Ultimo aggiornamento 29 Giugno 2025
LA PRIMA VOLTA
IN TICINO
Il loro primo concerto in Ticino lo organizzai io nel 1978,
a Bellinzona.
Edizione limitata, 400 copie in vinile verde lime
numerate a mano. Include anche una copertina
dell’ album formato LP firmata da Chris von Rohr,
Fernando von Arb, Freddy Steady, Jürg Naegeli
e Tommy Kiefer
La band, che da poco aveva pubblicato il secondo album,
“To You All”, si esibì in un capannone allestito in via Mirasole,
a pochi passi dal Bagno pubblico.
Concerto che fece parlare più del previsto, poiché, in seguito
alle proteste dialcuni abitanti della zona infastiditi
dall’ elevato volume della musica, intervenne la polizia.
«State esagerando, dovete interrompere lo show!», ci venne
perentoriamente ordinato.
A trarci d’ impaccio fu il manager della band, l’ indimenticato
Heinz Meier della Free & Virgin Agency, che, fingendo di
armeggiare con i fader del banco regia cui non era collegato
alcunché, riuscì a convincere i solerti ma sprovveduti agenti
che i decibel erano stati ridotti.
Uno degli articoli di lancio del concerto da me scritti
Fra quanti hanno creduto in Chris Von Rohr e soci dagli inizi
e con loro hanno condiviso i primi successi c’ è Peter Frei, in
passato direttore di marketing della Phonogram e che da
anni vive a Muralto.
Ecco cosa racconta a proposito degli
INIZI
«Cominciamo col dire che la mia strada nel tempo si
è incrociata ben quattro volte con quella del gruppo.
La prima nel 1977, quando arrivai alla Phonogram.
Era il momento dei Rumpelstilz, che incidevano per
la bernese ‘Schnoutz Records’, label fondato da
Eric Merz, da noi distribuito e per il quale avevano
appena realizzato un album i Krokus. Con copertina,
se non erro, ad opera di Polo Hofer».
Poi “To You All” …
«Secondo album, più rockeggiante rispetto al precedente.
È l’ lp che ci fece comprendere che la band, gestita da
Harry Sprenger (il quale contemporaneamente, con
Heinz Meier della Free & Virgin Agency, organizzava
concerti) aveva un bel potenziale. Si decise pertanto di
cambiare label, di sottoscrivere un contratto più
importante. Dalla ‘Schnoutz’ i Krokus passarono alla
Mercury, contratto per tre album, prodotti in Inghilterra».
E con Harry Sprenger quale produttore…
«Visti l’ esperienza e i contatti che aveva all’ estero, ci sembrò
una buona idea. Il risultato fu ‘Pain Killer’, registrato al The
Manor Studio di Shipton-on-Cherwell, in Inghilterra, che
vendette discretamente in Svizzera, meno altrove. La
copertina con i ragazzi e le forbici non piacque, fu considerata
poco indovinata, ecco perchè in Germania i distributori
ristamparono il disco con una copertina diversa, con la foto
del gruppo».
Il disco fu parallelamente pubblicato negli Stati Uniti.
«Si, dalla Mercury, con titolo e copertina differenti.
Nuovo titolo: ‘Pay It in Metal’. Permise alla band
di cominciare a farsi apprezzare pure da quel mercato».
Dati i notevoli costi di produzione e le non eccezionali
vendite, l’ allora direttore di Phonogram decise di gettare
la spugna, il successivo album, ”Metal Rendez-vous”,
fu pertanto pubblicato da un’ altra etichetta.
«È così, uscì per Ariola. Nonostante avessi tentato in ogni
modo di convincere Louis Spillmann, che era alla Phonogram
Germania e sarebbe poi divenuto ‘boss’ di quella svizzera,
di investire in nuove produzioni, non ci fu niente da fare.
Spillmann permise ai Krokus unicamente di intraprendere
altre strade, con altre etichette. Mi diedi da fare con
insistenza perchè, come detto, la band piaceva, al pubblico,
alla stampa, piacevano i concerti».
Peter Frei con i Krokus, il quinto, fra il batterista Freddy
Steady e il cantante Marc Storace
Poco dopo ripubblicaste “Pain Killer”, avendone i diritti.
«Pure in questo caso con copertina diversa, quella con la fabbrica
e il fumo. Idem per quanto concerne il titolo, anziché per ‘Pain Killer’,
optammo per ‘Pay It In Metal’».
Tornasti a lavorare con i Krokus dopo essere passato
alla Phonag.
«Si, di quell’ etichetta presi in mano le redini. Dopo aver
attraversato un periodo di crisi, la band venne da me con
una nuova formazione comprendente Fernando Von Arb
e il cantante Peter McTanner. Per il mio label incise l’ album
‘Stampede’».
Altro periodo di crisi, poi la band tornò da te con Marc
Storace.
«Realizzammo ‘To Rock or Not to Be’, l’ album del grande
ritorno, con le vecchie sonorità che li avevano portati
al successo. Fernando Von Arb per l’ occasione richiamò
alcuni membri storici, fatta eccezione per Chris Von Rohr.
Rientrò nella band pure il primo batterista, Freddy Steady,
reduce da esperienze con Gianna Nannini. Il disco vendette
benissimo, fu molto apprezzato».
Altro capitolo Phonag, l’ lp “Round 13”.
«In questo album Marc Storace è sostituito dal
britannico Carl Sentance (ex-Persian Risk). Il
resto della band è composto da Fernando Von
Arb e Chris Lauper alle chitarre, Many Maurer
al basso e Peter Haas alla batteria (aveva già
suonato in ‘Stampede’). Dopo questo disco la
band decise di passare alla Warner Bros. Il
resto della storia la conoscete».
GLI AC/DC SVIZZERI
I Krokus figurano fra i grandi divulgatori dello stile
AC/DC, tanto da essere accusati (da alcuni) di plagio,
sia per la musica che per la voce del front man.
Hanno una storia lunga cinquant’ anni, per cui non
sono mancate le crisi: un primo scioglimento nel 1988,
una rinascita negli anni Novanta con modifiche di
formazione e suono, una seconda ripartenza nei
Duemila con il ritorno di vecchi membri e allo stile
delle origini, qualche frenata, poi altri dischi e concerti.
Con il tour del 2019 e il “live” “Adios Amigos” la band
intendeva nuovamente congedarsi dal pubblico,
ma poi ci ha ripensato e deciso di rimanere in attività.
È tornata nel Ticino, a distanza di quasi mezzo secolo
dalla prima volta, il 12 luglio dello scorso anno come
“spalla” degli Status Quo, in piazza Grande a Locarno
nell’ ambito del festival “Moon And Stars”.
Oltre quindici milioni di dischi finora venduti nel mondo;
fra i tanti riconoscimenti collezionati, da annoverare il
Premio record di diamante per il milione di album
solo in Svizzera.