del Don all’ armonica e al basso)
di Locarno, Anthemis Gra Springtime di Ascona, Round The Corner
di Bellinzona e Fiorenzo Roncoroni di Massagno.
I Round The Corner
Il pubblico di Claro. Terzo da sinistra, il regista della
Televisione della Svizzera Italiana Fausto Sassi
Per l’ occasione la Televisione della Svizzera Italiana inviò
una troupe, preceduta da una lettera in cui il produttore
Angelo Fassora (del quale, anni dopo, sarei diventato collega)
scrisse:
«Abbiamo inviato una squadra film per realizzare un
servizio sul concerto pop da voi organizzato a Claro.
Verrà trasmesso martedì 6 gennaio 1976 alle
ore 18:00 e replicato il sabato successivo
nell’ ambito di “Ora G”, la nostra trasmissione
dedicata ai giovani. Vi ringraziamo per la cortese
collaborazione, sulla quale speriamo di poter
contare anche in futuro e inviamo i più cordiali
saluti».
Dal canto suo, la Radio della Svizzera Italiana
mise in onda registrazioni fatte durante il festival
nel corso del programma pomeridiano “Il Piacevirante”.
Ed ecco cosa scrisse su “Dal vivo”, gettonatissima
pagina settimanale del quotidiano “Il Dovere”
da me gestita per anni, Jacky Marti (in seguito
mio direttore alla RSI):
«Sono arrivato a Claro a spettacolo già iniziato e non ho
purtroppo assistito a tutte le esibizioni, Sono entrato
in sala (o perlomeno ho cercato di entrare, considerato
l’ affollamento) mentre sul palco un gruppo bellinzonese
si stava sbizzarrendo con un “hard-rock” vecchia
maniera. Una musica di effetto, un tantino anacronistica,
se volete, ma suonata con pulizia e precisione e che
può regalarci ancora oggi una carica emotiva di sicura
presa sul pubblico. Il gruppo mi ha suscitato simpatia
per la modestia dimostrata e per la comprensibile
emozione.
All’ ascolto di “Born to be Wild” degli Steppenwolf la
mente è vagata per un attimo in un nostalgico
passato da leggenda.
Corry Knobel e Mario Del Don li conosco da anni:
due vecchie volpi del pop di casa nostra, con tanta
esperienza sulle spalle e amore per la musica. Quasi
quasi erano due pesci fuori d’ acqua, in un ambiente
di giovanissimi. Ma Ray Knobel, il timido discepolo,
ha levigato il contrasto senza timori riverenziali.
Devo confessare che mi sono divertito assai
all’ ascolto di alcuni “traditionals”, interpretati senza
grosse pretese, ma con garbo e raffinatezza.
Una ventata di genuinità acustica di stampo
americano filtrata dai vocalizzi elvispresleyani
del vecchio Corry. Non potevano mancare come
‘bouquet’ finale due pezzi dei Beatles.
Il concerto, che è stato trasmesso lunedì dalla
Radio della Svizzera Italiana nel corso del “Piacevirante”
(a proposito, Mister Del Don: avevi smarrito il mio
indirizzo?) ha mostrato al pubblico ticinese
uno strumento quasi inusitato dalle nostre parti,
ma che gode di grande prestigio sulla scena
country-blue grass: la slide guitar.
Dulcis in fundo, il barbuto Marcus Zappa
meticoloso come sempre, ha fatto tutto da
solo ed ha offerto una ulteriore prova delle
sue tangibili doti tecniche: davvero ingegnere
del suono. Buono il sincronismo con le
registrazioni-base, applauditi i suoi “virtuosismi”.
Mi sembra tuttavia lecito chiedere se è veramente
preferibile totalizzare l’ attenzione del pubblico
esibendosi da solo. A parte la parentesi del dialogo
con il flauto di Lilo Piemontesi, si è infatti notata
una certa freddezza e mancanza di comunicazione
rimediabile certo con l’ innesto di altri musicisti.
Non dimentichiamo che il pop è nato anche
come espressione di gruppo, in contrapposizione
da quella delle stars della “leggera”, che si ergono
a protagoniste con l’ orchestra in “back-ground”.
Annotazioni critiche a parte, la serata ci è apparsa
tutto sommato riuscita, gli spettatori si sono divertiti.
Ed è ciò che conta. Occorrerà continuare con questa
politica di promozione dei gruppi di casa nostra,
a condizione che nessuno si monti la testa e si crei
soverchie illusioni. Il buon dilettantismo, in tutti i
campi, può avere la meglio su un cattivo
professionismo. L’ importante è rendersi conto
dei propri limiti e ovviare con slancio, entusiasmo,
impegno e anche modestia. Basta: mi accorgo
di diventare odiosamente paternalista».
“THE MOST EXCITING
ROCK-SHOW IN
SWITZERLAND!”
È la scritta che campeggia sulla locandina annunciante
l’ arrivo dei grigionesi Sucker (nome alquanto sospetto …).
La band, reduce dalla trasmissione della Svizzera
Tedesca “Rock Over Switzerland”, tenne un
concerto, sempre a Claro, il 3 aprile del 1976.
“Spalla”, i bellinzonesi Riddle (ai quali da poco si era unita la cantante
locarnese Romana Guenzi, che in seguito incise un disco).
Gli altri Riddle: Marco Ghittoni al basso, Michele Biaggi alle tastiere,
Ivano Torre alla batteria e Marco Domeniconi, cantante.
Patrick Allenbach
Serata presentata da Patrick Allenbach, (simpaticamente) folle animatore
della Televisione della Svizzera Romanda, nonchè conduttore,
con Yves Menestrier, alias “Docteur Minestrone”, della
seguitissima trasmissione pop “Les canards sauvages”.
GLI ISLAND
Sempre per iniziativa di “YOU Productions” e ancora a Claro,
il 5 giugno 1976, esibizione degli zurighesi Island (Beni Jaeger,
cantante e percussionista, Alfio Sacco al basso, Peter Scherer
alle tastiere, Guege Meier alla batteria e René Fisch, strumenti
vari). Aggiungo, a titolo di curiosità,
che precedentemente Jaeger era stato front man
dei mitici Toad.
In quell’ occasione la (prog) band, ispirata da colleghi come
i King Crimson e con all’ attivo un album oggi molto ambito,
“Pictures” (Round Records), mise in scena l’ opera rock
“Pyrrho” (pure questo, lp apprezzatissimo dai collezionisti).
Serata aperta dai fratelli Corry (che da poco aveva
sfornato il singolo “Love Me Or Leave Me”) e Ray Knobel.
BEBA, LA PIÙ FAMOSA
ROCK WOMAN
SVIZZERA
Mesi dopo, il 20 novembre, la Sala patriziale di Claro ospitò
i grigionesi Lear, guidati da una delle più famose cantanti
rock svizzere, Beba Kürnsteiner.
Manager del gruppo: l’ indimenticato Heinz Meier della zurighese
Free & Virgin Agency.
“Spalla” dei Lear, Fiorenzo Roncoroni.
IL DISCO DELLA
GUENZI
Nel 1977 “YOU Productions”, con il sogno di svolgere attività pure in
ambito discografico, sfornò un singolo – “Catfish”, sul retro
“Dreamaway”, composti da Corry Knobel -, di Romana Guenzi,
front woman della corale Gambarogno Singers del maestro
Silvano Pelloni.
D’ eccezione la band che fece da “spalla” alla, a quei tempi,
giovanissima cantante locarnese: oltre il citato Knobel
alla chitarra, il fratello Ray al basso, Eliano Galbiati
alla batteria e Joel Vandroogenbroeck alle tastiere.
Per quanto concerne Vandroogenbroeck, fra i pionieri della
musica sperimentale, vanno in particolare ricordati gli
album “Cottonwoodhill”, “Psychonauts” e “Celestial Ocean”,
realizzati con la sua band, i Brainticket.
Da ricordare pure che, tra il 1971 e 1972, l’ apprezzatissimo
polistrumentista belga partecipò all’ incisione della prima
opera rock italiana, “Orfeo 9” di Tito Schipa jr., suonando
il sitar.
Tornando al vinile della Guenzi, la (peraltro elegante) copertina
fu ideata e realizzata dal fotografo bellinzonese Walter Piccoli,
il quale, purtroppo, non si avvide per tempo di aver commesso
un grossolano errore di stampa: “Catfisch”, con la “c”, alla
tedesca, anzichè “Catfish”, all’ inglese (errore ripetuto pure
sull’ etichetta interna del disco).
Studio nel quale vennero incisi i due pezzi, copia esatta, come
strumentazione, degli studi Abbey Road di Londra:
“La Basilica” di Milano, ex – chiesa la cui parte corrispondente
al coro, quella originariamente riservata alle monache, nel 1960
divenne sala di registrazione della Emi/La Voce del Padrone e
che, fra il 1969 e il 1982, fu gestita dalla PDU di Mina.
Contrariamente a quanto previsto, “YOU Production” in
seguito non pubblicò altri dischi, e questo non per colpa del
buon Piccoli, bensì per scarsità di mezzi finanziari.
Dall’ “Eco di Locarno” del primo marzo 1977:
«Terza esperienza discografica per la giovane cantante
locarnese Romana Guenzi. In questi giorni, infatti, è stato
pubblicato un nuovo singolo, contenente due composizioni
di Jay C. Corry, al secolo Corry Knobel: “Catfish” e
“Dreamaway”.
Alla realizzazione del disco – distribuito da YOU Productions
(agenzia che nel Ticino ha organizzato diversi concerti di
una certa importanza) – hanno collaborato, oltre il chitarrista
Corry Knobel, il fratello Ray (basso), Joel Vandroogenbroeck
(tastiere, flauto: fra altro, Vandroogenbroeck ha collaborato
con Tito Schipa junior nella realizzazione di “Orfeo 9”) ed
Eliano Galbiati (batteria: ex Night Birds).
Romana Guenzi con i Round The Corner
Le registrazioni sono state effettuate negli studi PDU di Milano
nel dicembre dello scorso anno. Ricordiamo che recentemente
Romana Guenzi si è unita ai bellinzonesi Round The Corner,
con i quali in autunno effettuerà una tournée nel nostro cantone».
IL “LIVE AID” DEI
MUSICISTI TICINESI
Il 29 e 30 ottobre del 1977 presso l’ appena rimodernato Mercato
coperto di Giubiasco si tenne la prima (ed unica) edizione
di un festival principalmente destinato a promuovere
gruppi rock e da ballo nostrani.
Cioè:
Silver Sound, La Pantera Rosa, Pegasus, Quinta Dimensione,
Gli Amici, I Delfini, La Nuova Esperienza, Iconoclast,
Brainstorm, Marco Zappa And Friends, Les Aiglons
e Trio Riviera.
Ospiti d’ onore, i Rock Vereinigung Winterthur, reduci dal
Festival di Montreux e che da poco avevano inciso, per
Polydor, il singolo “Real Fine Woman”/“C.C. Rider”.
Eccomi con uno dei due chitarristi dei
Rock Vereinigung Winterthur e …
l’ indimenticato organizzatore di concerti luganese Sandro
Blanditi (Frank Zappa, Uriah Heep, Peter Tosh, eccetera)
e Marco Zappa
Festival, quello svoltosi al Mercato coperto di Giubiasco, organizzato
da “YOU Productions” in collaborazione con la neonata Società Musicisti
Ticinesi, come detto, destinato a – da un articolo di giornale dell’ epoca –
«far conoscere maggiormente i problemi che i complessi di casa devono
affrontare nello svolgere la loro attività».
«Problemi reali,» – parole di Armando Fiala, presidente della S.M.T.,
nonchè tastierista della Nuova Esperienza – «basti pensare che
negli ultimi mesi quattro complessi si sono sciolti. La concorrenza
proveniente dall’ estero, in modo particolare dall’ Italia, è spietata
e in molti casi sleale. È successo che alcuni gruppi si siano esibiti
sprovvisti dei necessari permessi rilasciati dallo Stato. Se i nostri
musicisti attraversano momenti difficili, la colpa non è però dei
complessi che provengono da oltre confine (nei confronti dei quali
non nutriamo rancori, anche loro cercano di lavorare dove e come
possono). I responsabili delle nostre difficoltà sono certi organizzatori
che ci ignorano completamente».
Sempre Fiala:
«È giusto che si portino nel Ticino grossi nomi, ma per quanto
riguarda i cosiddetti ‘supporters’, o gruppi-spalla, si può
benissimo ricorrere ai complessi ticinesi, che hanno sempre
saputo farsi apprezzare dal pubblico. Alcuni di essi esistono da
più di dieci anni. Ciò significa che non suonano poi così male!».
E ancora:
«La nostra non è da considerarsi un’ iniziativa antistranieri. Dei
complessi ticinesi fanno parte molti stranieri. Semplicemente
pensiamo sia giunto il momento di dare un aiuto concreto
ai gruppi locali, prima che gli stessi scompaiano
definitivamente».
Un folto pubblicò seguì i concerti e partecipò ai balli, ma non
si registrò il “tutto esaurito”.
Motivo, si legge in un altro articolo:
«A Cadenazzo, proprio sabato e domenica, erano in programma
le tradizionali Feste di ottobre (presente il popolare gruppo
italiano Equipe 84). Questa manifestazione ha indubbiamente
“rubato” ai musicisti della S.M.T. una grossa fetta di pubblico.
Purtroppo nel Sopraceneri, quando si organizzano
spettacoli di una certa importanza, lo si fa
sempre in concomitanza …».
Poco dopo, per divergenze interne, la società si sciolse.
“YOU Productions”, invece, come vedrete leggendo i prossimi
capitoli, per molti anni ancora continuò l’ attività.
IL “ROSPO”
Fra i gruppi elvetici che ho amato fin dagli inizi ci sono i Toad,
i “Cream svizzeri”.
La prima volta che li ingaggiai, se ricordo bene, fu nel febbraio
del 1978.
Vic Vergeat (chitarra e canto), Werner Fröhlich (basso e
canto) e Cosimo Lampis (batteria e canto) si esibirono nella
sala di un noto ristorante, il “Castello” di Biasca.
«Il trio» – da un articolo di giornale dell’ epoca – «dopo aver inciso alcuni
LP’s (“Toad” e “Tomorrow Blue”), nonché vari singoli, aveva deciso,
qualche anno fa, di sciogliersi. Il successo riscosso dall’ album
“Dreams”, apparso dopo lo scioglimento del gruppo, e le
insistenze dei discografici da una parte e del pubblico
dall’ altra, hanno però indotto Vic e compagni a
rimettersi insieme.
“Questa volta – dice Cosimo Lampis – andremo fino in fondo.
Ai concerti che terremo questo mese in Svizzera farà seguito
un’ importante tournée negli Stati Uniti. Siamo decisi a sfondare.
Laggiù il pubblico è difficile, particolarmente esigente, ma siamo
certi di avere le carte in regola per riuscire ad attirarci la
sua simpatia e la sua stima”.
In effetti i Toad, pur essendo “Made in Switzerland”,
sono un gruppo di livello internazionale. Basti pensare che
il chitarrista Vic Vergeat è stato richiesto da formazioni
quali i Blood, Sweat And Tears, l’ Average White Band
e gli Isley Brothers».
Il concerto biaschese, tenuto nell’ ambito del tour “Toad On The Road”,
servì al trio, cui fecero da “spalla” i Rage (musicisti giamaicani,
iraniani ed americani), per promuovere un nuovo singolo, “Baby You”
(Phonag), poco dopo seguito da una raccolta, “Best Of Toad” (Phonag).
Aggiungo, a titolo di curiosità, che, nei quattro anni durante i quali
i Toad furono inattivi, Vic Vergeat si unì alla band di Patty Pravo,
Werner Fröhlich girò la Svizzera con gli Shifter e gli Island,
mentre Cosimo Lampis svolse attività di turnista a Londra.
