Ultimo aggiornamento 27 Novembre 2024
AMICI DA QUASI
QUARANT’ ANNI
Abbiamo fatto amicizia tanti anni fa, in occasione di
un’ intervista realizzata per “Il Quotidiano” della TSI.
Ne approfittai per proporgli di tornare nel Ticino per
un concerto in piazza del Sole a Bellinzona nell’ ambito
del festival “Feedback”.
Da allora ha fatto tappa da noi innumerevoli altre volte,
principalmente per partecipare a programmi radiofonici
e televisivi, concerti e showcases da me animati
ed organizzati.
A proposito dell’ intervista, ne realizzai una anche per
“Illustrazione Ticinese” (allora ero ancora freelance),
che la pubblicò nel numero del 9 ottobre con il titolo
“Mal: Gira il mondo,
canta… e spera”
La ripropongo, sapendo di fare cosa gradita a molti
di voi.
Lo avevamo quasi dimenticato, pensavamo avesse
cambiato mestiere. Invece eccolo qua, Mal dei Primitives,
in un bar di Mezzovico (poco prima di un concerto tenuto
in una discoteca della zona), a parlarci di ciò che ha fatto
negli ultimi anni e dei suoi progetti.
«È ancora bello», commenta una nostra accompagnatrice;
è ancora bravo, è addirittura migliorato, pensiamo noi
più tardi, mentre assistiamo all’esibizione.
«Negli ultimi anni non si è più parlato molto di me – spiega –
perché ho viaggiato, ho girato il mondo. Si è trattato quasi
esclusivamente di viaggi di piacere. Ho sempre avuto questo
desiderio. Ho cominciato da piccolo e continuo adesso che
ho quarant’ anni. Però non ho smesso di fare musica. Ho
registrato alcuni dischi belli ma sfortunati, fatto parecchie
serate e persino recitato (si è trattato di un’ esperienza
teatrale divertente, un musical)».
Sempre per quanto riguarda il passato, cosa rimproveri
a te stesso?
«Di aver messo in circolazione dischi come “Furia, cavallo
del West”. Quel che è peggio: non avendo creduto al successo
commerciale di questa produzione – ne sono state vendute
oltre un milione e trecentomila copie! – ho intascato poche
lire. Ho peccato anche di ingenuità, ho permesso a gente
poco seria – discografici e giornalisti in prima linea – di
speculare sulla mia immagine. Tutto questo perché ho
concesso loro fiducia».
Quale immagine vorresti “vendere”?
«Quella di uno che veramente sa cantare, ama la melodia
e ha qualcosa da offrire artisticamente. Purtroppo
continuano a proporre cose non adatte a me. C’ è anche
chi mi ha capito e vorrebbe aiutarmi, ma non ha grossi
mezzi finanziari per farlo».
Hai problemi finanziari?
«No, tutt’ altro. Potrei vivere facendo nulla, poiché i successi
di qualche anno fa mi hanno permesso di mettere da parte
qualche soldino per la vecchiaia. Eppoi ci sono le serate, mi
si invita sempre volentieri a cantare. Il discorso è un altro:
realizzare un disco di qualità oggi come oggi – grazie al
computer e, nel mio caso, all’ esperienza – non è un
problema; lo è invece trovare un discografico disposto
a investire somme enormi per promuovere il prodotto.
È peggio di una volta: i canali promozionali che contano
costano, vogliono montagne di soldi. Se investimenti
del genere si fanno, vanno a favore di illustri sconosciuti
giovani giovani, non di quarantenni che hanno
cavalcato nel West!»
Eppure avresti ancora molto da dire…
«Certo. Intanto, come vedi, presento ancora bene, i capelli
ci sono tutti e la pancetta non ha fatto la sua comparsa. Nel
cassetto tengo poi un’ infinità di canzoni belle tanto quelle
di una volta. Il problema, ripeto, è come presentarle. Non
sono un paninaro, ma neanche un pensionato. Mi piace
la melodia, ma continua ad affascinarmi pure il rock,
almeno quello di un certo tipo. Che fare, che linea seguire?
Devo pensarci bene, specialmente trovare qualcuno che
creda in me fino in fondo e che, di conseguenza, sia
disposto ad affrontare discorsi seri e sforzi finanziari
di una certa consistenza».
Altrimenti?
«Altrimenti sto al mio posto. Certo, non lo nascondo,
ogni tanto mi prende lo sconforto».
Hai ancora contatti con i Primitives, il complesso con cui
ti sei fatto conoscere in Italia?
«Sì. Li rimetterei insieme, però solo se mi offrissero
progetti interessanti».
C’ era un ragazzo che si chiamava Paul Bradley e decise
di divenire Mal; c’ era un cantante che si faceva chiamare
Mal e che tornò ad essere Paul Bradley: come prosegue
la storia?
«Mah! Forse mi farò chiamare Giovanni Bianchi».
Terza edizione di “Feedback”: alcune foto della
splendida serata
YEEEEEEH!
Mal, Paul Bradley, britannico naturalizzato italiano,
intraprende la carriera negli anni Sessanta con lo pseudonimo
di Mal Ryder.
Passa poi agli Spirits, ottiene un contratto con la Decca
Records, che punta però decisamente su di lui; i dischi
escono, quindi, con la denominazione Mal Ryder &
The Spirits.
