“PEEK-A-BOO”
dei Rubinoos aprirà la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00 e dalle 20:00 alle 21:00.
A seguire: Paipers (Sognando la California), Thin Lizzy (Dear Miss Lonely Hearts), George Harrison (This Is Love), Santana (While My Guitar Gently Weeps), Traveling Wilburys (Inside Out), Electric Light Orchestra (Shine A Little Love), Electric Light Orchestra (Do Ya), Proud Mary (Up Around The Bend), Alice Cooper (Elected), Alice Cooper (I’m Eighteen), Suggs (Cecilia), Glorious Sons (White Noise), Chilly (For Your Love), Sheryl Crow (All You Need Is Love)
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
GIULIANO DICE CHE
Giorni fa mi ha telefonato Giuliano Cederle, ossia Giuliano dei Notturni, quello del “Ballo di Simone”: piacevolissima chiacchierata, della quale ho approfittato per soddisfare alcune curiosità. All’ amico veneto ho chiesto, per cominciare, chi o cosa ispirò il nome della band.
«Difficile trovare un nome in quel periodo, visto che i gruppi beat pullulavano. Lo scegliemmo sfogliando il vocabolario. Ci piacque anche perché ci esibivamo sempre di sera, quindi di notte».
Come nacque la band?
«Con alcuni amici vicentini partecipai a un concorso a Milano presentato da Pippo Baudo e che durò una settimana. Vincemmo, imponendoci su centosessanta gruppi. Questo ci diede la possibilità di realizzare un provino per la RI-FI. Avevo pezzi miei, però decisi di coverizzare “50 Tears For Every Kiss” di Cliff Richard, in italiano “Oggi sono tanto triste”. Nel frattempo in America uscì “Simon Says”, che la casa discografica, della quale ai tempi facevano parte, fra i tanti, Mina, Fausto Leali, Iva Zanicchi, Fred Bongusto e I Giganti, preferì dare a me, anche perchè avevo vinto ben cinque puntate di “Settevoci” (seguitissimo programma RAI, ndr). Ne scrissi nuovamente il testo rendendola più semplice e simpatica. La sua fortuna furono il titolo e specialmente questo passaggio:
‘Adesso mi divertirò un po’ con te
Con un bel gioco che ti piacerà
Simone dice che è molto semplice
E lui queste cose le sa
Butta in aria le mani
E poi lasciale andar
Muovile ancora con me
Un po’ di quà e un po’ di là’
Si, perchè il pezzo non solo fece (e continua a far) ballare un eterogeneo pubblico, pure piacque moltissimo ai bambini, per cui venne gettonato anche nelle scuole materne di mezza Italia”.
Giuliano con la copertina dell’ album in posa per i lettori del Blog
Altro vostro ricordato brano, “Ragazzina ragazzina”, cioè “Mendocino” del “Sir Douglas Quintet”, inciso pure dai “Nuovi Angeli”. Chi la spuntò?
“Noi vendemmo molto di più. Lo confermano le classifiche di allora. Quanto a loro, fu, questo, il primo disco ad avere veramente successo».
Come viveste la notorietà?
«Arrivammo al successo senza aver fatto nessun genere di gavetta. Giornate grandiose, con la gente che ci correva dietro, chiedeva autografi e non ci lasciava mangiare quando eravamo al ristorante. Non eravamo abituati ad affrontare certe situazioni e, sebbene il nostro “Ballo di Simone” fosse in vetta alla hit parade, chiedevamo a nostra volta gli autografi ai grandi cantanti del momento. Nel corso degli anni mi è capitato di incontrare Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Zucchero, Simone Cristicchi, e ognuno di loro mi ha detto: ‘Sapessi quante volte abbiamo suonato Il ballo di Simone!’».
Con Giuliano durante le riprese di uno “speciale” per la TSI dedicato al festival “Feedback”
Perchè vi scioglieste?
«Per una questione di soldi. La RI-FI pagava poco, la televisione pure, e noi dovevamo dividere in sei. Avendo vinto più volte a ‘Settevoci’, il programma di Pippo Baudo, la casa discografica scelse di puntare solo su di me. Quanto alla band, non si rimise più insieme perchè ognuno trovò un lavoro sicuro. In quegli anni, poi, ci fu l’ avvento dei cantautori come De Gregori, Venditti e Dalla, tanti altri gruppi scomparvero».