LA (PRIMA) REUNION
DEI NIGHTBIRDS
Il 9 aprile del 1978, al Cinema Pax di Locarno, di scena i resuscitati Nightbirds.
Due concerti, uno al pomeriggio, l’ altro la sera, seguiti con interesse pure
dalla stampa d’ oltre San Gottardo e dalla Televisione della Svizzera
Italiana (che sul posto inviò una squadra per le riprese).
«Con questa reunion» – precisò un portavoce di YOU Productions –
“non intendiamo cadere nella mitizzazione, bensì offrire uno
spettacolo insolito, originale. I più giovani scopriranno un
complesso che è stato fra i primi ad importare nel nostro
cantone le musica e i costumi del Beat».
Chris Achermann, Roby Wezel, Mario Del Don, Eliano Galbiati,
William Mazzoni, “Charlie” Demarco e Corry Knobel durante
l’ esecuzione di “Yellow Submarine”
Fra quanti assistettero alle esibizioni di Eliano Galbiati e soci ,
Jacky Marti (anni dopo direttore di Rete Uno), che, sul Corriere
del Ticino (titolo dell’ articolo: “Felicemente superato il
rischio della celebrazione”), così commentò:
«L’ era beat muoveva i primi passi rivelatori e subito fummo
intaccati anche noi. Nacquero i primi complessini all’ acqua di
rosa, i primi strimpellatori di chitarra, i primi “due centimetri
di capelli in più” che facevano storcere il naso ai nostri
padri. Fu l’ inizio di una stagione scintillante, vissuta da
noi di riflesso con l’ illusione di toccare con mano
ciò che i ragazzi inglesi vivevano in prima persona.
L’ avvento dei “Nightbirds”, protagonisti intoccabili del beat
nostrano, ci esaltò.
Tutti noi, quindicenni o poco più, ci riconoscemmo nella loro
musica, nell’ atteggiamento e nell’ abbigliamento. Le loro
canzoni furono le nostre, la mitizzazione di un nuovo
“stile di vita” appreso dai ritagli di giornale e da
lunghe ore trascorse ad ascoltare
Radio Luxemburg.
I contorni erano ancora nebulosi ed incerti. Per noi “sbarbatelli”,
i “Nightbirds” rappresentarono il risveglio dal torpore di un
letargo, nel loro riflesso identificammo la radice beat che
ci sconvolgeva nel profondo. Il proseguio della storia li
vide in vita per parecchi anni, fino al 1970. Le speranze
ben presto deluse, forzatamente rannicchiati nella nostra
provincia, senza quel coraggio di emergere che si
sarebbe comunque confermato un’ illusione, su questi lidi.
Infine, deposti abbozzi di successo e ambizioni, si
persero per strada, lasciandoci un’ immagine nitida
e un ricordo piacevolissimo.
Ieri, dopo lustri di dimenticatoio, si sono ritrovati a Locarno,
quasi per gioco, ad offrirci un rigurgito nostalgico, una festa
di emozioni risucchiate dagli anni per riannodare i fili di
una smunta leggenda, per ricordare ai ‘teenagers’
(pochi) che tutto ebbe inizio allora, in quegli scantinati
che noi volentieri identificavamo con il “Cavern”
di Liverpool.
Il rischio di questa celebrazione era evidente: lo spettro di
una sublimazione, il “revival” che si morde la coda
disarcionato dall’ attualità.
Niente di tutto ciò. I “Nightbirds” hanno suonato bene,
hanno soprattutto divertito. La loro coesione
occasionale non si è mai trasformata in
epitaffio, non ha mai richiamato la
lacrimuccia dei rimpianti.
Eccomi con la band dopo il concerto (il primo a sinistra è
Werner Fröhlich, bassista dei mitici Toad)
Su questi appunti frettolosi potrei soffermarmi sulla bravura
e sulla professionalità di Corry Knobel, sul “feeling” di Mario
Del Don, sulla disinvoltura scenica e sulla raffinata voce
di William Mazzoni, sui limiti più che accettabili del
vigoroso Eliano Galbiati, e così via.
Preferisco annotare semplicemente che si è trattato di
una buona esibizione, di un concerto onesto, umile
e soprattutto sincero».
STORICA REUNION
DEI RIBELLI E CONCERTO
DEI KROKUS
Tra maggio e giugno del 1978 “YOU Productions”, in collaborazione
con il Rugby Club Ticino, sfornò una serie di concerti, un paio dei
quali storici.
“Location”: capannone delle feste, campo militare di Bellinzona.
Il “la”agli spettacoli venne dato, il 27 maggio, dalla locarnese
Corry Knobel Band e dal varesino Roberto Carlotto, in arte
Hunka Munka, reduce da un periodo con i Dik Dik.
CORRY KNOBEL: “CLIC” QUI.
HUNKA MUNKA: “CLIC” QUI.
Fecero seguito, il 3 giugno, i Rock Vereinigung
Winterthur.
Una settimana dopo, il 10 giugno – se ne parlò con
curiosità ed interesse persino oltre i confini
nazionali – fecero tappa in città i mitici Ribelli
(formazione originale, mancava solo il greco
Demetrio Stratos, che appena un anno dopo
morì), che riuscìi a rimettere insieme a
distanza di otto anni dallo scioglimento.
Memorabile concerto (da sinistra, Angel Salvador, basso,
Natale Massara, sax, Silvio Pozzoli, canto e chitarra,
Giorgio Benacchio, chitarra e un greco di cui, purtroppo,
non ricordo il nome, tastiere; nascosto, Gianni
Dall’ Aglio, batteria), al quale,
nello studio giubiaschese del fotografo Walter Piccoli, fece seguito,
per festeggiare la storica reunion e il successo della serata,
un altrettanto memorabile party.
RIBELLI: “CLIC” QUI.
Dopo i Ribelli, il 17 giugno, fu la volta dell’ Andrea Mingardi
Supercircus, mentre il giorno successivo – altro evento che,
come la reunion dei Ribelli, suscitò particolare interesse
– dei Krokus, che da poco avevano pubblicato “To You
All!” per Phonogram e avviati sulla strada del successo
internazionale.
Fu il primo ed unico concerto di Chris Von Rohr e soci nel Ticino,
ricordato anche perchè (causa l’ alto volume della musica)
dovette intervenire la polizia comunale!
RAMBLERS: DOPO IL
ROCKPALAST IL TICINO
Il 18 e 19 maggio 1979, al Ristorante Castello di Biasca, di scena
i tedeschi Ramblers. “Spalla”, i Wanted.
La band era reduce da un’ applauditissima esibizione nell’ ambito
del prestigioso e seguitissimo Rockpalast Festival di Essen, in
Germania.
Ricordo che la “Rockpalast Night” durava sei ore e venivano trasmesse
in Eurovione da ARD, per intero, in tutta Europa. Alcune
stazioni radio ARD, poi, già allora trasmettevano i concerti
in stereofonia.
Particolarità: del festival: artisti relativamente sconosciuti si esibivano
unitamente a stars di fama internazionale, come Peter Gabriel, Police
e Who.
Numerose band e musicisti divennero famosi grazie a queste serate;
fra i tanti, gli ZZ Top e Bryan Adams.
L’ ultima edizione del Rockpalast ebbe luogo nel marzo 1986,
con la rock band tedesca BAP, che anni prima “YOU Productions”
portò in piazza del Sole a Bellinzona per un concerto che
fu aperto da Enzo Jannacci e intitolato “Milano incontra
Colonia”.
Il 9 giugno, al Cinema Ideal di Giubiasco, fu la volta degli zurighesi
Whipping Post, che da poco avevano pubblicato un “live” per
Metronome, e dei ticinesi Turns (band di Claro).
QUEL FAMOSO
ANDREAS
Sempre all’ Ideal e sempre per iniziativa di “YOU Productions”,
il 3 marzo dello stesso anno, splendido concerto degli
Hand In Hand, superband che da poco aveva
pubblicato il singolo “Good Night Little Town”.
I componenti: Hardy Hepp (ex Krokodil), Max Lässer
(ex Toni Vescoli Band), Philippe Kienholz (ex TEA),
Heinz Krapf, Hubi Huber, Beat Aschwanden
e Andreas Vollenweider.
“Bis” la sera dopo presso l’ Aula Magna di Trevano.
Ricordo ai più distratti che Andreas Vollenweider
è fra i musicisti svizzeri più conosciuti nel mondo,
specialmente negli Stati Uniti, dove negli anni ’80
fu un’ icona della musica «New Age», categoria
in cui vinse addirittura un Grammy Award nel 1987.
Per la capacità evocativa della sua musica, Vollenweider
è stato descritto come un “pittore del suono”. Anche
chi non lo conosce ha probabilmente già sentito la
sua arpa ritmata e le sue melodie un po’ sognanti,
usate come tappeto musicale in tantissimi
documentari televisivi.
Ha collaborato con vari artisti internazionali,
tra i quali Zucchero, Branduardi, Pavarotti,
Carly Simon e Milton Nascimento.
ARRIVANO I LUCERNESI
FLAME DREAM
Nel 1980 conobbi e strinsi amicizia con Peter Wolf, leader
dei lucernesi Flame Dream, i “Genesis svizzeri’. Con lui
organizzai diversi tours, il primo dei quali destinato
a promuovere l’ album (Phonogram) “Elements”.
Queste le date: 16 gennaio, Kursaal Locarno; 17,
Cinema Excelsior Chiasso; 18, Aula Magna Trevano;
20, Ristorante Castello, Biasca.
ED I CANADESI
CARMEN & THOMPSON
Dal Corriere del Ticino del 31 maggio 1980:
«È in arrivo nel Ticino un complesso rock canadese, la Carmen
e Thompson Band. Darà un concerto al ristorante Castello
di Biasca (“spalla”: la Nuova Libertà, ndr) già questa sera,
mentre domani pomeriggio sarà al Cinema Movie
di Giubiasco.
Organizzatrice della mini “tournée” è l’ agenzia bellinzonese
YOU Productions, che torna, dopo una pausa abbastanza lunga,
alla sua primitiva attività. Nel frattempo quest’ agenzia si è
data anche ad altre operazioni, sempre
nel campo artistico. Annuncia infatti che sta preparando
una produzione televisiva sui Jethro Tull.
Il gruppo canadese che gli appassionati di rock potranno
conoscere in questi due giorni a Biasca e Giubiasco è composto
di sei elementi: Phil Carmen (canto, chitarre e tastiere),
Mike Thompson (canto e basso), Ralph Burn (sassofono),
Ajah Mathur (chitarra), Philipp Martin (chitarra)
e Peter Langacher (batteria).
Carmen & Thompson all’ Ideal di Giubiasco
Eccomi con loro dopo il concerto
Suonano insieme da qualche anno e hanno anche inciso un disco
– “Time Moves On” – che è distribuito in Svizzera dalla BB Records
di Lucerna. È un album in circolazione da diverso tempo,
e ascoltandolo lo si sente. Un rock melodico, dolce,
morbidissimo. Quasi d’ altri tempi. Piacevole ad ascoltarsi,
senza dubbio, specie per chi ha ancora nelle orecchie
gli accordini (?!, ndr) dei Beatles e soprattutto le più recenti
produzioni di J.J. Cale e Roger McGuinn. Non crediamo
però che questo disco dia veramente la dimensione del
rock che la band fa ora. Tant’ è vero che il complesso
ne sta già preparando un altro.
L’ occasione è dunque buona per verificare la maturazione di
questi canadesi. In altre parole se sono riusciti a mettere del
“feeling” nei loro strumenti, se hanno colto le vibrazioni,
certo tutt’ altro che sdolcinate, che oggi attraversano
quasi tutto il rock, specie in Europa.
Con loro, a Giubiasco, si esibiranno i Brainstorm, gruppo
locarnese che recentemente ha tenuto un concerto a
Lugano (Trevano). Sono abbastanza noti in Ticino. Ed
è una notorietà ben meritata. Fanno un rock anch’ esso
con reminiscenze passate, anche con una buona dose
di attualità. L’ ultima volta che li abbiamo sentiti ci è
parso che, vista la buona tecnica e la non poca ispirazione,
non potevano che migliorare. Saranno, per la band
canadese, una spalla senz’ altro stimolante».
CANADESI?
Solo tempo dopo venne a galla che Carmen & Thompson
non erano canadesi, come il loro management aveva
dato a credere, bensì svizzeri.
La storia.
Negli anni ’70 Herbert Hofmann, cresciuto tra Francoforte
sul Meno (Germania centrale) e Lucerna, decise di adottare
il nome d’ arte Phil Carmen e, nel 1975, di fondare, con il
bassista Mike Thompson (Marcel Galuzzi, probabilmente
italo-svizzero), il duo Carmen & Thompson, per proporre
principalmente musica country.
Poco dopo venne sfornato un album, “Time moves on”,
dal quale venne estratto l’ omonimo 45 giri, brano
gettonatissimo in Italia durante l’ estate 1980 e che
partecipò alla Mostra Internazionale della Musica
Leggera di Venezia, nonchè alla finale di
“Vota la voce” a Bologna.
Nel 1981 Carmen & Thompson presero parte al 31°
Festival di Sanremo con “Follow Me (“Se amore vuoi”).
Seguì un altro 45 giri nell’ autunno dello stesso anno
intitolato “Five More Days”.
Più tardi, Carmen fondò i Picar Studios a Stein am Rhein,
dove incise due (poco ascoltati) album da solista.
Nel 1985 la svolta, il ritrovato successo con l’ LP
“Walkin’ The Dog” e il singolo “On My Way In LA”,
cui, nel 1986, fecero seguito l’ album “Wise Monkeys”,
numero 1 nelle classifiche svizzere, e il singolo
“Moonshine Still”.
Ultimo album di successo di Phil Carmen (che poi
fondò la country band Clover Leaf), “City Walls”, del 1987.
Nel 1993 Phil ritentò la conquista delle classifiche
senza grandi risultati, con l’ lp “Skyline” e, nel 1996,
pubblicò “Bob Dylan’s Dream” con covers
di brani del suo musicista preferito.
IL CBS FESTIVAL
Visti gli scarsi risultati nel tentativo di rilanciare l’ Ideal
di Giubiasco con, tra l’ altro, il cambio di nome
(Cinema Movie), nell’ autunno del 1980 i
proprietari del rinnovato locale decisero – l’ annuncio
durante un’ affollata conferenza stampa –
di rinunciare alle proiezioni e affittarlo a
organizzatori di manifestazioni
ricreative e culturali.
A dare il “la”, il 25 e 26 ottobre, la neonata rivista
“Tempo Libero” e YOU Productions con un
inedito festival, il CBS Festival.
In programma un’ esposizione di gadgets, t-shirts,
vinili, posters e cartonati concernenti gli artisti della
prestigiosa casa discografica americana, la
proiezione di una serie di 16 mm (concerti di
Santana, Chicago, Supertramp, Toto, E.L.O.
ed altre famose bands) e i concerti dei ginevrini
Tickets e degli zurighesi Trampolin.
Per l’ occasione “Tempo Libero” pubblicò
un numero speciale, nel cui editoriale
si legge:
«Uno dei principali obiettivi di YOU Productions,
che da più di un anno opera pure in campo discografico
e televisivo, é di sostenere i musicisti pop svizzeri
maggiormente meritevoli. Nel Ticino hanno così
fatto tappa Toni Vescoli, i Toad, i Whipping Post,
i Flame Dream e molti altri artisti. Chi segue
l’attività dell’agenzia bellinzonese ha poi avuto
modo di riascoltare gruppi che non esistono
più, ma che hanno avuto in passato la loro
importanza, non solo a livello nazionale
(alludiamo in modo particolare
ai Nightbirds).
