AUGURI, SVIZZERA!
Dal Toni (Vescoli) nazionale:
“Vorrei festeggiare con tutti gli svizzeri, compresi quelli all’ estero il “compleanno” di nostra madre Helvetia. Non lasciate che la pioggia vi disturbi! (invito rivolto al pubblico d’ oltre San Gottardo, ndr). Ogni tanto il sole torna a splendere, proprio come nella vita!
Nel 1977 ho avuto l’ onore di interpretare il ruolo principale nel musical ‘Tell’. È stata un’ esperienza davvero speciale. Racconto la storia, prove, esibizioni, eccetera, nella mia autobiografia “MacheWasiWill”. Quattrocentocinquanta pagine e tantissime foto. Se lo farai, le giornate piovose estive trascorreranno in un batter d’ occhio. Libro che puoi acquistare tramite il mio negozio online”.
DAI CCR AI DEEP
La vita on tour di una band: è di questo che parla il testo di “Travelin’ Band”, il pezzo che apre la puntata. Lanciato dai Creedence Clearwater Revival e composto dal leader della band, John Fogerty.
A seguire:
Van Rockman’s Honebus (I Can’t Let Maggie Go), C.J. Lewis (Sweets For My Sweet), Paul McCartney (Drive My Car), Jimmy Barnes (If Loving You Is A Crime), Harpo (San Francisco Nights), Poco (Call It Love), Bachman-Turner Overdrive (Roll On Down The Highway), Stray Cats (I Won’t Stand In Your Way), Cliff Richard & The Young Ones (Living Doll), Beres Hammond (Rockaway), Dion (Runaround Sue), Cliff Richard & The Shadows (Do You Wanna Dance), REO Speedwagon (I Do’ Wanna Know), Boston (Don’t Look Back), Deep Purple (Rockin’ Pneumonia And The Boogie Woogie Flu)
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
JOHN MAYALL E QUEI RAGAZZI DI BIASCA
A quanti fosse sfuggito, propongo di guardare lo splendido ed originale documentario “Mio padre era un hippy” diffuso alcuni anni fa dalla Televisione
della Svizzera Italiana. Occasione per ricordare uno dei gruppi pionieri del blues nel Ticino, nonchè un leggendario chitarrista da poco scomparso, John Mayall.
Michelangelo Gandolfi
Il mitico bluesman inglese
Una storia raccontata dal regista Michelangelo Gandolfi, figlio di Edgardo “Dado” Gandolfi (fra i fondatori dei biaschesi “Les Aiglons”) prendendo spunto da un album di foto.
GUARDA IL DOCUMENTARIO !
Storia di un uomo che, sposato, con due figli, a un certo punto della sua vita abbandona la strada prestabilita per percorrere quella del Beat e della creatività,
di un complesso tra i primi a suonare il blues dalle nostre parti e fra i principali protagonisti della scena musicale della Svizzera italiana dell’ epoca, degli anni ‘60 e ’70, delle guerre, delle contestazioni, dell’ emancipazione delle donne e di una gioventù che sognava un mondo più vivibile.
Il documentario è arricchito da un’ intervista al mitico bluesman John Mayall.
Uno dei tanti concerti svizzeri di John Mayall: settembre 1971, Zofingen, Argovia
FRA I PRIMI A SUONARE BLUES NELLA
SVIZZERA ITALIANA
Nella primavera del 1967 due gruppi musicali, i biaschesi “The Apaches“ e i bleniesi “Dixi”, dopo diversi anni di attività nelle sale da ballo, soprattutto del Sopraceneri, si sciolgono. Tre membri degli “Apaches”, il cantante e chitarrista acustico Ezio Della Torre, il bassista e sassofonista Pio Rodoni e il batterista Claudio Brunelli, decidono di continuare l’ attività, per cui si mettono alla ricerca degli strumentisti mancanti. La fortuna vuole che, proprio tre componenti dei “Dixi”, che hanno deciso a loro volta di continuare l’ attività musicale, siano proprio gli strumentisti mancanti. Il chitarrista solista e violinista Remo Gandolfi, il chitarrista ritmico Gianni Cima e il tastierista e armonicista Edgardo “Dado” Gandolfi accettano di collaborare, nascono così, nella primavera del 1972, “Les Aiglons”.