Nel 1969 intraprendesti la carriera solista adottando, quale nome d’ arte, “Giuliano dei Notturni”. L’ anno dopo incidesti “Il ballo dei fiori“, versione italiana di “One Night Stand” di Lee Hazlewood, cui fecero seguito “Il gioco della mela” nel 1971 e “Caccia alla volpe” nel 1972, entrambi firmati da Roberto Vecchioni.
«Vecchioni, con cui collaboravo, mi propose inizialmente di incidere ’Donna felicità’, il pezzone poi lanciato dai Nuovi Angeli, ma io preferii optare per ‘Il gioco della mela’. Dopo aver partecipato al Festivalbar con ‘Il ballo dei fiori’, scritta da Mogol, dovetti assolvere il servizio militare, ecco perchè non mi fu più possibile partecipare a trasmissioni o tenere concerti. Essendo diplomato, andai pertanto a lavorare in banca, continuando comunque a fare seratine nei locali e a partecipare a spettacoli televisivi».
“IL BALLO DI SIMONE”
fu lanciato a livello internazionale dai “1910 Fruitgum Co.”, fra gli esponenti più ricordati della cosiddetta “bubble gum music”, la “musica da masticare”.
“Giuliano e I Notturni“ lo riincisero nell’ aprile del 1968. Nell’ estate dello stesso anno entrambe le versioni entrarono nella classifica dei 45 giri più venduti: “Il ballo di Simone” si piazzò al quarto posto, dando filo da torcere alla versione originale, diventando con il tempo brano cult degli anni ’60 e tra i più suonati e cantati nella storia della musica italiana.
Al successo del 45 giri di Giuliano contribuì anche la facciata B, che, come detto, avrebbe dovuto essere la A: “Oggi sono tanto triste”, lentone “da mattonella” scritto da Gian Pieretti e Beppe Cardile, liberamente ispirato a “50 Tears For Every Kiss” di Cliff Richard.
In totale, dal 1968 al 1969, “Giuliano e I Notturni“ incisero quattro 45 giri e un LP.
PROG ROCK MADE IN TICINO
Tempo fa ho dedicato ampio spazio all’ album pubblicato dai Nightbirds per festeggiare la posa di una targa commemorativa loro dedicata nell’ atrio del Kursaal di Locarno. Imperdibile lp contenente una decina di inediti ritrovati negli archivi della Radio della Svizzera Italiana e incisi nel 1968 sotto la direzione del maestro Mario Robbiani, nonchè due meravigliosi “live”, anch’ essi partoriti, tantissimi anni dopo, negli studi di Besso.
Oggi voglio parlarvi di un altro vinile che ha a che fare con la band, per essere precisi con due suoi ex componenti, il fondatore Eliano Galbiati e il chitarrista Corry Knobel: “Waterfall”, pubblicato nel 1972, dopo lo scioglimento del gruppo. Album che all’ epoca riscosse scarso successo, per quanto concerne le vendite, molto apprezzato, invece, dai critici musicali.
A cominciare da quello del “solito” “Eco di Locarno”.
26 febbraio del 1972
«Waterfall», ovvero le peripezie di due locarnesi per un 33 giri
“«Waterfall»: un anno di fatiche e di spese, di illusioni e delusioni, di amarezze, di promesse fatte e mai mantenute, di speranze. «Waterfall»: un anno di insistenza e di ferrea volontà in un giovanile ardore messo alla prova del fuoco. Ma «Waterfall», adesso, è realtà: Il «long playing» dei bravissimi ex «Night Birds» locarnesi Eliano Galbiati, anni 25, e Corry Knobel, anni 22, sarà pronto tra una quindicina di giorni.
Knobel e Galbiati
È una storia lunga, quella di «Waterfall» (cascata), che però il batterista Galbiati e il chitarrista Knobel, duri a morire, sono riusciti a condurre felicemente in porto. Questo malgrado le promesse di finanziamento avute da più parti, segnatamente da insospettabili case discografiche, e poi mai mantenute: ore passate nell’ anticamera di sale d’ incisione con il cuore in gola, per poi tornare a casa con la proverbiale coda tra le gambe. Panini e bottiglie di birra talvolta andati di traverso a ogni allungamento della serie di delusioni. Questo anche è «Waterfall».