Qui occorre aprire una piccola parentesi per rilevare
che, contrariamente a quanto i maligni hanno
voluto far credere, tali manifestazioni non sono
state organizzate per accontentare i nostalgici, bensì
divertire il pubblico con proposte indubbiamente
originali. Lo scopo (il successo di affluenza e la
calorosissima accoglienza riservata ai
musicisti parlano chiaro) é stato
conseguito.
Sostenere i gruppi e i solisti di casa nostra,
si diceva.
Per tener fede all’ impegno, YOU Productions dedica
questa volta attenzione ai ginevrini Tickets e agli zurighesi
Trampolin, due formazioni molto preparate, il cui
curriculum è particolarmente interessante
(Festival di Montreux, Versilia Rock,
eccetera).
Ma perché abbinare la proiezione di film e
un’ esposizione a concerti?
Ebbene, sono in molti coloro che hanno scritto
a ‘Tempo Libero’ (che con YOU Productions ne
cura l’organizzazione) per ottenere informazioni
sulle attività svolte dalle case discografiche e le
possibilità d’ impiego offerte dalle stesse. Si è
dunque voluto soddisfare queste richieste
(l’ iniziativa verrà ripetuta, se avrà successo),
chiedendo la collaborazione di un prestigioso
“marchio”: CBS!
Chiaramente l’ informazione fornita nel corso
della manifestazione giubiaschese sarà ridotta
all’ essenziale, ma, crediamo, in grado
di interessare.
Due giornate, quelle proposte da YOU Productions
e Tempo Libero, alle quali vale la pena di
partecipare».
LA MEDAGLIA
Fu un successo, al punto che la direzione della succursale
svizzera dell’ importante casa discografica, con sede
a Zugo, scrisse
facendo presente, dopo averci ringraziato pure per
l’ impegno profuso a favore dei Tickets e dei
Trampolin, che:
«una manifestazione del genere nel nostro settore non si
era finora mai vista, speriamo che l’ esempio faccia
scuola. Siamo disposti a sostenervi con piacere
anche in futuro».
MEMORABILE
CAPODANNO
Da ricordare pure il party di fine anno, che si
tenne presso il “solito” Cinema Ideal (per alcuni
Cinema Movie).
Protagonisti: Gianni Dall’ Aglio dei Ribelli (batteria),
Van Patterson, membro dei Trans Europa Express,
band di “Domenica in” di RAI Uno (chitarra),
Mike Fraser, prima con i Senate e poi i Primitives
di Mal (tastiere) e Roberto Masala (basso).
Gianni Dall’ Aglio
ed io a brindare con la band …
e Mike Fraser (quarto da sinistra, ai tempi dei Primitives)
Memorabile seratona, che, come vedremo più avanti,
fu riproposta alcuni anni dopo a Sant’ Antonino,
Grono, Minusio e Giornico.
PRECEDENZA
AGLI AC/DC!
Come mai i Bitch non si sono esibiti a Giubiasco lo scorso
14 dicembre? Interrogativo posto nell’ editoriale del
quarto numero della rivista “Tempo Libero”, in edicola
nel febbraio del 1981.
« In molti si pongono la domanda, nonostante da parte di alcuni
quotidiani sia già stata fornita la spiegazione. Che è semplice:
avendo avuto la possibilità di fare da spalla agli AC/DC in
occasione del concerto tenuto a Zurigo proprio in quel
giorno, il complesso ha chiesto di sciogliere il contratto
che lo obbligava a suonare nel Ticino.
I Bitch in concerto a Giubiasco
Sotto la scritta: io e, alla mia sinistra (con gli occhiali), il mitico
Heinz Meier della Free & Virgin Agency di Zurigo
Principale obiettivo di YOU productions è sostenere i gruppi
di casa, così non abbiamo voluto rompere le uova nel paniere,
soddisfando la richiesta del quintetto.
Trovare una band rimpiazzante in breve tempo non è stato facile;
alla fine i nostri sforzi sono stati premiati: è infatti stato
possibile ingaggiare i Methusalem, formazione poco
nota, ma valida.
Il gesto, molto apprezzato dai Bitch, ha loro consentito di conseguire
interessanti risultati a livello promozionale (allo spettacolo degli
AC/DC hanno assistito oltre undicimila persone!).
Negli scorsi giorni è stato firmato un nuovo contratto, che la band
si è impegnata a rispettare ad ogni costo, anche se all’ ultimo
minuto dovessero presentarsi occasioni più interessanti».
“Spalla” dei Bitch, di scena all’ Ideal l’ 8 febbraio, i ticinesi
Shrinkages.
RIECCO I DREAM
Ai Bitch, sempre all’ Ideal, fecero seguito, il 21 e 22 marzo,
i lucernesi Flame Dream, nell’ ambito di un tour
destinato a promuovere il terzo album, “Out In
The Dark” (Vertigo).
Il gruppo, guidato dal cantante e flautista Peter Wolf e al quale da poco
si era unito Dale Hauskin, chitarrista di Los Angeles, aveva cambiato
produttore, ingaggiando il londinese John Acock (che ha lavorato
con molti big, tra cui Steve Hackett dei Genesis).
Imponenti, al solito, scenografie e light show (seppure, per motivi
di spazio, non tutto il materiale potè essere montato).
PASQUA ROCKETTARA
Festival rockettaro, quello che, in collaborazione con “Tempo Libero”,
YOU Productions propose, poco dopo, il 19 aprile, Pasqua, sempre
a Giubiasco.
Di scena i ceco/americani Crown, gli zurighesi Witchkraft ed
i locarnesi Powerage (guidati dal batterista William Renalia
e ai quali si era aggregato il bassista dei Brainstorm
Michele Kähr).
Dal numero 6 di “Tempo Libero”:
«I Crown hanno molto fatto parlare tempo fa, quando a loro
avrebbe dovuto unirsi nientemeno che l’ ex-cantante degli
Uriah Heep David Byron. “La necessità di trovare un
nuovo elemento” – spiega il batterista Karel Jahn – “è
nata con la partenza di Patrick Mason. Abbiamo
pubblicato inserzioni su giornali specializzati, uno
dei quali è capitato nelle mani di Byron.
Il suo interesse nei nostri confronti ci ha fatto piacere,
ma abbiamo dovuto constatare che non era adatto
per portare avanti un lavoro di gruppo. Dopo alcune
prove, che possiamo ben definire drammatiche,
ci siamo resi conto che Byron non è più quello
di una volta; ora si è dato all’ alcool, che lo sta
rovinando. Fortunatamente nel frattempo
è tornato Patrick”.
Meno difficoltoso è stato il reperimento di un chitarrista che
sostituisse il “dimissionario” Peter Neil. Il nuovo acquisto
si chiama Bruno Eicher e proviene dai disciolti Why Blood
di Lucerna.
Visto che abbiamo fatto trenta – prosegue Jahn – ci siamo
detti: facciamo trentuno! Cosi abbiamo ingaggiato pure
un pianista. Si chiama Willy Steffen e lo abbiamo
“rubato” ai Fly Away».
Della band parlò, in un trafiletto, pure “La Stampa”
di Torino:
«I “Crown” sono un complesso “heavy meal” in cui
confluiscono anche elementi di rock’n’roll, funky e boogie.
Il loro quindi è un rock abbastanza duro ma filtrato e
rivissuto con estrema pulizia di suono. Anche se tre dei
componenti del gruppo sono cecoslovacchi (Mason,
il cantante è nativo della California) i “Crown”
hanno come matrice di suono il rock americano:
il loro sound ha infatti molti punti di contatto
con band quali gli Aerosmith, i Foreigner
e i Boston».
IL MINI TOUR DEI
MAIN STREET
Nel giugno dell’ 81 – per l’ occasione furono inaugurati i nuovi
manifesti pubblicitari offerti dall’ allora gettonata bibita
della Migros “Passaia” – YOU Productions organizzò
un mini tour con i lucernesi Main Street.
Tappe ad Ascona (Discoteca “Le Stelle”), Lugano-Trevano
(Scuola STS) e Acquarossa (Cinema Blenio).
Da un ritaglio di giornale:
«Prima era una discoteca, poi è stato trasformato in quel
che potremmo definire il tempio nostrano della musica
jazz (numerosi sono i grossi nomi che nel giro di
pochi mesi vi hanno fatto tappa), ora è un
locale dai molti usi: si potrà danzare, ascoltare
concerti e, anche, seguire “acrobazie” di specialisti
del ballo artistico.
Si sta parlando, l’ avrete capito, di “Le Stelle” di Ascona,
ritrovo essenzialmente per giovani, che alcuni
continuano a chiamare “Taverna”.
I primi spettacoli del nuovo corso (quello precedente,
come detto, è stato caratterizzato da manifestazioni
messe in piedi di corsa e in modo poco professionale)
riguardano due formazioni per metà svizzere:
Main Street di Lucerna e Tickets di Ginevra.
I primi si esibiranno il 4 giugno, gli altri il 26.
Oggi vi forniamo la scheda dei Main Street.
Il complesso, di cui fanno parte Ajah Mathur (canto, chitarra),
Philip Martin (canto, chitarra), Hanspeter Schuwey (basso),
Ralph Burn (sassofono), Sonja Mathur (tastiere) e Guido
Ettlin (batteria), ha inizialmente fatto da spalla al duo
svizzero-canadese Carmen & Thompson, attualmente
molto popolare in Italia e Germania.
La preparazione sulla quale ogni componente può contare
ha consentito alla band di presto passare dallo stadio di
comparsa a quello di protagonista.
Per i Main Street non è stato difficile trovare qualcuno
che li aiutasse a realizzare un disco contenente le loro
idee e non quelle, condizionate dalle mode, di
taluni discografici.
Eccomi tra Sonja e Ajah Mathur
L’ offerta è giunta nientemeno che dalla redazione
dell’ importante quotidiano lucernese “Vaterland”. È cosi
nato “Kick”, registrato in un nuovo studio, pure
di Lucerna, e realizzato con la collaborazione
di noti personaggi della scena rock svizzera,
fra cui, ovviamente, Carmen & Thompson».
A questo album, aggiungo io a titolo di curiosità, ne seguirono
altri tre: “No Time To Lose”, “No Way To Heaven” e
“Hollywood 26 25 24”.
TORNANO I TICKETS
Il 26 e 27 maggio, sempre per iniziativa di YOU Productions,
i ginevrini Tickets nuovamente nel Ticino per concerti,
rispettivamente, alle “Stelle” di Ascona e alla
Scuola STS di Lugano – Trevano.
“GENESIS SVIZZERI”
IN PIAZZA GRANDE
Fra gli organizzatori di eventi musicali con i quali, ai tempi
della YOU Productions, collaborai c’ è la Quattrini Spettacoli
dell’ indimenticato Luca Quattrini.
Insieme, il 12 agosto del 1981, mettemmo in piedi un
Open Air in piazza Grande a Locarno, dove Luca,
precedentemente; aveva portato artisti del calibro
di Vasco Rossi e la Premiata Forneria Marconi.
Protagonisti: i lucernesi Flame Dream, ossia i “Genesis
svizzeri”, ed i ticinesi Oscar Bozzetti, Oliviero
Giovannoni & Fabrizio Ghringhelli, Dr. Chattanooga
And The Navarones, Powerage e Coco Band.
Per l’ occasione al reparto dischi dell’ allora Innovazione
(oggi Manor) fu organizzato un incontro pubblico
con i Flame Dream.
Prove in piazza Grande. Di lato, il tastierista Oscar
Bozzetti, di spalle, il batterista Oliviero Giovannoni
Il chitarrista Peter Zimmermann e il batterista William Renalia
dei Powerage
Da un ritaglio di giornale:
«La scelta delle formazioni – precisa un portavoce di You Productions –
è stata molto impegnativa, poiché gli interessati a partecipare alla
manifestazione erano una quarantina. Purtroppo, dovendo i
concerti concludersi entro le 23 per disposizione del Municipio,
siamo stati costretti a rinunciare a molti artisti le cui proposte
musicali erano d’ indubbio interesse.
Ci rende particolarmente orgogliosi il fatto di essere riusciti
a coinvolgere, in qualità di ospiti d’ onore, i lucernesi Flame
Dream, apprezzatissimi pure all’ estero. Il loro spettacolo
è molto suggestivo dal profilo scenico ed è recentemente
stato presentato, con notevole successo, in piazza
Navona a Roma e all’ esposizione “Grün ’80”
di Basilea.
Fa piacere pure il fatto che la band, per essere presente al
festival, abbia ritardato di parecchi giorni la realizzazione
del quarto lp».
JETZT SCHLAEGTS
DREIZEHN!
“Adesso colpiscono in tredici!”: è il titolo dell’ ampio
articolo dedicato dal magazine “Music Scene”al
tour organizzato nel settembre dello stesso anno
in collaborazione con Therese van Laere della
Kulturelle Aktionen – M- Tournern (sezione
culturale) di Migros svizzera.
Imponente la band (inizialmente un quartetto),
Swiss Horns (tredici elementi, cantante
l’ ex Toad/Island Benj Jäger), che da poco aveva
pubblicato il secondo album, “Second Sight”.
Musicisti di alto livello provenienti da sei nazioni,
fedeli al motto: la musica non conosce confini!
Tappe: Ascona (Discoteca “Le Stelle”), Lugano-Trevano
(Aula Magna Scuola STS) e Biasca (Ristorante
“Castello”).
Tra un concerto e l’ altro, la band, guidata dal trombettista
Franz Bachmann, registrò uno spettacolo negli studi
di Comano della Televisione della Svizzera Italiana,
“Swiss Horns in Concert”.
Al tour, come detto, la rivista “Music Scene”, magazine svizzero
d’ attualità, dedicò un ampio servizio.
GRADITI RITORNI
Per promuovere il nuovo singolo, “Gonna Make It Alright”,
i Trampolin, tornarono nel Ticino il 24 ottobre del 1981.
Si esibirono presso l’ Aula Magna della Scuola STS
di Lugano-Trevano, per poi ripartire alla volta
dell’ Olanda, dove in quel periodo erano
gettonatissimi.
Serata aperta dalla Jack Rabbit Band.
Poco tempo dopo, il 4 e 5 dicembre, tornarono dalle
nostre parti pure i Main Street, si esibirono,
rispettivamente, al Teatro Tenda Codei di Biasca e
al Collegio Papio di Ascona (“spalla”, i chiassesi
Alter Ego e il duo locarnese Maurizio Catarin
e Mauro Zaccheo).
Concerti organizzati da YOU Productions in
collaborazione con Maurice Nguyen
Trinh Isoz e l’ etichetta discografica Disctrade.
BRINDISI CIRCENSE
Ricco buffet freddo, filetto Wellington, beat-sorbetto:
il menu della festa di San Silvestro 1981, che ebbe
luogo a S. Antonino, presso il Ristorante Capriolo.
Di scena gli zurighesi Looney Tunes, capitanati dal cantante
Forty Morell (secondo da sinistra, grande amico, all’ epoca
fra le colonne portanti della BMG Ariola di Zurigo,
diretta dall’ altrettanto amico Marco Zanotta).
Con Gianni, la figlia Iris e un’ affascinante fan
Fra gli invitati, l’ immancabile Gianni Dall’ Aglio, la moglie
Orietta e la figlia Iris. Anni dopo questo fraterno amico
mi ingaggiò come produttore, ma ne parleremo
più avanti nel tempo, in altre puntate.
Tornando alla festa di S. Antonino, a mezzanotte, a sorpresa,
ci furono gli auguri da parte di uno dei pagliacci del
Circo Knie, giunto appositamente dalla
Svizzera tedesca.
Serata che passerà agli annali.
