ISPIRATI DAI BEATLES
Glen Burtnik, cantante, cantautore e polistrumentista, è conosciuto per aver lavorato con gli Styx e l’ Electric Light Orchestra e, pure, per essere stato Paul McCartney nel musical di Broadway “Beatlemania”.
Bob Burger si è esibito con McCartney, Bruce Springsteen, Jon Bon Jovi, Billy Joel e altri famosi colleghi in occasione di spettacoli in onore dei “baronetti”.
John Merjave è membro della house band BeatleFest e ha suonato con Billy Preston, Donovan, Denny Laine e altri importanti artisti.
Quanto a Joe Bellia, batterista “alla Ringo Starr”, è gettonato anche come musicista da studio/live, ha collaborato, fra gli altri, con Dave Mason, Southside Johnny e Bruce Springsteen.
Signore e signori: gli americani Weeklings, che apriranno la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00 e dalle 20:00 alle 21:00, con un brano da loro composto, “Like We Used To Do”.
A seguire:
Billie Joe Armstrong (Not That Way Anymore), Olivia Newton-John (A Little More Love) e Jimmy Barnes & Dan Penn (The Dark End Of The Street).
Protagonista della prima e unica doppietta della puntata, Mal dei Primitives con brani tratti da un recente album:
“I’m Still Singing” e “A Big Sensantion”.
Dopo Mal:
Teskey Brothers (Take My Heart), Bee Gees (Don’t Forget To Remember), Creedence Clearwater Revival (Lookin’ Out My Back Door), Ray Davies & Chrissie Hynde (Postcard from London), Gilbert O’Sullivan (Christmas Song), Cat Stevens (Father & Son), Edoardo Bennato (La mia città), Rolling Stones (It’s Only Rock & Roll) e Twisted Sister (I Wanna Rock).
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
A PROPOSITO DI MAL …
domani verrà messo in commercio l’ atteso album realizzato con due storici ex Primitives presso l’ Heaven Recording Studio di Lugano un paio di anni fa.
«Si è fatto attendere, – dice – ma è stato un bene, poiché ho così avuto modo di ben promuovere l’ altro album inciso a Lugano, “I’m still singing”, come pure la mia autobiografia “La furia di Mal”. Non solo: è altresì stato possibile realizzare uno splendido video, un cartone animato in 3D del pezzo trainante contenuto in “Reunion”, pezzo che ho inciso pure in versione italiana con la speranza di presentarlo a Sanremo, o come concorrente o in qualità di ospite. Stiamo a vedere…».
Le copertine del libro autobiografico e del nuovo album
So che “Go Slow”, titolo del brano, è stato ispirato da un episodio concernente tuo figlio Kevin Paul …
«Si, con la macchina tempo fa ha rischiato di provocare un incidente che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Da qui l’ invito a non correre, andare piano. Quanto al brano, è rock, grintoso, come, del resto, gli altri di ‘“Reunion”, alcuni dei quali, ad esempio “Gimme Some Lovin’” dello Spencer Davis Group, presi in prestito dal repertorio dei Primitives».
Con Roberto Colombo dell’ Heaven Recording Studio
Album realizzato durante la pandemia.
«E dedicato all’ indimenticato bassista della band, Jay Roberts, pseudonimo di Geoffrey Robert Farthing, scomparso nel 1995. Divenne famoso perché suonava il basso con tre corde. Si pensava che questo fosse voluto, e invece non era così. All’ inizio della nostra carriera i soldi scarseggiavano, pertanto durante uno dei primi spettacoli di successo Jay dovette esibirsi con le uniche tre corde sane rimastegli. Visto il successo riscosso, decise di suonare sempre in questo modo. Jay era l’ elemento del gruppo che più faceva l’ istrione durante i concerti. Rimase in Italia dal 1966 al 1973, stando sempre con me e gli altri Primitives fino allo scioglimento nel 1970, dopodiché si trasferì a Riccione ed entrò nel gruppo progressive Forum Livii, dove, oltre al basso, suonò le tastiere. Ai primi del 1973 decise di abbandonare il gruppo e, dopo una breve collaborazione con Simon Luca, ritornare in Inghilterra».
