“Beat Beat cos’ era il Beat
una scuola e una città
Beat Beat
Verona Beat
pugno in tasca e vanità”
“Verona Beat” è uno dei brani più noti de I Gatti di Vicolo Miracoli. Il titolo della canzone deriva dal nome di una fanzine veronese degli anni Sessanta che si occupava di musica beat.
È ricco di citazioni: vengono nominati infatti l’ Equipe 84, la mobilitazione per la carestia in Sri Lanka per cui George Harrison nel 1971 organizzò il celebre Concerto per il Bangladesh, il libro “Paura di volare” di Erica Jong, tra i testi di riferimento del femminismo degli anni Settanta, e i “cantautori che parlavano di libertà – col cuore in gabbia”, riferimento alla nascita in Italia della figura del cantautore, fenomeno nuovo per l’ epoca di cui parla.
Fra le più famose band del Veneto di quello storico periodo, i Kings.
Con Renato Bernuzzi, il loro indimenticato cantante, feci amicizia in occasione di uno dei meravigliosi raduni beat da lui organizzati nell’ arena dello storico Teatro Romano, raduno al quale partecipai per realizzare un servizio per “Il Quotidiano” TSI.
In quell’ anno, ricordo, di scena, fra i tanti, Jerry Calà, Shel Shapiro dei Rokes e Claudio Benassi dei Corvi.
I Kings al Teatro Romano di Verona
Recentemente, a casa dell’ amico Marco Pallua, ho conosciuto il batterista dei Kings, Pierpaolo Adda, cui ho chiesto di raccontarsi e regalare al piccolo esercito di affezionati e fedelissimi lettori di questo Blog alcune curiosità concernenti la storia della band.
Dunque, per cominciare, ecco chi é
PIERPAOLO ADDA
Sono nato a Soave (Verona) il 29 giugno 1944 da Tito, originario di Altavilla Vicentina e commerciante di prodotti alimentari, e Maria Pasetto, casalinga, proveniente da una vecchia famiglia di agricoltori soavesi.
Ho trascorso l’ infanzia e la giovinezza nel mio paese, assorbendone umori, sapori e odori che tuttora mi porto orgogliosamente dentro. Adolescente ho frequentato il Liceo Scientifico “A. Messedaglia” di Verona, presso il quale ho conseguito la maturità.
Nel 1963, contemporaneamente all’ inizio degli studi universitari, ho intrapreso una breve ma significativa carriera artistica come batterista del gruppo rock veronese denominato inizialmente “Dino e i Kings” (contratto discografico con la RCA Italiana) e, dal 1965, “I Kings” (nuovo contratto con la Durium).
Devo a questa importante parentesi una serie di esperienze che in qualche modo influenzeranno tutto il resto della mia vita. Alla produzione discografica si aggiungerà infatti una ricca attività concertistica, televisiva e cinematografica (apparizioni in “La congiuntura”, con protagonisti Vittorio Gassman e Joan Collins, e nel film musicale “Per un pugno di canzoni”, miscellanea di cantanti e gruppi dell’ epoca beat), che mi appare ancora incredibile per un ragazzo di provincia che aveva allora venti anni o poco più. Durante questo periodo mi sono dedicato, insieme con il mio amico Ennio Ottofaro, chitarra solista del gruppo, alla composizione di buona parte delle canzoni dei Kings, tra le quali “Caffè amaro”, tuttora particolarmente cara al cuore dei nostri coetanei veronesi, che la considerano una sorta di inno della nostra generazione.
Nel 1967, chiamato a prestare servizio militare, ho lasciato il gruppo, riprendendo gli studi 1968 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’ Università di Padova, dove mi sono laureato nel 1971.
La mia vita professionale si è svolta nel mondo bancario fino al 1998. In parallelo ho continuato a coltivare un intenso interesse per la musica e la poesia, dedicando larga parte del mio tempo alla chitarra, in particolare sotto il profilo storico-collezionistico. È stato alla fine degli anni ’90 che mi sono convinto a lasciare il mondo finanziario per convertire questo hobby nella mia attività quotidiana, che per quasi due decenni si è divisa tra ricerca di chitarre d’ epoca e un’ intensa attività pubblicistica come collaboratore della rivista specializzata “Guitar Club”.
All’ inizio degli anni ‘90 ho dato vita al “Soave Guitar Festival”, unanimemente ritenuta la più importante manifestazione europea dedicata alla chitarra e ai chitarristi, che ho condotto per ventidue edizioni, concludendone la storia nel 2013 nella città di Vicenza.
