ASCOLTA … E GUARDA!
I primi passi li ha mossi come chitarrista blues/blues rock, in seguito ha optato per il pop, un rock un tantino melodico. Sto parlando di Steve Miller, che aprirà la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00 e dalle 20:00 alle 21:00, con uno dei suoi più gettonati brani:
Steve Miller Band (Rock’n Me)
Clout, gruppo sudafricano formatosi a Johannesburg nel 1977, originariamente interamente femminile, cui, in seguito, si aggregarono musicisti uomini. Dopo di loro, l’ Elvis Presley inglese.
Clout (Save Me), Shakin’ Stevens (I’ll Be Satisfied)
“Chi fermerà la pioggia”, pezzone degli splendidi Creedence Clearwater Revival, velata protesta contro la guerra nel Vietnam.
Creedence Clearwater Revival (Who’ll Stop The Rain)
Singolo estratto dall’ album “Archi e Frecce” di Francesco Baccini, realizzato con le affascinanti violiniste dell’ Alter Echo String Quartet:
Francesco Baccini, L’ equilibrista
Composta da Bob Seger, in italiano “Grazie perchè” di Gianni Morandi e Amii Stewart. La ripropongono l’ irlandese Ronan Keating e la tedesca Jeanette Biedermann. Quindi, l’ australiano Jonnie Woodland con una perla di David Bowie lanciata dai Mott The Hoople.
Jeanette & Ronan Keating (We’ve Got Tonight), Jonnie Woodland (All The Young Dudes)
A seguire:
Ace Frehley (I’m Down), Foundations (Build Me Up Buttercup), Wayne Fontana & The Mindbenders (The Game Of Love), Cheap Trick (I Want You To Want Me), Eric Clapton (I Shot The Sheriff), Jimmy Barnes (Lay Down Your Guns)
L’ inglese Adrian Baker ed i suoi Gidea Park vi delizieranno con un medley di pezzi dei Beach Boys:
Gidea Park (Beach Boy Gold)
In italiano “Il contadino” dei Ragazzi della Via Gluck e Adriano Celentano, in inglese “Hold On I’m Coming” dei magici Sam And Dave. Riporta agli antichi splendori il pezzone la giamaicana
Precious Wilson (Hold On, I’m Coming)
E ancora: Stray Cats (Rock It Off)
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
I NOMADI
Fra le più longeve band d’ Italia, con all’ attivo innumerevoli pezzoni e che, di conseguenza, si ascoltano sempre con grande piacere, ma di cui purtroppo un solo membro originale fa ancora parte, ossia il tastierista, nonchè cofondatore Beppe Carletti.
È il motivo per cui non provo più particolari emozioni ascoltandoli. Diciamolo: da quando il mitico Augusto Daolio ci ha lasciati, i pur bravi Nomadi non sono più i Nomadi.
Con il mitico Augusto Daolio e …
Idem – parlo sempre a titolo personale – per quanto concerne i pezzi incisi in seguito, di buona qualità, si, ma che fanno rimpiangere, tanto per citarne alcuni, i gettonatissimi “Come potete giudicar”, “Dio è morto”, “Canzone per un’ amica”,“Io vagabondo” e “Un giorno insieme”.
Parlo del gruppo dell’ Emilia-Romagna perchè sarà di scena al Castel Grande di Bellinzona domani sera. Occasione, il suo ritorno in Ticino, per rinverdire un aneddoto raccontato molto tempo fa, storia di un “bidone” che tirai a un collezionista italiano in occasione di uno spettacolo di Beppe Carletti e soci al FEVI di Locarno.
Dunque …
Con la complicità dell’ amico Mario Del Don, di professione grafico, realizzai una finta copertina, cartonata, dell’ introvabile “Donna, la prima donna”, singolo di debutto del complesso dell’ indimenticato Augusto Daolio (odierna quotazione: più di ottocento euro), copertina nella quale, però, inserii un altro vinile, dei Taste di Rory Gallagher.
Beppe Carletti. A destra, la copertina del prezioso vinile
Fingendo di ignorare che tenessi fra le mani un “tesoretto”, dopo averlo utilizzato per uno speech con cui avevo deciso di aprire un servizio per “Il Quotidiano” della Televisione della Svizzera Italiana e insistenti corteggiamenti, cedetti il disco all’ ingenuo fan, che, eccitato e convinto di averla fatta franca, di corsa salì in macchina e ripartì alla volta della vicina Penisola.