Il singolo e l’ album con cui i Primitives hanno conquistato l’ Italia
Con te, nel disco inciso a Lugano, ricordiamolo, sono presenti due ex Primitives, Dave Sumner alla chitarra e Pick Withers (con Knopfler fondatore dei Dire Straits) alla batteria.
«Si, hanno realizzato le basi musicali dell’ ellepì, che, tengo a ribadire, ha un tiro decisamente rock. Dave ha lavorato in uno studio italiano, mentre Pick in uno mobile di Liverpool, città in cui abita. Pick ha suonato anche nel precedente album, “I’m still singing”, pubblicato il 27 febbraio, giorno del mio compleanno».
Quanto alla copertina …
«È stata ideata da un ex compagno di scuola di mia moglie Renata: Emanuele Barison, disegnatore ufficiale di “Diabolik. Quindi, copertina d’ autore».
Mal (nella foto con l’ amica e collega Rachele Bianchi Porro) mi ha fatto l’ onore di lanciare la puntata di “Storie” andata in onda su RSI La1 un paio d’ anni fa
E adesso pure un Fan Club su Facebook …
«È così. Per la verità, il secondo, perché ne esisteva già uno. Questo, però, è quello ufficiale. Iniziativa di una signora di Firenze, ben fatto e con in vetrina alcune chicche, ad esempio video che io stesso avevo dimenticato, uno dei quali in tedesco! Dategli un’ occhiata, merita».
AMICI DA QUASI QUARANT’ ANNI
Abbiamo fatto amicizia tanti anni fa, in occasione di un’ intervista realizzata per “Il Quotidiano” della TSI. Ne approfittai anche per proporgli di tornare nel Ticino per un concerto in piazza del Sole a Bellinzona, nell’ ambito del festival “Feedback”.
Da allora è tornato nel Ticino innumerevoli altre volte, principalmente per partecipare a programmi radiofonici e televisivi, concerti e showcases da me animati ed organizzati.
Tornando all’ intervista, ne realizzai una anche per “Illustrazione Ticinese” (allora ero ancora freelance), che la pubblicò nel numero del 9 ottobre con il titolo
“Mal: Gira il mondo, canta… e spera”
La ripropongo, sapendo di fare cosa gradita a molti di voi.
Lo avevamo quasi dimenticato, pensavamo avesse cambiato mestiere. Invece eccolo qua, Mal dei Primitives, in un bar di Mezzovico (poco prima di un concerto tenuto in una discoteca della zona), a parlarci di ciò che ha fatto negli ultimi anni e dei suoi progetti. «È ancora bello», commenta una nostra accompagnatrice; è ancora bravo, addirittura migliorato, pensiamo noi più tardi, mentre assistiamo all’ esibizione.
«Negli ultimi anni non si è più parlato molto di me – spiega – perché ho viaggiato, ho girato il mondo. Si è trattato quasi esclusivamente di viaggi di piacere. Ho sempre avuto questo desiderio. Ho cominciato da piccolo e continuo adesso che ho quarant’ anni. Però non ho smesso di fare musica. Ho registrato alcuni dischi belli ma sfortunati, fatto parecchie serate e persino recitato (si è trattato di un’esperienza teatrale divertente, un musical)».
Sempre per quanto riguarda il passato, cosa rimproveri a te stesso?
«Di aver messo in circolazione dischi come “Furia, cavallo del West”. Quel che è peggio: non avendo creduto al successo commerciale di questa produzione – ne sono state vendute oltre un milione e trecentomila copie! – ho intascato poche lire. Ho peccato anche di ingenuità, ho permesso a gente poco seria – discografici e giornalisti in prima linea – di speculare sulla mia immagine. Tutto questo perché ho concesso loro fiducia».
Quale immagine vorresti “vendere”?
«Quella di uno che veramente sa cantare, ama la melodia e ha qualcosa da offrire artisticamente. Purtroppo continuano a proporre cose non adatte a me. C’ è anche chi mi ha capito e vorrebbe aiutarmi, ma non ha grossi mezzi finanziari per farlo».