Dopo qualche altro anno trascorso nelle sale da ballo, decidono di cambiare rotta
e dedicarsi a un genere più da concerto.
Arruolate quattro coriste, Luciana, Denise, Soraya e Daniela (in seguito sostituita da Lorena), puntano sul blues e il soul (John Mayall, Canned Head, Janis Joplin, Julie Driscoll con Brian Auger & The Trinity… ) suonando soprattutto in occasione di spettacoli organizzati dal sottoscritto con la “YOU Productions”; da ricordare, in particolare, quello presso il Cinema di Acquarossa nel 1974 con Toni Vescoli delle Sauterelles, che da poco aveva intrapreso la carriera da solista.
QUO: ASCONA SI, MEZZOVICO NO
Come ricordato recentemente, il 4 agosto del 1973, sul prato antistante le Scuole di Ascona, si esibirono gli Status Quo e, in apertura di serata, i connazionali Deke Leonard & Iceberg.
Queste le considerazioni, a tratti curiose, dall’ anonimo giornalista del trisettimanale “Eco di Locarno” che ebbe l’ incarico di seguire il concerto.
7 agosto 1973, titolo:
Applausi per lo “Status Quo”
“Esiste un pubblico ‘pop’, o forse è più esatto dire che esiste di fatto un pubblico che si è avvicinato a questo genere musicale, esiste in forma viva e concreta, anche se dal punto di vista numerico non è quello registrato in altre manifestazioni di questo genere, qui in Europa, senza parlare dell’ America.
La presenza dei 1800 giovani, convenuti sul piazzale delle scuole di Ascona, è, però, tutt’ altro che trascurabile, anzi per il nostro Cantone è addirittura un primato.
Bisogna sottolineare a questo punto che sabato sera, sul magnifico prato dell’ arena, al concerto degli ‘Status Quo’, abbiamo notato la presenza di pubblico straniero: tedeschi, olandesi, francesi e addirittura svedesi; crediamo di essere
nel giusto quindi, se affermiamo che manifestazioni di questo genere in futuro vanno favorite, vincendo tutte le remore che le hanno fino ad ora ostacolate, questo perchè un concerto come quello di sabato va al di là del fatto in se stesso, risultando una sicura presa turistica sul pubblico giovane.
Quando, alle 21:15, Lancaster, Parfitt, Coghlan e Rossi sono comparsi, il pubblico ha dato in una vera e propria ovazione; i quattro Status Quo si sono esibiti per più di un’ ora, interpretando i motivi di ‘Piledriver’, il 33 giri di loro maggior successo attualmente.
Un rock, il loro, eseguito in maniera dura, diremmo violenta, fraseggi ad alto volume che non hanno mancato di entusiasmare il pubblico giovane, ma che non hanno proprio soddisfatto una minoranza, forse un tantino più esigente.
Manifestazione, tutto sommato, riuscita, anche se l’ impianto voce non è risultato perfettamente efficiente, tanto da costringere i ‘Deke Leonard Iceberg’ (che alle 20:00 circa hanno aperto il programma) a modificare sensibilmente il loro repertorio, offrendo al pubblico motivi di buona fattura e orchestrazione, anche se un po’ lunghi, forse troppo”.
La band avrebbe dovuto fare ritorno nel Ticino nel marzo del 1978, tenere un concerto a Mezzovico, ma non se ne fece niente. Perchè? Continuate a leggere.
Dal Giornale del Popolo del 4 marzo 1978
“Ci dice il segretario generale della Good News Mucky Stammler: «Era nostra intenzione accontentare già questo mese i numerosi amici ticinesi. Per questo, tramite un organizzatore luganese (Blanditi di Lugano, ndr), avevamo combinato un concerto con gli Status Quo in Ticino. Purtroppo però il Palazzetto di Mezzovico non è più agibile e l’ organizzatore non è riuscito a trovare un’ altra sede adatta. Peccato, perché sono sicuro che i Quo avrebbero richiamato molto pubblico anche dalla vicina Italia»”.
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Alla prossima e … siateci!
Giorgio