Continuo a coltivare il mio amore per la poesia e per le mie radici soavesi, trovando nel dialetto del mio paese la linfa che mi mantiene visceralmente legato alla mia terra. Proprio per rendere un modesto omaggio a Soave ho scritto un poemetto autobiografico, che ho intitolato “Nato a Soave…in casa”, pubblicato nel 2003 da Edizioni CIERRE – Sommacampagna (VR).
Nel 2004 ho invece dato alle stampe il mio primo volume di poesie in lingua italiana “Briciole d’ amore”, edito da Guitar Ranch – Verona.
Ancora presso Edizioni CIERRE nel 2007 ho pubblicato “Caffè amaro – Quel certo sapore dei miei anni ‘60”, scritto autobiografico in cui racconto la mia esperienza di giovane batterista dei Kings nei mitici anni ‘60.
Altra mia pubblicazione, risalente al 2008, è stata “Soave Guitar Festival – Scene e retroscena”. In questo volume ho raccontato come è nata e si è sviluppata la rassegna alla quale ho dedicato oltre due decenni della mia vita.
Nel 2014 ho collaborato con Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, e Tommy Emmanuel, il più grande chitarrista acustico vivente, alla realizzazione del loro CD “Dov’ è andata la musica”, che mi vede anche autore del testo del brano “Io non so amare a metà”.
Nel 2016 ho dato alle stampe un nuovo libro di poesie dal titolo “Foglie verdi e foglie secche”.
Il 10 Novembre 2017 ho presentato il mio primo album solista dal titolo “Lancillotto e Ginevra”, edito da Azzurra Music – Pastrengo (VR). Questo lavoro contiene quattordici canzoni, tutte da me composte, suonate (con l’ aiuto di alcuni ottimi musicisti, tutti miei cari amici) e cantate.
Nel 2018 Edizioni Croce di Roma ha pubblicato “La quinta stagione”, e nel 2019 “Chiodi, croci e speranza” e “Giorni feriali e feste comandate”, tre libri di poesie.
Nello scorso autunno la canzone “Chiaroscuro”, scritta e interpretata da me, è divenuta la title track dell’ omonimo CD che ha corredato il libro “Witch Hairs” di Dixie Gamble, esordiente scrittrice e moglie del noto chitarrista statunitense John Jorgenson. Sempre l’ autunno scorso, lo stesso John Jorgenson ha realizzato una bella cover della canzone “Caffè amaro” di cui sono co-autore, e l’ ha inserita nel suo nuovo CD “East Meets West”.
Il 10 luglio 2020 Azzurra Music ha pubblicato “Virus” del nuovo e inedito duo “Pierpaolo e Tommaso Adda”. Si tratta di un concept album costituito da nove canzoni che ho scritto sulla pandemia di Covid19 che ha colpito noi e il mondo intero all’ inizio di quest’anno, e che ho realizzato con mio figlio Tommaso.
In occasione della ricorrenza dell’ 8 settembre 2020 i quotidiani L’ Arena di Verona e Il Giornale di Vicenza hanno iniziato la distribuzione, conclusasi all’ inizio di novembre, di “Resistenza”, volume nel quale ho raccolto ventiquattro interviste ad altrettante vittime del fascismo e/o a loro familiari; volume al quale era allegato l’ omonimo CD contenente tredici canzoni da me composte ed interpretate per ricordare fatti realmente avvenuti in quel periodo nella mia area (est veronese). Azzurra Music, editrice di questi lavori, ha poi messo in vendita anche il CD come opera autonoma.
I KINGS
Son entrato nel gruppo “Dino e i Kings” a fine estate del 1963, quando, dopo la loro vittoria al “Festival degli Sconosciuti” di Ariccia – manifestazione promossa da Teddy Reno, che dava diritto ad un contratto con la RCA – la casa discografica contestò due elementi del gruppo (batteria e chitarra ritmica) e ne impose la sostituzione.
Entrai come batterista, lasciando “The Storms”, e portai con me Gilberto Storari, che in questo gruppo suonava il basso, ma che sapevo essere pure un ottimo ritmico.
Solo questa nuova formazione, a differenza da quanto si capisce dal peraltro interessante e apprezzato articolo di Italo Gnocchi pubblicato da “Raropiù” numero 90, inciderà i lati B (“Così come sei” e “Cerca di capire”) dei due primi 45 giri di Dino (al secolo Eugenio Zambelli), nonché gli altri tre brani ( “Lo sai tu?”, “Torna con me sulla luna” e “Fuoco del mio cuor”) compresi nel primo LP di Dino.