A BIASCA “POP TICINO 2”
Il 5 dicembre, sempre del 1981, al Teatro Tenda Codei
di Biasca si esibirono i milanesi Stormy Six.
Qualche settimana dopo, il 23 e 24 gennaio 1982, ebbe
ufficialmente inizio, con il festival “Pop Ticino 2”, la
collaborazione fra YOU Productions e Bruno Snozzi,
presidente della Cooperativa Codei.
Che, nel programma distribuito al pubblico, precisò:
«L’ iniziativa che YOU Productions promuove con
la nostra collaborazione vuol essere una rassegna di
gruppi musicali ‘ticinesi’. Come già dimostra il festival
rock estivo di Sementina, ci sono in Ticino diversi gruppi
che, operando a livello dilettantistico, riescono ad
esprimersi a livelli relativamente buoni, senza
tuttavia andare al di là dell’ imitazione di modelli
già affermati. Le eccezioni ci pare confermino la regola».
E ancora:
«A chi fa musica non è offerta la possibilità di vivere
facendone il proprio “mestiere”. E spesso mancano
le occasioni di confronto, e di dibattito. Noi partecipiamo
all’ organizzazione di questa rassegna nella misura
in quanto crediamo che, al di là di una esibizione,
ai vari gruppi dovrebbe essere offerta la possibilità
di permanente lavoro, di incontro e dibattito.
A chi interessa discuterne?».
“POP TICINO 3”
Si svolse il 6 e 7 marzo e vi parteciparono gli Alter Ego
di Chiasso, la Franco D’ Amico Band di Lugano,
i Knobel Brothers di Locarno, i Clinton di Bellinzona,
Catarin & Zaccheo di Locarno, i Troubles di
Bellinzona, i Week End e la Coco Band di Locarno
e la Scarp da Tennis Band di Bellinzona (per
l’ occasione rinforzata dalla presenza del mitico
Cito Steiger, quello della “Palmita” RSI),
nonchè un (ancora oggi misterioso)
“gruppo a sorpresa”.
«Scopo del festival – ricordammo in un comunicato –
offrire a gruppi e solisti ticinesi di ogni genere
la possibilità di esibirsi di fronte a una platea più vasta
di quella abituale. I meno conosciuti potranno così
approfittare del richiamo degli altri. A guadagnarci
sarà sicuramente tutto l’ ambiente ticinese che
gravita attorno a questo tipo di musica.
Dietro all’ organizzazione di “Pop Ticino 3” vi è, dunque,
un’ implicita volontà di ricreare una di quelle
occasioni di collaborazione che, durante lo scorso
decennio, contribuivano più frequentemente a unire
le forze dei singoli gruppi. Uno spirito di collaborazione
che gli organizzatori hanno voluto concretizzare con
esibizioni parzialmente improvvisate di strumentisti
appartenenti a gruppi diversi, le cosiddette sessions».
I Week End di Locarno
Da un ritaglio di giornale intitolato “Pubblico foltissimo
al festival Pop Ticino”:
«Un commento merita anche il pubblico. Raramente durante
manifestazioni di questo tipo è dato di vedere un insieme
di spettatori così eterogeneo (dai molti giovanissimi fino
ai quarantenni)».
“I NOSTRI CONCERTI NON VANNO
SOLO ASCOLTATI, MA ANCHE VISTI …”
Parole di Peter Wolf, cantante dei Flame Dream, che
tornarono nel Ticino nel marzo del 1982 per promuovere
il quarto album, “Supervision” (Vertigo).
Il 27 si esibirono al Cinema Cittadella di Lugano, il giorno
successivo al Collegio Papio di Ascona.
Dalla documentazione per la stampa:
«Sono tempi, quelli che stiamo vivendo, in cui quasi
tutto é tenuto sotto controllo per mezzo dell’ elettronica.
Siamo spiati dalla telecamera, “schedati” dai memorizzatori,
aiutati, nella soluzione di taluni problemi, dai computers.
Nel loro nuovo album, “Supervision”, i lucernesi Flame
Dream lanciano un grido d’ allarme, si preoccupano
per il futuro dell’umanità.
La dipendenza del discendente dalla scimmia dalle
macchine, dunque, è il tema trattato nella quarta “fatica”,
prodotta una volta ancora dall’ inglese John Acock, abilissimo
ingegnere del suono, che può vantare collaborazioni con
personaggi come, ad esempio, Steve Hackett.
“Supervision” è stato registrato a Londra nel giro di quattro
settimane e, ne siamo certi, non deluderà le aspettative
dei numerosi ammiratori dei Flame Dream. Crediamo,
anzi, che saprà allargare la cerchia degli amici del
gruppo, che ha raffinato ulteriormente le proprie
proposte musicali. Le musiche sono firmate da
Roland Ruckstuhl, mentre i testi sono
di Peter Wolf».
Urs Hochuli (basso e canto), Peter Wolf (canto e flauto), Roland
Ruckstuhl (tastiere) e Peter Furrer (batteria).
E in merito allo spettacolo:
«Ovviamente i contenuti del nuovo album costituiranno
la parte più importante del concerto. Quanto agli effetti
scenici, che molto hanno aiutato i Flame Dream a
conquistare la notorietà, saranno ancora più sorprendenti
di quelli finora utilizzati. Il quartetto, quindi, affronta altri
sforzi affinché il pubblico continui a considerare le sue
musiche non solo da ascoltare, ma anche da … vedere».
ROCK’N’BALL FESTIVAL
Nome dell’ evento, svoltosi il 22 e 23 maggio del 1982
presso il Mercato coperto di Giubiasco, scelto non
a caso, visto che si festeggiarono i quarant‘ anni
della locale Unione Sportiva.
Festival lorganizzato in collaborazione con il mitico
Heinz Meier della zurighese Free & Virgin Agency
e sponsorizzato dalla “Passaia”, ai tempi gettonatissima
bevanda della Migros.
Dal “Corriere del Ticino”:
«Tra i gruppi presenti, guardando agli ospiti, ce n’ è
qualcuno che di strada ne ha già percorsa parecchia,
e non sempre in salita. Ci riferiamo particolarmente
agli “Shotgun Eddie & The Ravers” e agli “Steeps”,
entrambi già approdati alle prestigiose sale di Montreux.
Ancora tra gli ospiti ci saranno i “Looney Tunes” e
i “Wondergirls”.
Gli zurighesi Shotgun Eddie & The Ravers
I basilesi Wondergirls
L’ atmosfera, per quanto si riferisce al rock d’ oltre Gottardo,
sarà da anni 50-60 rivista in chiave moderna, nel segno di
un nuovo romanticismo che non poteva non interessare,
oltre al cinema teatro, costumi e letture, la musica giovane,
meno tradizionale e quindi più flessibile al vento che
soffia nella società.
Certo, per molti questi gruppi ospiti costituiranno una vera
e propria sorpresa.
Non così invece il campo dei ticinesi, che annovera nomi
oramai notissimi. A cominciare dai cantautori: Kico
Gregori, Fausto Sassi e Franco d’Amico. Quest’ ultimo
con la sua Band.
E quindi i Knobel Brothers, di cui si dice un gran bene
da tempo anche fuori dal Ticino.
Gli Alter Ego di Chiasso
E poi gli Alter Ego, giunti al loro primo anno di vita e
decisi a festeggiarlo, domenica, con una sorpresa.
E infine la brillante e ballabilissima Scarp da Tennis
Band.
Al mercato coperto di Giubiasco – riaperto per
l’ occasione agli avvenimenti di festa giovanile
– l’ afflusso, oltre tutto agevolato da un modico prezzo
d’ ingresso, sarà certamente numeroso. Per una fest
a che vedrà accomunati finalmente musica e sport.
Due valori che traggono dalla gioventù le loro
energie vitali».
XMAS TOUR
Nel dicembre del 1982 tour natalizio organizzato
in collaborazione con l’ Unione Femminile Coop,
ricavato a favore del Benin, stato africano particolarmente
povero. Di scena il “Bennato poschiavino” Mirko Priuli,
i locarnesi Centrocittà e Ray & Corry Knobel e la
luganese Franco D’ Amico Band.
Session a Brissago. Alle chitarre, fra i tanti, Nando Morandi
(terzo da sinistra), Mirko Priuli, Theo Barth e i fratelli Ray
e Corry Knobel
Tappe al Cinema Teatro Blenio di Acquarossa il 16, alla
Casa d’ Italia il giorno dopo e alla Sala multiuso Arlecchino
di Brissago il 18.
Serate presentate dall’ annunciatrice televisiva TSI
Rossana Panzera.
Per quanto concerne i Centrocittà ed i fratelli Knobel,
in gara, nello stesso periodo, alla selezione regionale
del Concorso europeo della canzone con, rispettivamente,
“Vivo in un mondo” e “Canzone amara”.
Eccomi con il “Bennato poschiavino” e la sua band
Quanto a me, sempre in quel mese, realizzai alcuni “speciali”
per la TSI intitolati “Ribalta CH” e dedicati ad artisti svizzeri,
tra cui Priuli e la Franco D’ Amico Band.
DREAM, DI CASA
NEL TICINO
“Travaganza” (Polygram) è il titolo del quinto album dei Flame
Dream, gruppo svizzero che più ha collaborato con YOU
Productions. La band, nell’ ambito del tour promozionale,
tornò nel Ticino il 26 marzo del 1983 per tenere un concerto
presso l’ Aula magna della Scuola STS di Lugano-Trevano.
WITH A LITTLE HELP
FROM MY FRIENDS
In giugno, 24/25, fu la volta di un ennesimo festival,
“With A Little Help From My Friends”, al Capannone delle
feste di Camorino, campo comunale di calcio.
Organizzato in collaborazione con GEA records, il ricavato
andò alla Catena della solidarietà per i rifugiati (RTSI).
Vi parteciparono gli N.G.B., Edoardo De Angelis, Guido Brivio,
Pauline Fox, Cromo, Oasi, Michele Kähr, Giovanni Galfetti,
Oliviero Giovannoni, Maurizio Catarin ed Erich Philippe
(figlio di Caterina Valente).
IL “KITSCH PARTY”
Al Ristorante “Alla botte” di Pollegio molto tempo dopo,
il 6 luglio del 1985, festone volutamente e allegramente
all’ insegna del kitch.
Nella foto (di Massimo Pacciorini-Job): Corry Knobel e
Gianni Dall’ Aglio, rispettivamente primo ed ultimo da
sinistra
Pubblico elettrizzato dai musicisti della band tedesca
Buffet freddo preparato da un noto gastronomo locarnese,
tre gruppi ad animare la serata, uno dei quali, dalla Germania,
di ben dieci elementi, e, ospite d ‘ onore, “il solito” Gianni
Dall’ Aglio.
Per l’ occasione, lancio del primo album degli italiani Varese,
band prodotta da Corry Knobel e dall’ inglese Gwin Mathias.
SAN SILVESTRO BEAT
Festone all’ insegna del beat, il 31 dicembre del 1985 alla
Palestra comunale di Giornico. Ad animarlo, i Fuggiaschi
(band di Don Backy ai tempi del Clan Celentano) e
Roberto Carlotto, “Hunka Munka”.
Ricorda l’ amico Guido Mario Pavesi, chitarrista dei Fuggiaschi:
«Avevamo smesso il 5 ottobre 1969 e fino al 1985 ognuno
di noi aveva percorso una strada diversa, non
necessariamente in ambito musicale. Maurizio,
effettivamente, aveva continuato entrando addirittura
a far parte dei Profeti, mentre io, Claudio, Carlo Alberto
e Rinaldo ci eravamo dedicati ad attività professionali
diverse. La musica era rimasta, comunque, una dote
da coltivare, chi in un modo, chi in un altro, ed era
inevitabile che prima o poi ci tornasse la voglia di
riunirci su un palcoscenico.
In quel 1985 avevamo affrontato qualche esibizione
sporadica – una reunion con Don Backy, un paio di
apparizioni in raduni Beat della nostra zona e, quindi,
la proposta che ci fece il nostro ‘eterno’ amico
Giorgio Fieschi venne accolta con entusiasmo: il
veglione di San Silvestro in Svizzera, nella palestra
comunale di Giornico. Una serata che
ricordiamo con grande piacere sia per la cordiale
accoglienza riservataci dagli organizzatori, sia per
quanto riguarda il particolare spirito con cui
affrontammo questo inedito impegno.
Intanto, bisogna precisare che, rispetto a quanto
indicato sui manifesti, ci fu la graditissima sorpresa di
avere al nostro fianco Gianni Dall’Aglio, il mitico
batterista storico di Adriano Celentano a cui siamo
legati da sempre (come concittadini, praticamente
coetanei e Claudio e Carlo Alberto anche come cugini)
con vera gratitudine perché fu lui a introdurci
nel Clan.
Quel San Silvestro Beat fu sicuramente una festa
non convenzionale, ma almeno originale, ravvivata
da Roberto Carlotto (ex Dik Dik) e dalle nostre
interpretazioni, per lo più improvvisate, di un repertorio
ben più ampio di quello che ci era familiare. Inevitabile
era l’ esigenza di far ballare il pubblico e, tutto sommato,
anche senza cadere nella tradizionale sequenza di valzer,
liscio e marcette… beh, siamo riusciti a divertire e
a divertirci. Preziosi sono stati gli interventi di Gianni,
culminati nel frenetico assolo di “Little B” e altrettanto
meritevoli di essere ricordati i brani di rhythm and
blues che tanto abbiamo amato durante
la nostra carriera.
Il brindisi a mezzanotte, poi, è l’immagine iconica
di quel bellissimo momento vissuto con Giorgio Fieschi,
il nostro “impresario” esclusivo! C’ era davvero da essere
entusiasticamente felici! E non solo perché eravamo
giovani! Siamo ancora giovani, magari “diversamente”,
e orgogliosamente depositari di quello spirito. E, poi,
siamo ancora tutti qui a condividere i bei ricordi.
Non è poco!».
“COME ADRIANO”
Folto pubblico pure per “Come Adriano”, altre splendide
serate all’ insegna della spensieratezza, svoltatesi l’ 11 e 12
aprile dello stesso anno ancora presso la Palestra comunale
di Giornico e organizzate da YOU Productions in collaborazione
con la Sezione allievi dell’ Associazione Calcio Bellinzona.
I Ribelli (Mauro Negri, sassofono, Guido Maselli, tastiere
e voce, Gianni Dall’ Aglio, batteria, Fiorenzo Delegà, basso,
Maurizio Bellini, voce e tastiere, Alberto Ferrarini, chitarra)
a rendere brillantemente onore al “capo” di una volta,
Adriano Celentano.
“Spalla”: l’ Orchestra di Paolo Missori.
“RIBELLI LIVE”
Il 21 e 22 novembre del 1986 all’ Espo Centro di Bellinzona
riecco i Ribelli per registrare un album “live”. Produzione
YOU Productions, distribuzione CGD.
A far da cornice alle due serate, con musica da ballo,
i gruppi locarnesi Team e Coco Band.
Pubblicato il disco, Gianni Dall’ Aglio, leader dei Ribelli,
ed io lo presentammo ufficialmente al “Mövenpick” Sud
di Bellinzona, cosponsor delle serate.
Innumerevoli gli articoli dedicati da giornali di casa
ed esteri a “Ribelli Live”. Il prestigioso settimanale
“Ciao 2001” fra i tanti a recensirlo.
Da un’ intervista a Gianni:
Come mai si è dovuto attendere così a lungo per
ascoltare la vostra produzione?
«Le ragioni sono diverse. Cominciamo con il ricordare
che i Ribelli sono tornati non per riprendere l’ attività
al cento per cento. Ogni componente è impegnato
contemporaneamente su vari fronti, per cui non è
possibile concedersi un simile lusso.