Perciò la gioia è più grande e la soddisfazione indicibile per i nostri due valenti e seri giovani; per questo ora ne possono giustamente andare fieri.
E «Waterfall» è un capolavoro degno certamente del valore dell’ autore, chitarrista e cantante Corry Knobel e del batterista e pure lui cantante (sic!) Eliano Galbiati.
«Waterfall» è bello, semplice, limpido. È l’ espressione di un animo gentile, sereno, di un cuore grande così. «Waterfall» è la consacrazione di una storia triste quanto semplice. L’ amico più caro che muore a 14 anni, nel fiore della sua giovinezza, che cosa può lasciare nell’ anima? In che cosa si può ancora credere senza un carattere come dico io?
Tutto questo ce lo rivela «Waterfall», dall’ alto della sua piacevole melodia, mai aggressivo, eppure mai opaco, in ogni caso sempre ispirato da qualcosa di vissuto, di sofferto: «Remember Mitch?» sono le semplici ma significative parole di Knobel e Galbiati.
Accanto a questa canzone, nel 33 giri edito dalla Koala, troviamo «Play hiding»,”What will we become», «Mother nature says» (questo forse il motivo più bello, sublime), «Waterfall» e «The unknown light». È una musica di stile moderno, non legata a schemi particolari: una musica libera, orecchiabile e sincera, comprensibile per tutti, che certamente non trova affinità in nessun complesso del mondo.
Una musica notevole come può essere il punto d’ arrivo di appassionati che da oltre un lustro «vivono» di musica. Tutti questi pregi, aggiunti al fatto che Galbiati e Knobel si sono dovuti assumere tutte le spese dopo tante amarezze (è il primo «long playing» interamente «fatto» e prodotto in Svizzera) danno l’ esatta dimensione del valore di questa autentica opera artistica”.
LA RISTAMPA
Dicevo che l’ album fu – ed è tutt’ ora – molto apprezzato dalla critica, al punto che nel 2003 un’ etichetta d’ oltre San Gottardo ha deciso di ristamparlo. Si tratta della Black Rills Records di Rheinau/ZH, specializzata nel recuperare registrazioni prog perdute di band svizzere, rimasterizzandole e ripubblicandole su CD.
Stanton Swihart su allmusic.com, dopo aver ricordato la storia dei Nightbirds:
“L’ anno successivo, Knobel iniziò a sperimentare con le sue composizioni e, ispirato principalmente dalla musica psichedelica che espandeva la mente esplosa a livello internazionale pochi anni prima e dalle questioni sociopolitiche dell’ epoca, sviluppò un ambizioso concept album. Poichè non aveva esperienza in studio e, come ammise in seguito, “nessuna capacità di produzione, poca autocritica e, ovviamente, niente soldi”, arruolò come collaboratore il compagno di band Galbiati, che si dimostrò un raccoglitore di fondi così intraprendente che la coppia riuscì a prenotare uno studio nell’ autunno del 1971, supportata anche dai pianisti Cesco Anselmo e Oscar Bozzetti. Nel corso di quelle sessioni realizzarono la prima, grezza versione di «Waterfall». Insoddisfatti dei risultati, Knobel e Galbiati acquistarono comunque i nastri, come demo, nella speranza che qualcuno li producesse professionalmente. Un’ etichetta milanese alla fine mostrò interesse per il progetto, ma all’ ultimo secondo si ritirò, lasciando sul groppo del duo un prestito bancario di 7.000,00 dollari per coprire i costi di rifinitura delle registrazioni e stampa delle copie.
Le cose peggiorarono quando Knobel e Galbiati furono sorpresi da funzionari doganali mentre cercavano di contrabbandare in Svizzera le prime cinquecento copie. Di conseguenza «Waterfall» divenne uno dei pezzi da collezione di rock progressivo europeo più rari e ricercati dell’ epoca. A causa della paternità non specificata, nei successivi trent’ anni dell’ album in rari libri da collezione si è ripetutamente indicato, quale nome della band, Waterfall”.