Dopo due 45 giri che non riscuotono il successo che la casa
discografica si aspettava, Mal e soci passano alla Pye Records
e ne pubblicano un paio d’ altri che fruttano un tour in Germania.
Si esibiscono, fra i tanti locali, allo Star Club di Amburgo, dove
sono di scena i primi Beatles.
Al ritorno gli Spirits si sciolgono. Mal viene contattato per
riformare una nuova band, The Primitives, con cui incide
un nuovo singolo, sempre per la Pye. Quando pure il
chitarrista Stuart Linnell dimissiona, Mal recluta Dave
Sumner, conosciuto in Germania.
Il primo a destra è Pick Withers, poi batterista dei Dire Straits
Dopo un tour in Norvegia, i Primitives tornano a Londra e,
durante un’ esibizione in un locale di Soho, due italiani
presenti nel pubblico, Gianni Boncompagni e Alberigo
Crocetta (quest’ ultimo proprietario del mitico Piper Club
di Roma), propongono loro alcuni spettacoli in Italia.
Il batterista Mick Charletond decide però di restare in
patria. È sostituito da Pick Withers, che dieci anni dopo
diverrà il batterista dei Dire Straits.
Alla fine del 1965 i primi spettacoli al Piper, il locale
più di tendenza in quegli anni per il Beat italiano, dove
si esibiscono altri artisti che riscuoteranno successo
più tardi, fra i tanti Patty Pravo e i Rokes.
I Primitives incidono un album per la Piper Club (distribuita
dalla ARC, satellite della RCA) intitolato “Blow Up”.
Fra i pezzi, “I Ain’t Gonna Eat Out My Heart Anymore”, che
con il titolo “Yeeeeeeh!”, esce pure su 45 giri, riscuotendo
grande successo, bissato qualche mese dopo da “L’incidente”.
La casa discografica punta però su Mal. Comincia così la
sua carriera solista, seppure il complesso lo accompagni
ancora, specialmente negli spettacoli dal vivo.
Riscuote grande successo fino alla fine della decade con
brani quali “Bambolina”, “Tu sei bella come sei “(con cui
partecipa al Festival di Sanremo nel 1969) e “Occhi neri
occhi neri”.
Segue “Pensiero d’ amore”, che arriva al primo posto della
classifica stazionandovi per settimane e ispira l’ omonimo
musicarello del 1969, interpretato dal cantante: è l’ inizio
di una nuova carriera, quella di attore.
Nel 1970 escono “Lacrime d’amore“ e ”Amore Formula 2”.
Grazie al successo riscosso, Mal è protagonista di una serie
di fotoromanzi pubblicati da riviste come “Sogno” e
”Grand Hotel” e “Giovani”.
Non abbandona però la musica e partecipa nuovamente
al Festival di Sanremo. All’ edizione del 1970 si presenta in
coppia con Luciano Tajoli cantando “Sole pioggia e vento”,
mentre a quella del 1971 con i Nomadi interpretando
“Non dimenticarti di me”.
Nel 1972 tiene una serie di concerti a Las Vegas.
Dopo alcuni singoli in inglese di scarso esito commerciale,
ritorna in cima alle hit parades nel 1975 con una versione
in chiave moderna della celebre canzone di Vittorio De Sica
“Parlami d’amore Mariù”, che fa da sigla a una
rassegna televisiva di film del regista romano.
Nel 1977 ottiene un successo ancora più grande (un milione
e mezzo di dischi venduti) con “Furia”, sigla dell’ omonima
serie di telefilm con protagonista il “cavallo del West”.
A questa seguono altre sigle per il mercato infantile legate
a trasmissioni cui Mal prende parte: fra le tante, il “sequel”
“Furia soldato” e “Mackintosh”, sigla de “Il dirigibile”,
trasmissione condotta dallo stesso Mal con Maria Giovanna
Elmi.
Successivamente incide un nuovo lp, in inglese, col suo
vero nome: Paul Bradley. Tra i brani, “Let It Be Love”, che
raggiunge una buona posizione nella Hit Parade.
Altra partecipazione a Sanremo nel 1982 con “Sei la mia
donna”.
Nel 1997, 1998 e 1999 Mal torna al successo, non solo come
cantante, ma anche attore nella versione italiana del musical
”Grease” con Lorella Cuccarini. . Torna inoltre in televisione,
quale ospite fisso di “L’ultimo valzer” con Fabio Fazio e
Claudio Baglioni.
Nel 2005 partecipa al reality show di Canale 5 ”La fattoria”.
Segue l’ album “Attimi”.
Il 16 maggio 2014 Mal ritira a Genova, alla Fiera Internazionale
della Musica, il FIM Award, il Premio Italia alla carriera.
Nel 2017 pubblica il singolo, in formato digitale, “Benjamin
(Il nipote di Furia)”, mentre in maggio l’ lp “La donna che
c’ è in te”, per i cinquant’ anni di carriera.
Seguono concerti e partecipazioni a programmi radiofonici
e televisivi.
Nel 2019 pubblica “Grazie Piper!” (album accompagnato
da un videoclip girato all’ interno dello storico locale romano),
il cui lancio a livello svizzero è sottolineato da uno showcase,
da me presentato, presso il Cinema Otello di Ascona.
La storia continua …
VINILI CURIOSI
Ecco alcuni dei vinili di Mal pubblicati all’ estero, per la
precisione in Jugoslavia, Brasile e Germania.