Ci siamo ricostituiti per puro divertimento, per evadere,
musicalmente parlando, dal mondo computerizzato in cui
i normali impegni di lavoro ci costringono a muoverci.
Conseguentemente i missaggi e tutto il resto sono stati
effettuati con tempi lunghi. Visto che il nostro lp è
solo una raccolta di successi, che conservano comunque
freschezza, abbiamo fatto le cose con calma”.
Due parole sul contenuto.
“Si tratta prevalentemente, come detto, di canzoni
portate al successo dai Ribelli negli anni Sessanta.
Essendo stati sempre un gruppo di palco, abbiamo
preferito ricorrere alle registrazioni in pubblico, seppure
con mezzi modestissimi, per rispettare il budget
a disposizione.
Il nostro è un live volutamente “sporco”, grezzo,
niente lavorazioni particolari, ma indubbiamente di
ottima qualità e in grado di far muovere i piedi a chiunque
lo ascolti. Pure in televisione, quando possibile, suoneremo
e canteremo dal vivo”.
Le voci, fra i fiori all’ occhiello di questo album …
“Si, nel gruppo ci sono ben tre solisti, tra cui io.
La parte del leone tocca a Maurizio Bellini, in passato
con i Fuggiaschi e i Profeti, la cui voce somiglia in modo
impressionante a quella del grande Demetrio Stratos,
per anni frontman dei Ribelli».
“CHE COLPA ABBIAMO NOI”
(se ci piace la musica degli anni Sessanta?)
Titolo, che parafrasa quello di uno dei più gettonati dischi
dei Rokes, per il festone di San Silvestro organizzato da
YOU Productions presso la Sala multiuso di Grono il
31 dicembre 1987. Protagonista della serata, il leader
della band inglese, Shel Shapiro, che da poco aveva
pubblicato l’ album “Per amore della musica”
(Durium) con nuovi musicisti.
“Spalla”, i luganesi Stand By.
Shel in concerto a Grono. Foto di Massimo Pacciorini-Job
E con me …
Per la verità, l’ evento in un primo tempo avrebbe dovuto tenersi
presso l’ Indoor Minigolf Miraflores di Magadino, ma i
proprietari tornarono sui loro passi, per cui fu necessario
optare per la poco intrigante palestra grigionese.
Comunque, concertone.
ROCKY ROBERTS
Seratona di San Silvestro pure quella svoltasi all’ Hotel Esplanade
di Minusio il 31 dicembre del 1988.
Rocky Roberts e …
i Ribelli. Foto di Massimo Pacciorini-Job
Di scena Rocky Roberts e i Ribelli: serata memorabile!
Rocky, rientrato dall’ America alcuni anni prima, aveva da
poco inciso l’ album “Dedicated”, riproposto tempo dopo,
in versione CD, da YOU Productions per il festival
“Feedback”. Contiene brani Soul e R&B, tra cui la
versione inglese di “Stasera mi butto”,
“I’ll Make Her My Woman”.
L’ AMERICAN CARS SHOW
Dal 30 giugno al 2 luglio del 1989 al campo militare di
Bellinzona si tenne il terzo “American Cars Show”.
A YOU Productions gli organizzatori, ossia lo
Streetcruisers Classic Club, chiesero di allestire un
cartellone musicale all’ insegna, specialmente,
del R&B, del Country, del Jazz e del Rock And Roll.
Furono mobilitati i Pony Express (dalla Germania),
Giovi & The Rubber Soul, Flavio Alberti (per un tributo
ad Elvis), l’ Ascona Big Band, la Louisiana Dixie Band,
la bellinzonese Sott Burg Jazz Band, la Rhythms And
Cars e gli zurighesi Vescoli & CO.
IL RITORNO DI TONI
È il titolo dell’ articolo che, sottolineando il ritorno in
scena di Toni Vescoli, l’ amico e collega Dubravko
Pusek scrisse sul “Giornale del Popolo”.
Eccolo.
«Toni Vescoli torna sulla scena musicale dopo un silenzio
piuttosto lungo. Dopo lo scioglimento delle leggendarie
Sauterelles, ha inciso alcuni album da solista, cantati
nel dialetto zurighese e con una strumentazione povera,
in omaggio alla sua passione per la musica folk e
country e si è vieppiù ritirato dedicandosi all’ attività
di antiquario e restauratore.
Ma un paio d’anni fa si è avvertita la volontà di ritornare
sulla scena, con la pubblicazione della cassetta e del
singolo “Klasse Zämekunft”/”‘s Grööschti isch Chrampfe”
(una versione personalissima di “Working Class Hero”
di Lennon).
Evidentemente stufo di suonare da solo, senza una vera
band, forma la Vescoli & Co che comprende anche Markus
Jegen alla batteria, Joe Schwach alla chitarra e Rolf
Ragenbass al basso ed ecco anche la prima incisione:
un EP molto interessante con tre titoli ,”Leave my
Woman Alone”/ “Dream Machine”/”‘s Resultat bisch Du”.
Il primo è una cover di Ray Charles, il secondo è un
classico della psichedelia svizzera, cavallo di battaglia
delle Sauterelles, riproposto ad oltre vent’ anni di
distanza in versione molto più breve e ‘pulita’.
Sarà interessante sentire cosa ci proporrà il vecchio rocker
per questo rientro e per questa esibizione ticinese. Classici del
Rhythm & Blues, del Rock’n’Roll, Country, Beat e Folk: una
sorta di album della sua carriera musicale: vecchie canzoni
di Presley, di Bob Dylan, dei Beatles, oltre a composizioni
proprie. Non un ritorno nostalgico al passato, ma il risultato
di una somma di esperienze musicali del ventennio.
I musicisti della band sono eccellenti, provenienti da
ambiti abbastanza eterogenei: Jegen ama il rock ed il
jazz, Schwach il country, il rock, il blues, Raggenbass
è un ex-beatnik come Vescoli.
Una serata per ripercorrere, o conoscere (soprattutto i più
giovani) i fantastici Sixties. Anche la formazione-spalla di
Vescoli & Co promette di esplorare e ricollegarsi a quegli
anni: The Rubber Soul, un soul nuovo, attuale, tirato
lucido, ma comunque sempre soul.
Generi questi (R’n’R, R&B, Soul) di cui si nutrono ancora
oggi tutti i gruppi più interessanti della scena mondiale,
anche quelli recentissimi: a dimostrazione che non c’ è
molto di inventato o da inventare; semmai c’ è da ascoltare,
imparare, studiare, rielaborare, arrangiare su queste basi.
E la Vescoli & Co può essere un’ ottima occasione
per assincerarsene.
Auguri alle due formazioni (affinché abbiano un publico
degno delle loro qualità) ed anche a Giorgio Fieschi,
l’ instancabile promotore di questi importanti incontri
ed inguaribile appassionato del rock) che ha reso possibile
l’ arrivo dalle nostre parti di questi musicisti. Altri non
l’ avrebbero fatto …».
Pure in questo caso, folto il pubblico, apprezzata
l’ offerta.
IL ROCK AND ROLL
DI TERRY
Da un ritaglio di giornale del novembre 1989:
«Appuntamento d’ eccezione, quello che la Sezione
moesana della Pro Grigioni Italiano, in collaborazione
con World Music e You Productions, proporrà
venerdi 17 novembre presso la Sala multiuso di
Grono. Sarà infatti di scena una delle migliori
formazioni svizzere di rock and roll, Terry &
The Hot Sox, che coglierà l’ occasione per
presentare il nuovo ‘ellepi’, “Real Rock Drive”.
Una proposta, come si può constatare,
destinata ad una platea eterogenea, comprendente
sia i giovanissimi sia chi ha già superato
i famosi “anta”.
Il repertorio degli Hot Sox (la band è sorta agli
inizi degli anni Ottanta) è, come detto, influenzato
dalle idee musicali degli anni Cinquanta, da artisti
quali Elvis Presley, tanto per fare un nome, ma è
confezionato con i suoni di oggi. Durante gli
spettacoli vengono ‘rivisitati’ brani dell’ epoca,
ma anche e soprattutto eseguite canzoni firmate
dai sette strumentisti, il cui ‘front man’ è il
responsabile del settore musicale di Radio 21,
Walter “Terry” Senn».
La band zurighese fece tappa, la sera seguente,
sempre per iniziativa della basilese World Music
e You Productions, alla Discoteca “Jumbo” di Faido.
Ecco, dopo aver assistito ai due concerti, cosa
scrisse M.Ro. sul “Corriere del Ticino”:
«Una vecchia “Plymouth” rossa degli anni Cinquanta
al cui interno è stata sistemata una tastiera, un
juke-box d’ annata messo in bella mostra, giacche
in pelle ricolme di lustrini, nonché pettinature e
mosse rigidamente “fifties”. Tutto questo il simpatico
contorno che ha accompagnato la doppia esibizione
ticinese di “Terry & The Hot Sox”, esibitisi venerdì
sera a Grono e sabato sera alla discoteca Jumbo
di Faido, dove hanno fatto rivivere, per la gioia dei
numerosi appassionati, l’ inalterata magia dei
“favolosi” anni Cinquanta. Un’ epoca caratterizzata
dal rock & roll che non aveva, nella maggior parte
dei casi, una finalità solamente musicale, ma era
considerato un modo di vivere, una vera e
propria filosofia abbracciata da una grande
moltitudine di adolescenti del mondo intero.
E nonostante siano passati ormai parecchi lustri, il fascino
di questa musica ‘ruspante’, composta da semplici accordi
e veloci riff di chitarra e basso, è rimasto pressoché
immutato, soprattutto quando a proporla è una
formazione in grado di calarsi completamente nel
personaggio o rivisitando, non senza una pungente dose
di ironia accompagnata però da un sano amore nei
confronti di questo filone musicale, sia i ‘classici’
del settore (da Bill Haley ad Elvis Presley), oppure
proponendo motivi propri che però, pur trattando
di argomenti dei nostri giorni, ricalcano, fedelmente
la musicalità di quei tempi.
La ‘Plymouth’ rossa di Terry e, dietro, il piano
Ed è quanto hanno fatto gli scatenatissimi Hot Sox
guidati da Walter ‘Terry’ Senn, che hanno riproposto
canzoni ‘datate’, tratte prevalentemente dai repertori
di Elvis Presley, Chuck Berry e Jerry Lee Lewis ed
altre, di recente composizione ed incluse nei loro
lp tra cui il recentissimo “Real Rock Drive”, che
costituisce un simbolico omaggio ad uno dei grandi
del r’n’r, Bill Haley: il tutto infarcito di simpatiche
coreografie (nella canzone “Rock Planet” Terry è
comparso sul palcoscenico travestito da astronauta,
in un altro motivo ha finto una lunghissima
conversazione telefonica con un commissariato
di polizia, girovagando con questo
telefono-microfono tra il pubblico seduto in sala…)
che hanno contribuito a riscaldare ulteriormente
l’ ambiente.
Il supporto di una band composta da ottimi elementi
(tra cui il sassofonista Alan Solomon ed il bassista
Heinz Krapf) ha poi creato un ricco tappeto sonoro
sul quale l’ indiscussa “verve” di Terry ha potuto
costruire una serie di esilaranti situazioni
coinvolgendo direttamente il pubblico che più
volte è stato colto da una febbrile voglia di
scatenarsi dinnanzi alle loro trovate.
Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire
a commento della loro apparizione in Ticino,
niente di nuovo ma solo vecchio sano e robusto
rock and roll che ha però il pregio di proporre,
senza nessunissima pretesa filosofica e
trascendentale, del sano divertimento per tutti:
nostalgici dei bei tempi andati, ma soprattutto
frotte di giovanissimi in grado di apprezzare
un genere musicale che, nonostante il passare
degli anni e delle mode, è ancora lungi dall’ aver
esaurito tutte le sue potenzialità».
Da “Libera Stampa” del 27 giugno 1990
Un’ idea
“YOU Productions”
«Qualcuno, capitando con gli occhi sulla scritta
“You Productions” (ovvero storia di una redazione
che divenne agenzia di spettacoli) si sarà
incuriosito, altri avranno ricordato che la stessa,
da ormai un ventennio, viene utilizzata da un gruppo
di giovani bellinzonesi per “firmare” spettacoli
musicali abbastanza particolari. “You Productions”
ha sempre privilegiato solisti e gruppi di talento
alla ricerca di un meritato posto al sole o
ingiustamente dimenticati e non ha mai pensato,
contrariamente a quanto fanno quasi tutti gli altri
organizzatori di concerti, al lucro.
Qualche nome? Toni Vescoli, Freeway 75, Tea, Island,
Toad, Wipping Post, Flame Dream… Krokus (esibitisi
a Bellinzona nel 1978 e oggi conosciuti in tutto il mondo),
Trampolin (membri di questa disciolta formazione
hanno accompagnato Gianna Nannini, Hand in Hand
(chi avrebbe immaginato che, poco tempo dopo
l’ esibizione presso il cinema Ideal di Giubiasco,
l’ arpista Andreas Vollenweider avrebbe assunto
tanta popolarità a livello mondiale?).
E festival: “Help” (complessi ticinesi emergenti),
“Pop Ticino”, “Free Concert” (prime forme di rock
demenziale nostrano), ecc…
Appuntamenti — tengono a precisare quelli di “You
Productions” – per un vasto ed eterogeneo pubblico
desideroso di riscoprire o scoprire musica datata
ma di qualità.
Appuntamenti futuri? La terza edizione di “Feedback
(il ritorno della buona musica)”, rassegna che si
svolgerà in piazza del Sole a Bellinzona il 7 e 8
settembre prossimi e che principalmente è dedicata
a chi ama le canzoni di qualche decennio fa, con il
chitarrista Alberto Radius, il tastierista Gabriele
Lorenzi e il batterista Tony Cicco, vale a dire la
“Formula tre”. La tappa bellinzonese rivestirà
particolare interesse, poichè è fra l’altro prevista
la presenza di diversi giornalisti italiani e tedeschi.
Per l’ occasione il trio salirà sul palco di piazza
del Sole accompagnato da alcuni Cantautores,
affinchè sia possibile proporre gli stessi magici
suoni con cui è stato confezionato “1990”.
A livello ticinese sarà uno dei più bei spettacoli
dell’anno. Scommettiamo?».
C’ È BENNATO
Seratona, il 2 aprile, sempre del 1990, all’ Espocentro
di Bellinzona: concerto di Edoardo Bennato organizzato
da YOU Productions in collaborazione con l’ agenzia
Live Music di Winterthur.
Edoardo che conoscevo da tempo e con il quale,
precedentemente, avevo realizzato diversi programmi
televisivi, uno dei quali per la Televisione della
Svizzera Tedesca.
Una volta intervistai Bennato in un bar di Zurigo
per la Televisione della Svizzera Tedesca.
Curiosità: per tradurre l’ intervista, anzichè doppiarla,
chissà perchè, si fece ricorso ai sottotitoli, come al
cinema!
Per SRF in seguito realizzai altri servizi, tra cui
uno su Steve Lee dei Gotthard
Dal “Corriere del Ticino”, a firma hgf:
«Dopo Francesco Guccini, Edoardo Bennato. Bellinzona
si appresta ad ospitare un altro grande personaggio che
sta facendo la storia della musica italiana. Bennato
arriverà all’ Espocentro lunedì 2 aprile. E gli organizzatori
(Domenico Albanese della Live Music e la You Productions,
alias Giorgio Fieschi) già avvertono: “Non ci saranno i
pasticci che si sono avuti con il cantautore bolognese,
quando c’ erano troppi spettatori in sala perchè il
manager di Guccini vendeva biglietti all’ insaputa
degli organizzatori. Ci aspettiamo almeno 2.500 persone,
ma quando l’ Espocentro sarà pieno chiuderemo casse
e porte: non vogliamo soffocare nessuno”.