IN VENDITA
Vendo (o scambio con riviste musicali come “Ciao Amici”, “Big”, “Ciao Big”, “Giovani” e “Pop”) i seguenti vinili, mai suonati, alcuni dei quali copie promozionali. Seguiranno altri titoli.
LEO SAYER, “ENDLESS FLIGHT”
QUEEN, “JAZZ”
QUEEN, “THE GAME”
QUEEN, “LIVE MAGIC”
POLICE, “OUTLANDOS D’ AMOUR”
STRANGLERS, “AURAL SCULPTURE”
HUEY LEWIS AND THE NEWS, “SPORTS”
HUEY LEWIS AND THE NEWS, “FORE!”
HUEY LEWIS AND THE NEWS, “SMALL WORLD”
MICHAEL JACKSON/PAUL McCARTNEY, “THE GIRL IS MINE”
“HAIR”, “ORIGINAL SOUNDTRACK” (DOPPIO)
DIRE STRAITS, “DIRE STRAITS”
DIRE STRAITS, “COMMUNIQUE”
ADRIAN GURVITZ, “CLASSIC”
REO SPEEDWAGON, “HI INFIDELITY”
REO SPEED WAGON, “GOOD TROUBLE”
REO SPEEDWAGON, “WHEELS ARE TURNIN’”
KINKS, “ONE FOR THE ROAD” (DOPPIO)
JIMI HENDRIX, “THE JIMI HENDRIX CONCERTS” (DOPPIO)
JEFF BECK, “FLASH”
URIAH HEEP, “HEAD FIRST”
KEN HENSLEY, “EAGER TO PLEASE”
BEACH BOYS, “SURFIN’ U.S.A.”
BEACH BOYS, “HIGH WATER” (DOPPIO)£
BEATLES, “A HARD DAY’S NIGHT” (RISTAMPA, 180 g)
JOURNEY, “LOOK INTO THE FUTURE”
JOURNEY, “NEXT”
JOURNEY, “INFINITY”
JOURNEY, “EVOLUTION”
JOURNEY, “DEPARTURE”
JOURNEY, “ESCAPE”
JOURNEY, “FRONTIERS”
JOURNEY, “RAISED ON RADIO”
JOURNEY, “IN THE BEGINNING” (DOPPIO)
DAVE EDMUNDS, “TRACKS ON WAX”
DAVE EDMUNDS, “REPEAT WHEN NECESSARY”
DAVE EDMUNDS, “TWANGIN …”
DAVE EDMUNDS, “D.E. 7”
DAVE EDMUNDS, “INFORMATION”
DAVE EDMUNDS, “RIFF RAFF”
DAVE EDMUNDS LIVE, “HEAR YOUROCKIN’”
DAVE EDMUNDS, “CLOSER TO THE FLAME”
BARCLAY JAMES HARVEST, “XII”
BARCLAY JAMES HARVEST, “LIVE” (DOPPIO)
BARCLAY JAMES HARVEST, “EYES OF THE UNIVERSE”
BARCLAY JAMES HARVEST, “TURN OF THE TIDE”
BARCLAY JAMES HARVEST, “VICTIMS OF CIRCUMSTANCE”
DEEP PURPLE, “MADE IN EUROPE” (DOPPIO)
DEEP PURPLE, “LAST CONCERT IN JAPAN”
PETE TOWNSHEND, “SCOOP”
PETE TOWNSHEND, “ANOTHER SCOOP”
IAN McLAGHAN (EX SMALL FACES), “BUMP IN THE NIGHT”
IAN McLAGHAN (EX SMALL FACES), “TROUBLE MAKER”
FLEETWOOD MAC, “THE GOLDEN ERA OF POP MUSIC” (DOPPIO)
RON WOOD (ROLLING STONES), “GIMME SOME NECK”
STING, JEFF BECK & ERIC CLAPTON, BOB GELDOF & JOHNNY FINGERS, PHIL COLLINS, DONOVAN, THE SECRET POLICE,
“THE SECRET POLICEMAN’S CONCERT”
IL SITO
Ribadisco l’ invito a curiosare nel sito: ci sono aggiornamenti e novità che potrebbero interessarvi, specialmente nel BLOG.
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Giorgio