Non so cosa, ancora oggi, pagherei pur di rivedere la sua faccia nello scoprire che gli avevo rifilato una patacca!
A “FEEDBACK”
Nel 1993 anch’ io ingaggiai i Nomadi. Si esibirono in piazza del Sole, ai piedi di Castel Grande, nell’ ambito di “Feedback”, festival che per una decina di anni ho organizzato a Bellinzona.
Concerto che Beppe Carletti ben ricorda, come dichiarato durante un’ intervista realizzata un paio di anni fa dal collega e amico Fabio Caironi per TIO.
Che rapporto hanno i Nomadi con il Ticino? Questa non è affatto la vostra prima volta qui…
«Non è la prima e spero che non sia l’ ultima! (ride, ndr) Abbiamo un bel rapporto con il Ticino, tutte le volte che ci siamo stati è stato bello. Abbiamo incontrato persone che ci seguono e ci vogliono bene. Mi ricordo proprio di un concerto a Bellinzona, nel 1993. Partecipammo dopo la scomparsa di Augusto (Daolio, lo storico frontman, morto nell’ ottobre del 1992, ndr) e per noi fu una grande sorpresa: la gente ci accolse in un modo meraviglioso. È stato bello, ma ancora di più: incoraggiante».
Fu come un abbraccio, quello del pubblico ticinese, dopo la grande tragedia che vi colpì?
«Proprio così. Quella volta a Bellinzona mi è rimasta nella memoria proprio a causa della disgrazia e della successiva ripartenza. Spero che sia di buon auspicio, per un prosieguo lungo ancora tanti anni».
PER I COLLEZIONISTI
Per celebrare i sessant’ anni di carriera i Nomadi hanno messo in commercio anche un box set dedicato ad Augusto Daolio, indimenticabile anima della band. Il cofanetto, realizzato dal tastierista Beppe Carletti, è intitolato “È stato veramente bellissimo!”.
Nel primo CD, tra l’ altro, c’ è un provino inedito con la voce di Daolio nel brano “E il treno va”, completato in studio da Beppe Carletti e due coriste; nel secondo pezzi “live” inediti del 1992, nel terzo e quarto l’ audio del concerto al Teatro Smeraldo di Milano nel 1991, digitalmente rimasterizzato.
Completano il cofanetto, impreziosito da un ricco booklet con testi dal libro “Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti” e contributi di Davide ed Elena Carletti, due DVD con il video del concerto al Teatro Smeraldo e un docufilm del 1995 interamente dedicato a Daolio.
AL RISTORANTE RICORDANDO IL PRIMO SINGOLO DA SOLISTA
“Recentemente – scrive Toni Vescoli nella mensile Newsletter – ho cenato con mia moglie Ruth nel nostro ristorante preferito, il “Pier 8716” a Schmerikon, e ho guardato oltre l’ Obersee e l’ antistante canneto. Mi sono ricordato che è stato lì, sul mio gommone, dove ho composto i testi del primo singolo da solista. Era l’ estate del 1970 e avevo appena sciolto “Les Sauterelles”. Il disco venne messo sul mercato alla fine di quell’ anno, i due brani fanno parte, come bonus track, del CD “Information”. Questa e altre storie le racconto anche nella mia dettagliata autobiografia “MacheWasiWill” (“Faccio quello che voglio”, ndr)“.
Wald (ZH), a casa di Toni. A destra, la copertina del singolo
Prossimo concerto: domenica 4 agosto, Hotel Berginsel, Oberems, Vallese.
Venerdì 16 agosto, poi, alle 18:30, Toni sarà ospite del “Summer Talk” di Patty Boser su Tele Züri. La trasmissione verrà ripetuta ogni ora.
“JOHNNY SAXOPHONE”
Il 10 maggio del 1982, presso il “Mascotte” di Zurigo, locale di riferimento per operatori musicali e artisti, venne ufficialmente presentato alla stampa nazionale il singolo “Johnny Saxophone” dei fratelli Corry e Ray Knobel. Con questo pezzo i due locarnesi, in marzo, avevano partecipato alla selezione svizzera dell’ Eurovision Song Contest Festival, suscitando interesse specialmente fra i critici, che gli attribuirono il primo posto nella loro speciale classifica.
“Johnny Saxophone” piacque molto pure a un produttore della CBS, il quale propose pertanto di inciderlo su disco.