Prima di parlare del concerto, è il caso di presentare
brevemente gli organizzatori. Domenico Albanese è attivo
soprattutto nella Svizzera tedesca e, come altri organizzatori
d’ oltralpe intende “colonizzare” il Ticino».
E, più avanti nell’ articolo:
«Fieschi è noto nella regione, anche se per lui, come
per molti altri, non è sempre stato facile essere attivo
nell’ ambiente musicale: “Ricordo il concerto che
organizzammo a Trevano con gli Hand In Hand:
praticamente non c’ erano spettatori, ma nel
gruppo ad esibirsi c’ era Andreas Vollenweider,
che qualche anno dopo avrebbe riempito Piazza
Grande a Locarno”.
Da buon conoscitore della scena, si permette critiche
anche severe: ‘”roppi organizzatori nostrani hanno
una mentalità da feste campestri: sono dei giocherelloni
in un ambiente dove sono necessarie serietà ed
esperienza. Ora parecchi grossi sponsor, delusi da
troppe esperienze negative, hanno ritirato i loro
budget per il Ticino, e a rimetterci sono quei pochi
che lavorano con serietà”.
Ma veniamo al concerto. Bennato presenterà in particolare
il suo ultimo album, il dodicesimo, “Abbi dubbi”. Bellinzona
ospiterà l’ ultimo concerto del tour europeo, che in 120 serate
ha portato Bennato a calcare le scene di Italia, Olanda,
Svizzera e Germania. Si tratta di uno spettacolo concepito
per ambienti relativamente piccoli per i quali l’ Espocentro
(pur nei limiti della sua bruttezza e dell’ acustica tutt’ altro
che felice) dovrebbe adattarsi abbastanza bene e il
perfezionismo dello staff di Bennato dovrebbe in parte
supplire alle solite carenze strutturali che in Ticino sono
la regola). Col cantautore napoletano salirà sul palco
una band che da tempo lo accompagna: per gli
appassionati ricordiamo i nomi di Luciano Minzatti,
Mauro Spina, Roberto Melone, Pino Scagliarini,
Michael Rosen, Mauro Negri (con il quale, anni dopo,
sempre all’ Espocentro, avrei realizzato l’ album
“Ribelli Live”, ndr) e Silvio Pozzoli (questo straordinario
corista/cantante milanese, invece, l’ avevo coinvolto,
anni prima, nella storica reunion dei Ribelli, ndr)».
Dal canto suo, Loris Prandi, oggi fra i più popolari
giornalisti sportivi della Televisione della Svizzera
Italiana, così, sul “Giornale del Popolo”, dopo aver
elogiato la performance di Bennato:
«Un ottimo concerto, dunque, perfettamente organizzato
dalla Live Music e dalla YOU Productions di Giorgio Fieschi.
Appuntamenti come questo farebbero tornare la voglia
di concerti anche a chi, in Ticino, è già rimasto più
volte amareggiato per esibizioni ‘saltate’ senza motivi
plausibili. Avanti il prossimo!».
GLI “SPECIALI” TELEVISIVI
Fra le attività della “YOU Productions”, come detto, pure
alcune produzioni per la Televisione della Svizzera Italiana
intitolate “SoundCheck” e andate in onda nel
1980 e nel 1981.
12 aprile, realizzato a Milano e dedicato ai Rainbow di
Ritchie Blackmore; 28 giugno, protagonisti i Jethro
Tull; 25 agosto, J. Geils Band “live”; 1 settembre,
Uriah Heep “live”; 29 novembre, Supertramp;
24 gennaio, Kinks in concerto.
I BRAINSTORM
Nello stesso periodo viene pubblicato “ YOU Productions
Info-News”, dépliant promozionale realizzato dal
grafico locarnese Michele Kähr, bassista dei Brainstorm,
una pagina del quale pubblicizzante il primo e unico
lp di questa brillante band.
Kähr:
“1976 Il gruppo Brainstorm nasce a Minusio in un periodo
in cui la musica rock internazionale subisce una svolta
molto importante. Tuttavia i cinque musicisti sono
ancora ampiamente influenzati da gruppi come
Genesis, Yes e Pink Floyd.
1980 Il gruppo decide di lasciar perdere definitivamente
il rock sinfonico per avvicinarsi al più attuale genere
definito ‘Jazz-Rock’, o, meglio, ‘Fusion’.
Le composizioni diventano più orecchiabili e comprensibili
grazie a un grosso lavoro di arrangiamento musicale.
1981 Dopo varie esibizioni in tutto il Cantone, i Brainstorm
partecipano all’ Estival Jazz Lugano e la TSI gli
dedica uno Special di trenta minuti a ‘Musicmag’”.
Da “Illustrazione Ticinese” del 2 ottobre 1989:
“INFOMUSIC” E
“YOU” STORY
“YOU”, come detto, prima che agenzia spettacoli, fu una rivista,
nata sulla scia di un altro mensile, “Infomusic”. La realizzai
nel 1972 con la complicità di Mario Del Don e Renato
Reichlin. Sottotitolo: “Informazioni giovani e bla bla bla
su musica pop, folk, blues e jazz”.
Molto apprezzata dal pubblico, ma dai costi di stampa e
distribuzione esagerati e reperibile unicamente in alcuni
chioschi del Ticino. Solo due pertanto i numeri che
fu possibile mettere in vendita.
Poco tempo dopo ci riprovammo (e andò un po’ meglio)
con “YOU”. Sette i numeri pubblicati, due dei quali
speciali.
Come nel caso di “Infomusic”, comunque esagerati i costi di stampa
e distribuzione alle edicole.
Editoriale del primo numero di “YOU”:
“E’ un po’ presto per i bilanci definitivi. A giudicare dalle lettere
giunte in redazione, tuttavia, ‘YOU’ è stato gradito, anzi
graditissimo. Successo più morale che materiale, ma incoraggiante.
Abbiamo ricevuto cartoline persino dall’ Italia; chissà attraverso
quali vie il numero zero è riuscito a passare la frontiera…
Si scherza, naturalmente. Ringraziamo i lettori
di Como e Lissone, che non solo ci hanno elogiato in maniera
fin troppo generosa, ma che anche hanno espresso il desiderio
di abbonarsi.
II primo numero di ‘YOU’, come avrete constatato, non viene
più distribuito gratuitamente. Siamo costretti a farlo pagare,
in quanto il costo della stampa è assai elevato e le inserzioni
pubblicitarie sono poche. Chi veramente intende aiutare la
redazione, composta esclusivamente da studenti e liberi
collaboratori, si abboni. Dieci franchi (dodici numeri)
sono una bazzecola.
In questo numero, impaginato tenendo conto dei giudizi
finora giuntici, cerchiamo di stabilire una formula.
Attendiamo altri consigli. Fra l’ altro, abbiamo dedicato
un angolo del giornale agli annunci economici riguardanti
l’ organizzazione di concerti, la compravendita di dischi,
posters e strumenti musicali.
‘YOU’ si presenterà ufficialmente in pubblico (si fa per dire)
in occasione di un concerto. Saranno di scena i complessi
ticinesi FLYING DUTCHMAN, LES AIGLONS e l’ ex-leader
delle SAUTERELLES TONI VESCOLI. Lo spettacolo avrà
luogo domenica 24 marzo, nel pomeriggio, presso il cinema
di Acquarossa. Gli abbonati che presenteranno alla
cassa il cedolino-ricevuta verde godranno di uno sconto.
Concludendo, ci scusiamo con i lettori che non hanno trovato
il giornale in certe edicole. E’ triste, ma è così: in Ticino
non sono poche le persone scettiche nei confronti delle
iniziative dei giovani. Quando poi si tratta di musica…!
Il discorso vale per molti gerenti di chioschi che non hanno
accettato ‘YOU’, quasi si trattasse di pornografia o di
stampa sovversiva! Grazie, invece, ai venditori di giornali
che non hanno fatto storie, rendendosi conto che sarebbero
passati per ridicoli”.
Due gli “speciali” pubblicati, dedicati, rispettivamente,
al pop svizzero e alla locarnese
STANHOPE BAND
Questa, parte dell’ intervista realizzata con il leader
Marco Zappa da uno dei collaboratori della rivista:
In che misura il passato di Zappa incide sul presente
del gruppo?
“Premetto che l’ orientamento della Stanhope Band si discosta
in parte da quanto quanto costruito nei gruppi precedenti.
L’ inserimento del jazz e del classico assume maggior
rilievo rispetto alle formazioni del passato, mentre
il rock, inteso nel senso tradizionale del termine, svolge
un ruolo più marginale. Con questo non intendo rinnegare
il passato, cosa impossibile d’ altra parte, perché l’ incidenza
del bagaglio musicale acquisito rimane, e qualcosa, seppure
rimaneggiata, emerge sempre nel contesto musicale”.
Piero Righetti e Marco Zappa
Qual è l’ indirizzo della vostra musica?
“Come detto, cerchiamo il discorso di più ampio respiro,
una struttura più complessa e completa di quella che ci
può offrire lo schema collaudato ma restrittivo
‘strofa-ritornello-solo’, eccetera. Quindi offriremo della
musica che comporta un certo impegno da parte
dell’ ascoltatore. I brani sono tutti inediti (escludendo alcuni
dei momenti migliori dei vecchi Stanhope, che probabilmente
rimarranno) e di nostra composizione: da diverse idee
iniziali cerchiamo il filo conduttore che ci permetterà di
collegarle tra loro, formando un tutto unito. I brani vengono
discussi, provati, modificati, riprovati e curati nei minimi
dettagli. Talvolta trascorre un mese, anche due, prima che
il pezzo assuma la forma definitiva, prima che risulti
soddisfacente. E anche allora il brano rimane aperto
a eventuali revisioni”.
Dalla prima impressione, nettamente positiva, dell’ ascolto
dei nastri: mi sembra di intravvedere qualche
reminiscenza di McLaughlin e che il flauto di Lilo
Piemontesi subisca l’ influsso di lan Anderson.
“Sì, è un po’ il discorso che abbiamo fatto prima: è chiaro
che nessun musicista si può considerare indipendente.
Ognuno, in diversa misura, risente del patrimonio
musicale che lo ha preceduto, sia esso classico, jazz
o altro. La musica, mi sembra ovvio, non è un’ invenzione,
bensì la rielaborazione di impressioni, di esperienze
filtrate dal musicista attraverso la sua personalità,
i suoi sentimenti, le sue concezioni. Quindi, tornando
alla Stanhope Band, gli influssi sono diversi e i nostri
sforzi tendono appunto a formare un tutto armonico
di queste dipendenze, un tutto dal carattere spiccato,
dalla personalità propria. Per concludere, una musica
che è della Stanhope Band e di nessun altro”.
Parliamo dei testi.
“L’ importanza dei testi è subordinata a quella della
musica. La lingua, per ragioni ormai scontate di eufonia,
è l’ inglese, ma, al limite, potremmo limitarci a produrre
dei suoni senza un senso definito ricalcanti la
fonetica inglese. Mi spiego: l’ uso della voce vuole
essere più strumentale che descrittivo, quindi le parole
vengono aggiunte in un secondo tempo. Il nostro
mezzo espressivo è la musica e i testi, ripeto, hanno
un’ importanza marginale”.
Progetti?
“Ci stiamo preparando al nostro primo concerto che si terrà,
naturalmente, nel Ticino. Subito dopo intraprenderemo una
tournée che ci porterà, assieme ad altri gruppi elvetici, nelle
più importanti località della Svizzera. È pure nostra
intenzione incidere un disco, un LP – che non fu però
mai realizzato, ndr – che ci permetta, senza per questo
snobbare i 45 giri, intendiamoci, nei suoi quaranta minuti,
di svolgere un discorso completo, altrimenti impossibile
su singolo”.
La band:
Marco Zappa (chitarra e canto), Lilo Piemontesi (flauto,
sax e percussioni), Piero Righetti (basso e canto),
Oliviero Giovannoni (batteria e percussioni).
DALLA “YOU PRODUCTIONS”
A “FEEDBACK”
Negli anni Ottanta fu la volta di “Feedback”.
Dal Foglio Ufficiale:
“Feedback – Il Ritorno della buona musica di Giorgio Fieschi.
Attività creative, artistiche e di intrattenimento”
“Das Unternehmen Feedback – Il Ritorno della buona
musica di Giorgio Fieschi ist eine Einzelunternehmen
mit Sitz in Arbedo-Castione, im Kanton Tessin, die
im Jahr 1999 gegründet wurde. Es ist in der “betrieb
von kultur- und unterhaltungseinrichtungen” tätig”
Festival di musica leggera che, nel Sopraceneri,
diede il “la” ad analoghi open air.
Al sottoscritto nel 1987 l’ allora presidente dell’ Ente
turistico di Bellinzona Marco Cereda chiese di
organizzare una manifestazione che potesse in
qualche modo prendere il posto della da tempo
archiviata “Festa in burgh”, manifestazione dal
carattere fortemente popolare.
Lo fece, probabilmente, colpito dall’ interesse che,
qualche anno prima, aveva suscitato lo spettacolo
“Milano incontra Colonia” con Enzo Jannacci, i
tedeschi BAP e la Scarp Da Tennis Band che avevo
organizzato in una piazza del Sole non ancora
deturpata dai fastidiosi ed ingombranti camini
d’ areazione del sottostante autosilo.
Scarp Da Tennis Band
Cosa c’ era (e ancora c’ è ) di più popolare delle canzoni
degli anni Sessanta/Settanta?
Con Red Ronnie in piazza del Sole
Colsi così l’ occasione per contattare Red Ronnie, che all’ epoca,
su Italia Uno, conduceva il seguitissimo “Vent’ anni dopo
(Il bello del Sessantotto)”.
Prove dello spettacolo nello studio fotografico giubiaschese di
Massimo Pacciorini-Job. Da sinistra, Flaviano Cuffari, Ricky
Gianco, Stefano Previsti, Gian Pieretti, Bernardo Lanzetti
(ex cantante della PFM) e Alberto Radius
Lo convinsi a fare tappa in città per animare la prima edizione
di quello che avrebbe dovuto essere (e divenne) un originale
ed esclusivo festival con alcuni degli artisti con i quali stava
imperversando sull’ importante rete Mediaset: Ricky Gianco,
Gian Pieretti, Dino, l’ ex New Dada Maurizio e i Cantautores
di Alberto Radius. Artisti che riempirono la piazza.
Da “Libera Stampa” del 20 agosto 1988:
“Grandi e piccoli centri si stanno rianimando dopo la lunga
pausa estiva occupata per lo più da turisti. È tempo quindi
di pensare anche alla gente di qui, quella che in fondo lascia
ancora qualche franchetto nelle tasche nostre. Non a caso
gli enti turistici si danno da fare per offrire qualche cosa
anche ai loro contribuenti, senza peraltro dimenticare
qualche apporto dei turisti dell’ autunno.
È il caso dell’ Ente turistico di Bellinzona, sonnolento in
estate (a parte la polemichetta dei concerti) che d’ improvviso
si risveglia per riproporci la sua festa popolare. Una festa
che quest’ anno dovrebbe assumere una nuova dimensione,
sia per l’ ubicazione che per il programma proposto.
Tutto è nato da una trasmissione televisiva di successo,
proposta ogni martedì, in prima serata, nell’ arco di due
mesi, da Italia Uno con una tournée che ha toccato e
ancora toccherà le principali città d’ Italia e che in settembre,
venerdì 2 settembre per l’ esattezza, toccherà anche
Bellinzona, unica tappa su suolo svizzero.
