A CASA DI …
È Mario Totaro, in passato tastierista dei Dik Dik e ora pilota ed istruttore d’ aereo, il protagonista della puntata. Da lui, a Locarno, per proporvi, al solito, splendidi brani/filmati che raramente o mai ascoltate/vedete alla radio/televisione.
Apre le danze:
Edoardo Bennato (Il gatto e la volpe)
Di tanto in tanto, pure un po’ di “Twist”, con il suo più importante esponente:
Chubby Checker (The Twist)
Kitsch a livello di look, ma, musicalmente, interessanti e di successo. Nel loro repertorio hanno pescato, fra i tanti, gli Oasis: Slade (Look Wot You Dun)
Doppietta “Sixtie” con : Lovin’ Spoonful (Daydream), Manfred Mann (Mighty Quinn)
Seconda doppietta con la frizzante Andy ed i pugliesi Paipers.
Andy (Mellow Yellow), Paipers ft Mario Totaro (Senza luce)
A seguire:
Fra i miti francesi del pop c’ è Michel Polnareff, quello della “Bambolina che fa non no no”. Lo vedete in uno splendido video d’ epoca a colori.
Michel Polnareff (Love Me, Please Love Me)
Quindi: Rod Stewart (Sailing), Rolling Stones (Let’s Spend The Night Together), Rolling Stones (Angry), Beach Boys (Kokomo)
Fra gli ispiratori della Gianna Nannini ragazza – come racconta lei – c’ è Don Backy, in passato artista del Clan di Adriano Celentano. La cantante gli rende onore ricantando: Gianna Nannini (L’ immensità)
Comico e scrittore di commedie, ripropone, dal repertorio dei Kinks: Stevie Riks (Picture Book)
A PROPOSITO DI GIANNA
L’ ho conosciuta grazie all’ amicizia con Peter “Zumi” Zumsteg, mitico manager zurighese che, ricordiamolo, l’ ha lanciata a livello internazionale.
Foto scattata a Zurigo da Massimo Pacciorini-Job quando ancora, Gianna ed io, eravamo …. bambini
L’ aneddoto.
Alla grintosa senese una volta diedi una mano nel mobilitare, nel tardo pomeriggio di un venerdì, fuori orario, un dentista di Lugano per ripararle un dente scheggiato (urgenza giustificata dal fatto che il giorno dopo avrebbe dovuto essere a Londra per realizzare un servizio fotografico).
Nel riportarmi con la sua auto (una BMW, se ben ricordo) dove avevo posteggiato la mia, mi fece sudare freddo, continuando a rimirarsi, mentre era alla guida, la bocca appena “restaurata” ed elogiando la professionalità dell’ odontoiatra cui l’ avevo affidata.
L’ incontro più recente l’ abbiamo avuto alcuni anni fa al “Moon And Stars” di Locarno. Nonostante indossasse gli abiti di scena e stesse per esibirsi, Gianna mi concesse, come, del resto, sempre in precedenti occasioni, una simpatica intervista per la RSI.
LA SVIZZERA
La cantante ha sempre avuto un rapporto speciale con il nostro Paese. In proposito ecco quanto da lei dichiarato, un paio d’ anni fa, a una giornalista della “Schweizer Illustrierte”:
Nannini, ha uno stretto legame con la Svizzera: è stata a lungo gestita da uno zurighese. Come vi siete incontrati?
“Quando ho iniziato ad avere successo fuori dall’ Italia, ho cercato un manager adatto. Lo chiesi all’ allora impresario di Edoardo Bennato, Urs Ullmann, anche lui svizzero. Mi presentò un amico con grande esperienza internazionale: Peter Zumsteg. Siamo stati una squadra forte per oltre venticinque anni e siamo ancora in contatto oggi”.
Le ha insegnato qualche parola di svizzero tedesco?
“Posso dire due parole: ‘Grüezi mitenand’. Trovo che sia dolce che in Svizzera le persone si salutino per strada o mentre fanno sport. Nessuno lo fa in Italia”.
Che ricordi ha della Svizzera?
“Molti, molti. Vado spesso sulle piste da sci, l’ ultima volta è stata l’ anno scorso. Da bambina andavo ogni anno a sciare con i miei genitori a St. Moritz. Ho iniziato a fare snowboard quando avevo quattordici anni. Adesso scio di nuovo perché è quello che preferisce mia figlia Penelope”.
Con il pubblico svizzero è amore da anni. Perché questo feeling?
“All’ inizio della mia carriera ho tenuto concerti in Svizzera e mi sono esibita in festival che, all’ epoca, raramente venivano organizzati in Italia. Penso che sia stato allora che ci siamo innamorati l’ uno dell’ altra”.