“Ho tenuto la composizione nel cassetto per ben tre anni – dichiarò Corry nel corso della conferenza stampa – perchè l’ attività di produttore è stata intensa, tanto da impedire l’ attuazione di qualsiasi progetto personale. Incoraggiato da mio fratello e dai colleghi dello studio presso il quale lavoro, mi sono deciso a rispolverarla prima, a inciderla su vinile poi. Non utilizzarla sarebbe stato peccato, gli esperti l’ hanno confermato: è fatta su misura per manifestazioni musicali quali il festival eurovisivo”.
Il 25 giugno, poi, il lancio del singolo a livello ticinese. Dall’ “Eco di Locarno” del 26:
‘Cosa vuol dire fare un disco in Svizzera? Rimetterci un sacco di quattrini e pure un bel po’ di tempo. A meno che non si abbia la fortuna di poterlo esportare, vendendolo all’ estero.
E così, visto che il nostro è un paese perlomeno trilingue (il romancio nella selezione svizzera del festival non è presente), ogni regione cercherà di proiettarsi verso il paese limitrofo, ricco di un pubblico ben più numeroso e promettente. Questa ed altre considerazioni sono emerse nel corso della presentazione durante la quale, ieri mattina, il duo locarnese dei fratelli Knobel, Corry e Ray, ha presentato il suo più recente 45 giri, ‘Johnny Saxophone’.
Recente, si fa per dire, ha esordito Corry, in quanto il pezzo è stato scritto tre anni fa per essere interpretato da qualche gruppo europeo (si pensava ad un trio inglese), ma ha poi finito, come spesso accade, col restare nel cassetto. A tirarlo fuori sono stati proprio i fratelli Knobel, e l’ idea si è dimostrata felice: la canzone si è piazzata quarta alla selezione svizzera per il Festival eurovisivo della canzone, nel marzo scorso.
Il disco, un singolo che ha sul retro ‘Dio Sole’, è uscito sul mercato un paio di settimane fa. È la prima volta che i fratelli locarnesi cantano in italiano (il tedesco, se non altro per una questione di pubblico, ha finora fatto giocoforza la parte del leone).
‘Intendiamoci – ha aggiunto Corry – questo disco non rappresenta certo la somma delle esperienze fatte sino ad oggi, tantomeno un punto di partenza per quelle future. Per noi ancora adesso si tratta sovente di giungere a dei compromessi con le esigenze di mercato e pertanto non possiamo esprimerci con la nostra vena più genuina, ma, dando tempo al tempo, arriverà anche questo momento’.
A chi appartiene questa faccia?
A …
Intanto Corry è occupato su diversi fronti: oltre alla collaborazione recente con il teatro Antonin Artaud di Michel Poletti a Lugano, prosegue la sua attività di consulente artistico lanciando alcuni gruppi, tra cui quello zurighese dei ‘Killer’ (musica hard rock, del tipo Heavy Metal).
Cura inoltre diverse registrazioni, tra queste va segnalata quella di un long playing dei Braìnstorm, complesso anch’ esso locarnese, giunto ora al suo primo trentatrè giri. Il genere dei Brainstorm è del tipo jazz rock, un genere pertanto piuttosto difficile, specie per il pubblico abituato alla canzonetta dal semplice refrain. L’ LP uscirà fra qualche settimana (ne è stata appena ultimata la registrazione) e verrà presentato in piazza Grande il 18 agosto, la sera successiva, cioè, al concerto di Fabrizio De André.
‘Se consideriamo che si tratta di un gruppo di dilettanti – ha osservato Corry Knobel – questa esperienza, specie dal punto di vista qualitativo, può senz’ altro definirsi eccezionale’.
E le prospettive di vendita? ‘Praticamente nulle, non esiste purtroppo qui da noi un mercato. Ci vogliono colpi di fortuna come quello dei Krokus, l’ unico gruppo svizzero che esporta positivamente musica all’ estero. Tu continui a fare la tua musica nell’ ombra, magari per anni, poi il genere si mette a ‘tirare’ e allora ti pescano fuori e diventi qualcuno. Sempre ammesso di averne la stoffa”’.
Tornando a “Johnny Saxophone”, a oltre quarant’ anni dal lancio Corry ha deciso di riarrangiarlo, senza ancora aver deciso se ripubblicarlo o metterlo in rete. Si vedrà. Una cosa è comunque certa: ha le carte giuste per vivere una seconda giovinezza.
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Giorgio