Hai problemi finanziari?
«No, tutt’ altro. Potrei vivere facendo nulla, poiché i successi di qualche anno fa mi hanno permesso di mettere da parte qualche soldino per la vecchiaia. Eppoi ci sono le serate, mi si invita sempre volentieri a cantare. Il discorso è un altro: realizzare un disco di qualità oggi come oggi – grazie al computer e, nel mio caso, all’ esperienza – non è un problema; lo è invece trovare un discografico disposto a investire somme enormi per promuovere il prodotto. È peggio di una volta: i canali promozionali che contano costano, vogliono montagne di soldi. Se investimenti del genere si fanno, vanno a favore di illustri sconosciuti giovani giovani, non di quarantenni che hanno cavalcato nel West!»
Eppure avresti ancora molto da dire…
«Certo. Intanto, come vedi, presento ancora bene, i capelli ci sono tutti e la pancetta non ha fatto la sua comparsa. Nel cassetto tengo poi un’ infinità di canzoni belle tanto quelle di una volta. Il problema, ripeto, è come presentarle. Non sono un paninaro, ma neanche un pensionato. Mi piace la melodia, ma continua ad affascinarmi pure il rock, almeno quello di un certo tipo. Che fare, che linea seguire? Devo pensarci bene, specialmente trovare qualcuno che creda in me fino in fondo e che, di conseguenza, sia disposto ad affrontare discorsi seri e sforzi finanziari di una certa consistenza».
Altrimenti?
«Altrimenti sto al mio posto. Certo, non lo nascondo, ogni tanto mi prende lo sconforto».
Hai ancora contatti con i Primitives, il complesso con cui ti sei fatto conoscere in Italia?
«Sì.Li rimetterei insieme, però solo se mi offrissero progetti interessanti».
C’era un ragazzo che si chiamava Paul Bradley e decise di divenire Mal; c’era un cantante che si faceva chiamare Mal e che tornò ad essere Paul Bradley: come prosegue la storia?
«Mah! Forse mi farò chiamare Giovanni Bianchi».
REGALO DI NATALE
di Gianni Dall’ Aglio, batterista dei Ribelli: copia di un terzo inedito della band, “Il telegramma” (testo di Albertelli, musica di Dall’ Aglio), preziosissima “lacca” che, come quelle di “Non prego per me” e “Un’ altra Susie”, conserverò gelosamente nel mio forziere.
A sinistra: Giorgio Benacchio (chitarra), Angel Salvador (basso), Gianni Dall’ Aglio (batteria), Natale Massara (sax) e Demetrio Stratos (voce e tastiere)
«Siamo nei primi giorni che fanno seguito alla firma del contratto con la Ricordi, anno 1967», ricorda il fraterno amico. «Avevamo chiesto di andare in sala con dei provini per avere materiale da scegliere. Salvini, l’ allora direttore artistico della casa discografica milanese, scelse, fra i pezzi incisi, “La follia” (cover di “Friday On My Mind” degli australiani Easybeats) quale facciata A del singolo con cui intendeva lanciarci e, più tardi, in primavera, come retro del singolo, “Pugni chiusi”. Fra i titoli scartati, “Il telegramma”, suonato da tutti i Ribelli. Nella registrazione si riconoscono Demetrio Stratos e il suo mitico organo Hammond e la mia voce, come pure quelle di Giorgio Benacchio, Natale Massara e Ricky Gianco nei cori».
A GRANDE RICHIESTA
torneranno presto nel Ticino i (beat) amici pugliesi Pipers, il cui calendario continua a grondare di impegni. Dove e quando? Ne saprete di più prossimamente.
Nel frattempo la band sta realizzando due videoclips, il primo sarà pronto entro Natale e servirà a promuovere la cover di “Rock And Roll Music” di Chuck Berry, il secondo agli inizi dell’ anno prossimo ed è correlato al rifacimentdo di “Piccola Katy” dei Pooh.
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Alla prossima e … siateci!
Giorgio
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