QUANDO SI PARLA
DEGLI STONES …
Giorgio Gomelsky con un numero della più diffusa rivista
musicale svizzera dell’ epoca, “Pop”, una specie di “Melody Maker”
Foto: Eric Bachmann (Sam Mumenthaler)
non si può fare a meno di citare Giorgio Gomelsky, imprenditore, produttore discografico, compositore e regista figlio di un georgiano e una monegasca di origini italiane che dall’ URSS, detestando il comunismo, emigrarono in Siria, Egitto e Italia prima, Svizzera successivamente, ad Ascona, per la precisione.
Su di lui è stato detto e scritto, meritatamente, tantissimo.
Mi limito quindi a ricordare che, fra i gruppi che più gli devono, ci sono i mitici Yardbirds, ai quali agli inizi del 1964 procurò il primo contratto discografico, con la Columbia Records, mentre la band stava lavorando al singolo “I Wish You Would”, seguito dopo poco da “Good Morning Little Schoolgirl”.
Pure che, nell’ estate dello stesso anno, Gomelsky portò Eric Clapton e compagni nel Ticino per alcuni concerti, documentati da un paio di preziose foto scattate da Eliano Galbiati, che, folgorato da quelle esibizioni, poco dopo fondò i Nightbirds.
Gli Yardbirds all’ “Innovazione” di Locarno (il chitarrista
della seconda foto, di spalle, è Eric Clapton)
PADLINA: “VI RACCONTO
QUELL’ INCONTRO”
Fra quanti hanno personalmente conosciuto l’ ambito e geniale impresario c’ è il collega e amico Gianni Padlina, regista e autore di originali e premiati documentari per la Televisione della Svizzera Italiana e altre reti.
Anni fa, a New York, a caccia di ticinesi che vivono nella Grande Mela, lo incontrò e realizzò uno “speciale” a lui dedicato.
Gli ho chiesto di raccontare qualcosa a proposito di quell’ invidiato incontro.
“È quello che più di tutti mi colpì. Personaggio estremamente interessante, Giorgio Gomelsky, cresciuto ad Ascona e trasferitosi in America, dove è morto nel 2016, dopo tanti, straordinari anni trascorsi in Inghilterra.
Il padre medico condotto in val Onsernone, lui scatenato amante della nuova musica giovanile allora nascente e del Jazz. Fu ripreso e sgridato mentre suonava pezzi jazz con
l’ organo del Collegio Papio! Si introduceva di soppiatto dietro le quinte della famosa Taverna di Ascona, ai tempi meta di gruppi musicali di un certo livello.
Poi il viaggio a Londra, dove il fermento giovanile cominciava a sfogarsi in una miriade di gruppetti musicali. Giorgio aprì un bar frequentatissimo dai rampanti capelloni, il CrawDaddy.
Acuto osservatore e conoscitore della musica dell’ epoca, si mise ad attentamente osservare questi aspiranti divi. Ne scoprì, e contribuì a lanciarli, almeno quattro o cinque tra i più dotati. Li mise insieme rinchiudendoli, a volte, nella sua grande cantina e imponendo loro di esercitarsi e creare pezzi in cambio di vitto e, a volte, alloggio… Riuscì a mettere in riga persino quelli che sarebbero in seguito divenuti i Rolling Stones!”
Quali fra le molte cose che ti raccontò Giorgio più ti hanno divertito o incuriosito?
“In particolare che, su richiesta degli Stones, riuscì ad invitare i Beatles ad assistere ad una loro serata, durante la quale nacque fra di loro una solida amicizia, altro che rivalità! Non dimentichiamo che, poco dopo, i Beatles regalarono a Mick Jagger e soci ‘I Wanna Be Your Man’, inciso da ambedue le bands, primo successo discografico degli Stones”.
Descrivi l’ abitazione di Gomelsky.
“Giunto all’ indirizzo nuovayorchese di Giorgio, mi colpì un enorme cartello fissato sulla parete della casa con la gigantesca scritta ‘FOR SALE’, ossia ‘in vendita’!
La casa, di quattro piani, era stretta tra due imponenti grattacieli, scenari tipici di quella città. Durante l’ intervista Giorgio mi descrisse le esperienze vissute con i Rolling Stones, il gruppo di Julie Driscoll, gli Yardbirds e altri gruppi di fama mondiale. Mi domandai però perchè avrebbe dovuto lasciare quella dimora, come evidenziato dal cartellone, in vendita. Era il problema che lo stava mettendo in ginocchio, non sapendo dove andare a sistemarsi.
Mi congedai da lui, terminate le riprese, promettendogli che avremmo cenato insieme prima del mio rientro in Ticino. Dopo una decina di giorni a caccia di ticinesi emigrati nella Grande Mela, tornai da Giorgio per la cena dei saluti. Vidi che il cartellone che era stato appeso sulla facciata principale della casa era sparito e mi preparai a consolarlo.
Suonai alla porta, ed un raggiante Giorgio mi abbracciò, facendomi entrare in quella che era nel frattempo ridiventata la sua abitazione. Mi raccontò una storia di quelle che solitamente si vedono solo nei film. Disperato senza aver trovato una soluzione, si era preparato, pure moralmente, ad andarsene, quando, una mattina, due sconosciuti ma distinti signori suonarono alla sua porta. Gli spiegarono che erano emissari dei Rolling Stones, i quali, a distanza di anni, si erano ricordati che, se non fosse stato per la sua insistenza, mai avrebbero continuato a suonare insieme e avuto successo. Scopo della visita: la consegna di un assegno in bianco… Avrebbe potuto scriverci qualsiasi cifra, ma il buon Giorgio vi indicò unicamente la somma che gli occorreva per comprare la casa, non un dollaro in più. Per dire che personaggio era! Una favola come poche, che andava proprio raccontata”.