La manifestazione, prettamente popolare, è stata favorita
dall’ interessamento del collega Giorgio Fieschi, e questo
a riprova che i cronisti sanno sì criticare, ma anche essere
della partita quando esistono le giuste premesse, sia di
ordine organizzativo che finanziario. Ma soprattutto
quando si ha quel minimo di umiltà che necessita per
accorgersi che anche altra gente sa fare, e come sa fare.
Ecco allora, il prossimo 2 settembre, Bellinzona che
ospita la trasmissione «Vent’ anni dopo», una rassegna
che vuol far rivivere al pubblico, musicalmente parlando,
le atmosfere non solo del 1968, ma degli anni Sessanta
in generale. Un «cast» di oltre venti conosciuti musicisti
riproporrà, dal vivo, numerose canzoni di quell’ epoca.
Accompagnati dalla «Cantautores Band» (formazione
scoperta e lanciata da Gianni Minà su RAI 3), saliranno
sul palco, fra i tanti, Ricky Gianco, Gian Pieretti (autore
di… Se sei bello, ti tirano le pietre..), Maurizio dei New
Dada (oggi attivo con i Krisma), Alberto Radius (una
volta stretto collaboratore di Lucio Battisti e «leader»
della Formula Tre, complesso, quest’ ultimo, di cui
recentemente Edoardo Bennato ha ripreso un «hit»),
Mauro Lusini (collaboratore di Gianni Morandi e
autore di «C’ era un ragazzo che come me amava i
Beatles e i Rolling Stones), Dino (l’ Eros Ramazzotti
degli anni Sessanta) e Bernardo Lanzetti (in passato
«voce» della Premiata Fomeria Marconi).
Presentatore della serata sarà un conosciuto
personaggio di Italia 1: Red Ronnie, molto amato
dai giovanissimi.
Eccezionalmente, all’ ultima ora, a Bellinzona è
annunciata anche la presenza del complesso
«I Nuovi Angeli», al quale si devono successi
quali «Donna felicità», «Singapore», «Ragazzina»,
«Color cioccolata».
Come detto in precedenza, lo spettacolo «Vent’ anni dopo:
il bello del ’68» sarà l’ unica puntata fuori dai confini
italiani (potranno dire «siamo stati anche all’ estero…»):
sarà comunque uno spettacolo originale, al di fuori dei
soliti polpettoni jazz, country, ecc., soprattutto che non
teme doppioni. Uno spettacolo «elastico» programmato
su parecchie ore della serata e, importante,
importantissimo, gratuito. Aavete letto bene? Non si
pagherà entrata alcuna”.
IL CONCERTONE DELLE
“GAZZELLE”
Vista la riuscita dell’ impresa, l’ anno dopo misi in piedi,
sempre in piazza del Sole, un concertone con gli amici
Dik Dik.
Per l’ occasione invitai pure l’ ex organista della band, Mario
Totaro, che tempo prima avevo tentato di contattare
(inviandogli una lettera rimasta senza risposta) e che poi,
casualmente, ebbi modo di incontrare durante un volo di
ritorno da Roma, a bordo di un aereo da lui pilotato.
I Dik Dik dopo il concerto. Primo a sinistra, di spalle,
Mario Totaro
LA TERZA EDIZIONE
Protagonisti della terza edizione: Mal, i Nuovi Angeli
e La Formula Tre.
Altro bagno di folla.
Si pensò fosse necessario dare al festival un più
intrigante nome: nacque così “Feedback. Il
ritorno della buona musica”.
Per l’ occasione il discografico della BMG Ariola, nonchè
leader degli zurighesi Looney Tunes Forty Morell,
amicone con cui ho condiviso un’ infinità di belle ed
esclusive avventure musicali, realizzò questo splendido
e inconfondibile logo.
“Per la terza volta la musica degli anni Sessanta ha
sbaragliato a Bellinzona ogni concorrenza. Lo scorso
fine settimana, nonostante le molte manifestazioni
organizzate nella regione (tra l’ altro la capitale
ospitava anche il circo Nock), il «Feedback» ha riempito
piazza del Sole, nonostante i capricci del tempo,
con temperatura non proprio estiva e il classico vento
freddo dei castelli. La manifestazione, completamente
gratuita, ha monopolizzato l’ attenzione di circa 12.000
spettatori, compresi quelli «itineranti», che seguivano
il concerto a intermittenza e per il resto animavano le
strade e i locali del centro storico.
C’ era tanta gente in giro che non sembrava nemmeno
di essere nella capitale, a volte fin troppo seria. I cuochi
del Rabadan, società che non manca mai quando ci si
diverte in città, venerdì hanno servito 1.000 porzioni
di risotto, per chi allo spettacolo gratuito ha unito la
cena, altrettanto gratuita.
Il ritorno della buona musica, organizzato dalla You
Productions e presentato da Giorgio Fieschi e Gino
Buscaglia, ha schierato ospiti di grosso calibro:
i Nuovi Angeli, Mal dei Primitives e la Formula 3.
Come in Italia, anche a Bellinzona la gloriosa musica
di 20 anni fa è seguita più dai giovani che dai
quarantenni. Per esempio molti giovani, completamente
ignari di successi come «Occhi neri», conoscevano Mal
per il tormentone «Furia cavallo del West», che il famoso
cantante è stato costretto ad eseguire a furor di popolo,
giocando la parte della controfigura di se stesso.
Dopo il concerto, la tenda dietro il palco ha ospitato
una festa con i cantanti e le autorità della capitale”.
LA CONSACRAZIONE
New Trolls, Camaleonti, Ribelli, Toni Vescoli, Rocky Roberts,
Little Tony e Patty Pravo sono gli artisti della quarta edizione.
I
Con Rocky Roberts, quello di “Stasera mi butto”, durante
una diretta televisiva dalla piazza
Il successo delle serate fu tale che la TSI, la quale al festival
fino a quel momento aveva dedicato unicamente servizi di
cronaca, da lì in poi decise di riprendere tutti i concerti
per riproporli tempo dopo, effettuare dirette dalla piazza
e realizzare “speciali” intitolati “A ritmo di Feedback”.
Collaborazione, quella fra “Feedback” e Comano, che
iniziò con ha vissuto la prima esperienza televisiva
(“Junior Club”, 1972). Per l’ occasione furono pure
effettuate riprese notturne con un elicottero.
L’ ETICHETTA
Fra le iniziative collaterali, il lancio dell’ etichetta
discografica “Feedback”, la cui produzione fu inaugurata
da un cd di Rocky Roberts. Tempo dopo ne venne
pubblicato un altro con brani originali dei Bisonti.
Il terzo cd con questa etichetta è il “live” dei
Nightbirds.
ARRIVA RENZO ARBORE
Dopo il logo realizzato da Forty Morell in occasione della terza edizione
del festival, per festeggiare la quinta, un nuovo, imponente palco.
Questo
Ciliegina sulla torta, Renzo Arbore, che andai a trovare a Roma
per convincerlo a duettare con Fausto Leali.
Ammirato per l’ originalità del progetto “Feedback”,
che ben conosceva, il geniale showman radiotelevisivo
accettò, eccezionalmente per il festival, di trascorrere
un paio d’ ore sul palco con il cantante bresciano,
il quale molto gli deve (è stato Arbore a suggerire
al “Negro bianco” di incidere la versione italiana
di “Hurt” di Roy Hamilton, la famosa “A chi”).
Questo nonostante stesse preparando un programma
dedicato a Totò e incidendo un disco.
Un’ esclusiva assoluta!
Con Renzo in piazza del Sole. Foto di Massimo Pacciorini-Job
ARBORE & LEALI ALLA TSI.
“CLIC” QUI:
Renzo Arbore, Fausto Leali e Bobby Solo
Quinta edizione di “Feedback”.
Da “Il Quotidiano”, 10.09.1992
Altri applauditissimi protagonisti delle due serate,
Aida Cooper, Don Backy, Maurizio Vandelli (che si
esibì con una band “made in Ticino”, la Feedband:
Corry Knobel, prezioso stage manager del festival,
Mauro Monti, Ivan Lombardi e Dario Cellamaro)
e Bobby Solo.
DOPO ARBORE, MOGOL
Rita Pavone, Nuovi Angeli, Corvi, Nomadi, i mitici
Toad (che lanciarono l’ album “Hate To Hate”),
Drupi ed i Nox, band formata da musicisti
locarnesi poco più che quindicenni, tra cui
Ian Knobel, figlio di Corry, stage manager di
“Feedback”, sono i protagonisti della sesta edizione.
Fra le più frizzanti esibizioni, quella della grintosissima,
elettrizzante Rita Pavone.
Per l’ ennesima volta, piazza del Sole gremita
all’ inverosimile.
Drupi
Ospite d’ onore, per la prima volta nella Svizzera italiana,
Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Nel cortile di Palazzo civico Renato Reichlin ed io
organizzammo un’ indimenticabile serata intitolata
“Parole e musica”, nel corso della quale il paroliere,
al solito brillantissimo, raccontò di sè, dell’ arte
della composizione e della scuola per giovani autori
e musicisti di Tuscolano.
TORNA VANDELLI
Fra le più ricordate performances dell’ ottava
edizione quelle, inedite e memorabili, di Ricky
Gianco & Gian Pieretti e Rocky Roberts &
Andrea Mingardi.
Ricky Gianco. Foto di Massimo Pacciorini-Job
Intense emozioni pure con Maurizio Vandelli
(rimpatriata a sorpresa, persino per l’ organizzatore
del festival!), che offrì al pubblico l’ intrigante
“Io ho in mente te”, i Collage, ai quali il pubblico,
specialmente quello femminile, decretò una trionfale
accoglienza, Nada, Gianni Pettenati, Riccardo Fogli,
i Nightbirds e i Corto Circuito.
Per quanto concerne i mitici ‘Night’, provarono nello
studio giubiaschese del fotografo Massimo Pacciorini-Job.
Le prove a Giubiasco (Chris Achermann, Roby Wezel,
Eliano Galbiati, William Mazzoni e Mario Del Don;
Roby, Corry, Chris ed Eliano Galbiati)
Soundcheck in piazza del Sole
Roby, William, Eliano, Mario e Chris “live”
Poco tempo dopo produssi, con la collaborazione di Corry
Knobel, un cd contenente incisioni effettuate durante il
festival, presso il “Rock Cafè” di Locarno di Eliano Galbiati
e reperite negli archivi della RSI. Ciliegina: un provino
per la Columbia/EMI Italiana realizzato negli studi
La Basilica di Milano tantissimi anni fa. Titolo: “Io corro”.
La copertina del CD prodotto per l’ etichetta “Feedback”
Quanto agli echi delle splendide serate, fra i tanti
ritagli di giornale gelosamente conservati, c’ è questo,
del Giornale del Popolo, se ben ricordo.
DAI BEATLES TEDESCHI A QUELLI SVIZZERI
Dal Giornale del Popolo:
“La formula della manifestazione bellinzonese non può
essere che questa, baciata in fronte com’ è stata
sinora, dalla fortuna e dal successo. Chi dice che la
melodia all’ italiana è roba per vecchi, anacronistici
passatisti, e come tale non riesce più a mordere,
è puntalmente destinato a cospargersi il capo
di cenere . Prova ne sia la folla strabocchevole che
s’ è recentemente entusiasmata alla festa della Rete 1 a
Giubiasco (di cui fui produttore e copresentatore, n.d.r.).
Se poi la stessa ha il privilegio di allearsi con la surreale
atmosfera notturna dei castelli e viene miscelata con
gli elementi tipici della sagra popolare, il risultato
non può che essere… «dirompente». E non è il solo
Fieschi a crederci. Ieri alla conferenza
di presentazione di Feedback 96 c’ era tutta la
Bellinzona che conta, politica, turistica, imprenditoriale,
pronta a scommettere che anche in questa circostanza
si farà… tombola”.
E fu proprio così!
Lancio del festival sul più gettonato giornale svizzero: il “Blick”
Dopo la Beatles Revival Band, a rendere omaggio a Lennon
e soci nell’ ambito di “Feedback”, Les Sauterelles di Toni
Vescoli. Concerto, il loro, nel corso del quale tolsero la
polvere pure a brani propri e di gruppi come i Kinks
ed i Byrds, fra i tanti.
Da “Ticino 7”:
“Un festival che richiama ogni anno decine di migliaia di spettatori
attirati dai motivi più diversi. Ci sono i nostalgici del primo
rock’n’roll, i puntigliosi cultori delle «cover» reinterpretate
da gruppi e artisti italiani, gli inguaribili romantici che hanno
archiviato nei loro ricordi non solo le loro notti d’ estate al
chiaro di luna ma anche gli indimenticabili «tormentoni»
musicali di quelle estati. E ci sono i giovani e i giovanissimi,
che riscoprono – «eccezionalmente dal vivo» – le canzoni
ascoltate su vecchi «45 giri» ritrovati nelle soffitte
delle nonne.
Una «Nashville» della canzone italiana, che ha già celebrato
nel suo «albo d’oro» il ritorno di Mal e Rocky Roberts,
i Nuovi Angeli e i New Troils e Maurizio Vandelli . Un lungo
elenco di musicisti felici di essere «sopravvissuti» alla
grande ondata del rock, del jazz, del revival blue e dei
cantautori.
Ma questa rassegna rischierebbe di spegnersi fra i ricordi se
Giorgio Fieschi, non ne riannodasse ogni anno i fili con la
musica dei nostri tempi. Come? Andando al di là della
musica e delle canzoni per riscoprire un «mood» esistenziale.
La musica degli anni ’60 – dice – è stata una rivoluzione,
cadenzata dal rock’n’roll e dalle idee di trasgressione,
di rivolta. Anche chi fa musica oggi mosso da queste idee
e in qualche modo ispirato dal rock’n’roll ha diritto di
cittadinanza nel regno di Feedback.
Edordo Bennato
I Matia Bazar
Si spiega così un programma come quello di quest’anno, che
accosta Les Sauterelles al gruppo Pelle Nera, Francesco Baccini
a Edoardo Bennato, Pupo ai Matia Bazar. Un filo diretto più
culturale che musicale, il segno di una voglia di cambiamento
che si è dipanato negli anni, fino a contagiare anche il buon
Enzo Ghinazzi (in arte Pupo), che ha recentemente scoperto
la musica cubana”.
Edoardo Bennato si esibì con un quartetto d’ archi, mentre
i Matia Bazar festeggiarono un compleanno (non ricordo più
di chi); quanto a La Pelle Nera, fra i componenti della
band, papà di Giorgia.
Con Baccini e la giornalista Donatella Gellera
Pupo
A GIUBIASCO LA
DECIMA EDIZIONE
Nel 2001 “Feedback” trasloca, si traferisce a Giubiasco,
in piazza Grande.
E cambia nome, si passa a “Comeback” (logo di Mario
Del Don), sottotitolo: “Sogno beat”.
Non cambia però la formula del festival, che continuerà
ad essere caratterizzata da proposte esclusive, come,
ad esempio, il concerto di Little Tony con le mitiche
Supremes e la ricostituzione del Patrick Samson Set.
Fra i protagonisti, I Profeti, I Bisonti, Giuliano e
i Notturni ((quello del “Ballo di Simone”), I Giganti
e, come detto, Little Tony con Le Supremes e
l’ orchestra diretta da Vince Tempera.
Little Tony e Les Supremes durante le prove
Unico concerto in Europa, quello di Lynda Laurence, Sherrie
Payne e Freddi Poole, alle quali Diana Ross, Mary Wilson,
Florence Ballard e Betty Mc Glow avevano ufficialmente
passato il testimone, dato l’ incarico di assicurare continuità
al loro mito.
L’ evento attirò l’ attenzione, oltre che del solito foltissimo
pubblico, della redazione de “La vita in diretta” di RAI Uno,
che organizzò un collegamento live dalla piazza giubiaschese.