Dino e i Kings
Sempre a parziale rettifica di quanto scrive Gnocchi, non fu la RCA ad imporre l’ arrangiamento di Ennio Morricone per “Il ballo della bussola”, canzone con cui Dino avrebbe dovuto partecipare al Cantagiro 1965 insieme a I Kings. La nostra versione era veramente bella e abbastanza innovativa per l’ epoca, in quanto ricreava sonorità e ritmiche molto in stile Bo Diddley, e la RCA stessa la utilizzò per farci registrare una serie di puntate pubblicitarie su “Carosello” (RAI) per la linea di intimo femminile “La bussola” della Helion-Chatillon. Il problema vero fu la inattesa decisione di Dino (in realtà della sua famiglia) di ribaltare i rapporti economici all’ interno del gruppo, con il fine di rompere la formula originale che si ispirava a “Cliff and The Shadows”, dove cantante e gruppo avevano pari dignità, e riducendo la band ad un ruolo dipendente, quasi impiegatizio. Fu lì che, proprio out of the blue, ci trovammo di fronte a questa sgradevole novità della nuova versione della canzone con accompagnamento orchestrale e con Dino fermo sul suo nuovo progetto economico. Ma fu anche lì che decidemmo di lasciarlo con decorrenza immediata, e, dopo aver registrato la nostra denominazione “I Kings” alla Camera di Commercio di Verona, un certo giovedì della primavera 1965 gli comunicammo che gli impegni dell’ imminente fine settimana non li avremmo onorati, e che i nostri rapporti si consideravano risolti.
I Kings. Auguri 1966
Vorrei rettificare anche un altro dato, che leggo a pagina 72 di “Raropiù”, dove si dice che il primo e unico LP dei Kings comprende, tra altre cover, anche “Io ho in mente te” dell’ Equipe 84.
In realtà quel brano fu registrato prima da noi che dall’ Equipe, tant’ è che il nostro Long Playing è stato ultimato all’ inizio della primavera ’66, un paio di mesi prima del Cantagiro. L’idea della Durium, nostra casa discografica, era infatti di ritardare l’ uscita del singolo “Io ho in mente te” fino a giugno, proprio perché questa fosse la nostra canzone per partecipare al Cantagiro. A quel punto la Ricordi, titolare dei diritti editoriali, mise il veto sul nostro utilizzo del brano e lo riservò all’ Equipe 84, suo gruppo, che, come ben sappiamo, vinse la manifestazione.
La cartolina del Cantagiro
Ultima, ma doverosa rettifica, i Kings non si sciolsero a causa del mancato rinnovo del contratto discografico da parte della Durium, ma per cause diverse, che elenco brevemente.
Ai primi di gennaio 1967, poche settimane dopo l’ uscita della nostra canzone “Caffè amaro” (senza dubbio la più bella che io ed Ennio Ottofaro abbiamo scritto), venni chiamato al servizio militare, con obbligo di presentarmi alla Caserma “Trizio” di Lecce entro il 21 dello stesso mese.
In fretta e furia I Kings reclutarono un sostituto e continuarono l’ attività. Entro breve però Andy De Bruyn, il bassista, non si trovò più a suo agio nel gruppo così ricostituito e se ne andò, per formare una sua band, i “Sex Machine”. Il morale generale nel gruppo scese sempre più, anche perché, con la mia uscita, veniva a mancare l’ elemento che sino ad allora si era sempre occupato dei rapporti con la stampa e con la casa discografica. In più l’ impressione dei superstiti era che la Durium non avesse gradito tutte queste vicissitudini. Ci fu uno scambio di lettere tra le parti (le ho in originale), che si concluse con una Durium che di fatto lasciava liberi I Kings da ogni impegno.
A Salsomaggiore
West End di Torino
Al Piper di Milano
In copertina
AL RADUNO BEAT
DI MILANO
I Kings sono fra i complessi che parteciparono al Primo raduno beat di Milano organizzato da Miki Del Prete e Sandro Colombini, raduno di cui parlo in un altro articolo del Blog.
In quell’ occasione, in playback come gli altri, eseguirono “Cerca”.
Ecco alcune inedite immagini tratte da un filmato che conservo gelosamente.
Il mitico Renato
I VINILI
LP
Ristampato, CD e vinile, da
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