Con Giuliano dei Notturni, quello de “Il ballo di Simone”
Per l’ occasione, nel corso delle due giornate di festival, pure
Rete Uno si mobilitò, inviando sul posto il modernissimo
ed elegante studio mobile di “Radio Estate”, da cui
andarono in onda diversi collegamenti animati
da Roberto Rizzato e il sottoscritto.
Con Renato Brioschi (cantante dei Profeti), Roberto Rizzato,
Nazareno La Rovere (chitarrista dei Profeti) e Osvaldo
Bernasconi (batterista dei Profeti) in diretta
Fra le tante apprezzatissime iniziative collaterali, la mostra
di opere grafiche e pittoriche di Mario Del Don, mostra
al cui vernissage prese parte Toni Vescoli, leader de
Les Sauterelles, i “Beatles svizzeri”.
Mario Del Don con Toni Vescoli e Marcel Aebi, leader
dei More Experience
IL CINQUANTESIMO
DEI “NIGHT”
“Da poco Rolling Stones, Nomadi e altri solisti e gruppi
noti e meno noti hanno festeggiato cinquant’ anni di attività.
Adesso tocca ai ‘Beatles ticinesi’, i Nightbirds”: è quanto si
legge nel flyer di lancio dello spettacolo che andò in scena
il 26 settembre 2014 al Teatro Kursaal di Locarno
intitolato, come il primo disco della band, “La strada bianca”.
Spettacolo musical-teatrale, per essere precisi, con ospiti
(tra cui Toni Vescoli, Mario Totaro e l’ Ensemble vocale
femminile Controcanto) e proiezione di filmati.
Per l’ occasione, sempre al Teatro di Locarno, venne allestita
un’ esposizione di fotografie, manifesti, strumenti e abiti
d’ epoca, come pure dato alle stampe un fumetto con la
storia dei Nightbirds.
Un successone da ogni punto di vista!
Particolarmente emozionanti le prove del pomeriggio, cui
assistettero allievi delle Scuole elementari guidati da Adolfo
Tomasini, direttore delle scuole comunali di Locarno dal
1987 al 2013.
“È grazie a una dritta di Roberto Maggini e alla grande
disponibilità dei Nightbirds e del loro leader e fondatore storico,
Eliano Galbiati, – scrisse Tomasini nel programma distribuito
alle famiglie – se cinque centurie di allievi del II ciclo delle
scuole elementari del Locarnese potranno partecipare a questo
evento speciale. In occasione del suo cinquantesimo compleanno,
che cade proprio nel 2014, la storica rock band locarnese
presenterà un concerto-spettacolo venerdì 26 settembre
alle 20.30 al Teatro di Locarno.
L’ avevo saputo in Piazza Grande diversi mesi fa, quando
mi ero imbattuto in Roberto Maggini, di corsa come (quasi)
sempre: doveva incontrare Eliano Galbiati, batterista e fondatore
del gruppo, perché – mi disse – si stava lavorando a questo
progetto. Mi venne spontaneo chiedergli, pur senza farmi
troppe illusioni, di buttar là l’ idea di replicare l’ evento anche
per il pubblico dei ‘Concerti per le scuole’. Detto fatto, dopo
qualche settimana ricevetti la conferma che i Nightbirds si
sarebbero volentieri esibiti anche per il nostro pubblico.
Come mi ha scritto Giorgio Fieschi, giornalista della nostra
Radiotelevisione ed enciclopedia ambulante di tutto ciò che
ha a che fare con la storia del rock e della musica leggera
in generale, ‘per noi di una certa età i Nightbirds sono
ancora una mitica band’.
‘Noi di una certa età’ siamo quelli che hanno dai sessant’ anni
in su e che potevano avere suppergiù l’ età del nostro pubblico
di oggi quando, negli anni ’60, nacque e si diffuse un gran
numero di complessi musicali che proponevano un nuovo
modo di far musica, nuovi testi, nuovi luoghi, nuovi modi
di vivere e pensare. E poi una moda diversa e colorata,
in barba alle abitudini un po’ grigie dei nostri padri.
Per chi lo vorrà, dunque, questo concerto-spettacolo sarà
pure l’occasione per conoscere quelli che, ancor oggi,
vengono chiamati fabulous Sixties, i favolosi anni ’60!
Il concerto pomeridiano per i ragazzi delle scuole elementari
sarà giocoforza ridotto, rispetto allo spettacolo della sera.
Non per questo sarà meno accattivante, perché, oltre alle
canzoni, si intercaleranno filmati e interviste, e al termine
i Nightbirds e i loro ospiti scenderanno tra il pubblico
per il saluto finale”.
MEMORABILE
il concertone delle Sauterelles del 15 aprile 2017, evento
organizzato con il sostegno di Swinging Locarno, gruppo
di esercenti della zona.
Dal programma distribuito al pubblico:
“Le sempre grintose Sauterelles di Toni Vescoli, i ‘Beatles svizzeri’,
si apprestano a festeggiare cinquantacinque anni di intensa e
gratificante attività. Lo faranno in agosto con una serie di
concerti nell’ ambito dell’ ‘International Beatleweek’, a
Liverpool, dove si recheranno per la quarta volta con
un seguito di ben duecento fans! Nel frattempo, tappa
a Locarno per promuovere un’ attesa ristampa, quella
del mitico lp ‘View To Heaven’.
L’ evento è in programma per il 15 aprile, Giornata mondiale
del vinile (Record Store Day), in piazza Grande.
Eccomi con lo splendido pubblico di piazza Grande
Lo storico gruppo, che nel 1967 all’ Hallenstadion di Zurigo
ebbe l’onore di aprire il memorabile concerto dei Rolling Stones,
per l’ occasione rispolvererà, fra i tanti pezzi, quelli in lingua
italiana incisi per la prestigiosa etichetta discografica EMI,
alcuni dei quali presentati al ‘Cantagiro’ di quell’ anno
(fra gli artisti che presero parte al seguitissimo concorso
canoro estivo, Adriano Celentano).
Quanto all’ elegante ristampa di ‘View To Heaven’, è stata
arricchita, per la gioia dei collezionisti, da foto e un EP
con quattro brani inediti. Dall’ originale dello splendido
vinile, ricordiamolo, fu tratto il 45 giri ‘Heavenly Club’
che nell’ estate del 1968 rimase per ben tredici settimane
nei ‘Top Ten’, sei delle quali al primo posto.
Il mini ‘View To Heaven Tour’ si concluderà a Lucerna
con un Gala Night nel corso del quale Toni Vescoli
(chitarra e voce), Düde Durst (batteria), Peter Glanzmann
(chitarra) e Freddy Mangili (basso) si esibiranno con
la Lucerne Concert Band diretta da Gian Walker.
Aprirà il concerto di Locarno la ticinese Scarp da Tennis
Beat Revue: Mario Del Don (basso e voce), Fabrizio
Ghiringhelli (chitarra e voce), Tiziano Caprara (batteria)
e Marco Meneganti (tastiere e armonica), pionieri nel
Ticino del rock dialettale”.
GUARDA IL SERVIZIO DEL “QUOTIDIANO” (TSI)
Marco Sestito di “Ticinonline” ne approfittò per intervistare
Toni Vescoli, al quale, in particolare, chiese di parlare degli
Stones e del mitico “View To Heaven”.
“Nel 1967 Toni e suoi compagni di viaggio incidono anche
in italiano (“Aiuto!… Va sempre male?”/”Il quinto non lo
paghi”), sbarcando nella vicina Penisola sul palco del
Cantagiro. Di ritorno in territorio elvetico, sempre in
quell’ anno, aprono il memorabile concerto che i Rolling
Stones tengono tra le mura dell’ Hallenstadion di Zurigo:
‘Rientravamo in Svizzera dopo essere stati per diversi
mesi in tour in Italia con i New Dada, Antoine e un sacco
di altra gente – ricorda Toni – Avevamo il timore che
qui nessuno si ricordasse di noi, e invece il pubblico
ci riservò un’ accoglienza straordinaria, un po’ come
quando i Beatles tornarono a suonare a casa,
a Liverpool…’.
Toni, quindi immagino vi siate goduti lo show degli Stones
direttamente dal palco…
‘Non proprio… Siamo riusciti ad ascoltare soltanto la prima
canzone e metà della seconda, dopodiché la polizia ci chiese
di andarcene…’.
Li avete comunque incontrati nel backstage?
‘Certo, prima dello show… Erano lì, tutti e cinque: Mick Jagger,
Keith Richards, Bill Wyman, Charlie Watts e Brian Jones…
Conservo ancora i loro autografi, fatti, tra l’ altro, su una
cartolina del Duomo di Milano che mia moglie aveva nella
borsetta… Curiosamente quel giorno nessuno di loro aveva
con sé foto da autografare…’.
Di cosa hai parlato con Mick Jagger?
‘Mi chiese della scena musicale svizzera, scoprendo che
Les Sauterelles, come i Rolling Stones, nacquero nel 1962…’.
In occasione del concerto in programma a Locarno verrà
ristampato il vostro secondo album, ‘View To Heaven’
(Blick, 1968). Cosa vuoi dirmi al riguardo?
‘Viene ristampato per il Record Store Day 2017, che
quest’ anno è in calendario il 22 aprile. Quindi ancora
non so se a Locarno avremo modo di venderlo… Vedremo…
Si tratta, comunque, di un’ edizione limitata di 1000 copie
in vinile a cui abbiamo aggregato anche
un ep con quattro brani inediti, registrati negli
ultimi mesi: ‘Fifty-Five’’, ‘Grasshopper’s Ballad’,
‘Man In The Moon’ e ‘Time’’’.
Come ricordi le registrazioni dell’ album?
‘Per la prima volta entrammo in uno studio dotato
di un otto piste… Eravamo elettrizzati! Calcola che i
Beatles registrarono album straordinari su un quattro
piste… Con noi in studio c’ erano una sezione archi di
sedici elementi, una sezione fiati, una dixieland band
e un coro di bambini con cui – per cinque giorni interi
– sperimentammo suoni…’Furono istanti straordinari…’.
Cosa hai ascoltato durante il processo di lavorazione del
disco?
«Qualche tempo prima di entrare in studio ruppi il gomito
e per forza di cose dovetti fermarmi. Incominciai ad ascoltare
musica barocca: mi colpì così tanto che non avrebbe non
potuto influenzare ‘View To Heaven’ …’.
RICORDANDO BATTISTI
Il 2 giugno del 2018, nell’ ambito della “Notte bianca”,
ancora in una gremitissima piazza Grande a Locarno,
andò in scena “Il nostro canto libero”.
Da Ticinonline, articolo di Marco Sestito:
“Uno spettacolo (ideato dal giornalista Giorgio Fieschi)
che – tra brani passati alla storia e aneddoti – porterà
sul palco nientemeno che Gianni Dall’ Aglio – batterista,
nonché fondatore, dei Ribelli – e il chitarrista Massimo
Luca, i quali con il cantautore hanno inciso più di
quaranta successi e suonato in occasione dello storico
duetto televisivo Mina-Battisti del 1972. A Locarno
saranno affiancati da Franco Malgioglio (basso, voce)
e Johnny Pozzi (tastiere).
Gianni Dall’ Aglio
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dall’ Aglio…
Gianni, i brani firmati Mogol-Battisti pare non
risentano dello scorrere del tempo…
«Anno dopo anno vengono amati e apprezzati sempre
di più. Sono brani che non stancano e che non invecchiano.
In qualche modo è come se Lucio continuasse a cantarli…».
Che tipo era in realtà?
«Molto modesto, riservato».
Come lo ricorda in studio di registrazione?
«Era un perfezionista. Quasi maniacale. Fino a quando
non otteneva il risultato che voleva, lavorava a una sola
idea per ore… Il suo metodo mi ha talmente condizionato
che dopo una giornata con lui in studio tornavo a casa
e iniziavo a comporre… Quei giorni con lui in sala di
incisione per me sono stati una masterclass micidiale
di composizione e di arrangiamento…».
A proposito… Lei, con Luciano Beretta e
Ricky Gianco, nel 1967 scrisse “Pugni chiusi”,
brano che poi incise con il suo gruppo,
i Ribelli… Come nacque la canzone?
«Ero a casa mia, a Mantova. La sera prima sulle
frequenze di Radio Luxembourg avevo sentito
un blues, ‘When A Man Loves A Woman’ di Percy
Sledge. Mi aveva colpito così tanto che cercavo di
ricordarlo in ogni suo passaggio: all’ epoca non
avevi la possibilità di registrare ogni cosa come oggi…
Alla fine, scrissi la musica, immaginandomi il pezzo
cantato da Demetrio (Demetrio Stratos, ndr), da poco
entrato nell’ organico del gruppo come tastierista
e cantante. Mancava ancora il testo, così chiesi a
Beretta di scriverlo. Quando andammo alla casa
discografica, alla Ricordi, ‘Pugni chiusi’ fu scelto
come lato B. Poi, invece, gli addetti ai lavori ci
ripensarono e divenne il lato A, il lato A del
nostro primo 45 giri con l’ etichetta…».
Torniamo a Battisti… Come fu costituita
la band che nel 1972 accompagnò il duetto
televisivo con Mina?
«Lucio ci fece contattare uno a uno, dandoci appuntamento
sul treno che da Milano, la notte precedente alla performance,
ci portò a Roma. Nessuno di noi musicisti, fino a quegli istanti,
sapeva dello speciale televisivo: ci informò Lucio non appena
il treno partì, chiedendoci, nel contempo, di andare nella sua
cabina a provare i pezzi… Lui e Massimo imbracciarono la
chitarra acustica, mentre io, bacchette alla mano, picchiavo
sul cuscino del suo letto come se fosse una batteria… Gli altri,
intanto, ascoltavano cercando di memorizzare tutto quanto…
Il mattino arrivammo a Roma stanchi morti…».
E Mina, l’avete incontrata subito?
«No, alle sei del pomeriggio… E dopo una prova veloce,
andammo in onda…».
STRAORDIMARIO
Testo di lancio dello spettacolo organizzato con il sostegno
della Commissione culturale di Arbedo-Castione presso il
Centro Civico l’ 8 e 9 giugno 2018:
“Concerto? Si e no. Musical? Quasi. Evento? Sicuramente si.
Diciamo che la miglior definizione per ‘StraordiMario, una vita
tra giri di basso e tratti di matita’ è spettacolo musical/teatrale.
Di scena Mario Del Don, poliedrico artista bellinzonese, grafico
, pittore, scenografo e musicista, ex bassista dei mitici
Nightbirds e fondatore della Scarp da Tennis, fra le band
pioniere del rock dialettale della Svizzera italiana”.
Da sinistra: Corry Knobel, William Mazzoni, Gregory Knobel,
Mario Del Don e Alberto Canali
‘Dagli stivaletti alla scarpe da tennis’ è il titolo dello spettacolo
durante il quale, con l’ arricchimento di proiezioni, Del Don, in
passato pure applaudito attore della RSI (‘La Palmita’, ecc.),
ripercorrerà le principali tappe della sua altrettanto fortunata
carriera di musicista. Dai primi concerti con gli Spettri alle
tournées con i Nightbirds, dal ‘progressive’ dei Gong al rock
dialettale della Scarp da Tennis”.
Con Mario, altresì in scena la Scarp Da Tennis Band, Renato
Reichlin e Michele Seitz. Direttore artistico: Corry Knobel.
Molto apprezzati dal pubblico pure i tanti disegni, fumetti,
bassorilievi, manifesti, copertine di dischi e modellini di
scenografie realizzati in oltre cinquant’ anni di attività,
anch’ essi in vetrina presso il Centro Civico.
(CONTINUA)