QUEI (VERAMENTE)
BRAVI RAGAZZI
Fra gli artisti del Clan Celentano per i quali ho sempre avuto un debole ci sono i Ragazzi della Via Gluck, che presero il posto dei Ribelli quando Gianni Dall’ Aglio, Natale Massara e soci passarono alla Ricordi.
La storia
La band, che nasce per iniziativa di Mimmo Seccia nei primi mesi del 1966 e il cui nome, agli inizi, è Epoca 70, debutta al famoso Santa Tecla riscuotendo un successo enorme, dato che il repertorio proposto è a base di pezzi R&B, genere che in quel momento nessuno fa in Italia.
Li sente, fra i tanti, Gino Paoli, il quale si offre come produttore e procura un provino presso la Durium (titolo del brano: “Hold On I’m Coming” di Sam & Dave, in seguito “Il contadino”).
Offerte giungono pure da un discografico della CGD, ma a ingolosire Seccia e soci è Miki Del Prete, che li porta da Adriano Celentano; l’ intesa è istantanea, al punto che il contratto viene firmato sul biliardo del “Molleggiato”, che li convince a cambiare nome e farsi chiamare I Ragazzi della Via Gluck.
Il battage pubblicitario è stile Clan, con i giornali ad occuparsi di un gruppo di cui nessuno sa nulla, dato che continua ad esibirsi al Santa Tecla con il nome Epoca ’70. Lancio, dunque, che inizialmente punta sul mistero, segue il copione di quello della Ragazza del Clan, Milena Cantù.
Augusto Lobasso, sax baritono, Gianfranco Longo, batteria,
Uccio Armanna, tastiere, Donato Dardes, chitarra,
Mimmo Seccia, chitarra, e Giorgio Manzoli, sax tenore
Se ne saprà di più in occasione della pubblicazione del primo disco, “Il contadino” (cover di “Hold On, I’m comin'” di Sam And Dave), seguito poco dopo dal debutto televisivo con Mina a “Studio Uno” (RAI).
ADRIANO CELENTANO PRESENTA I RAGAZZI DELLA VIA GLUCK. “CLIC” QUI
I RAGAZZI DELLA VIA GLUCK E CELENTANO. “CLIC” QUI
I RAGAZZI DELLA VIA GLUCK. “ROCK! PADRE DEL BEAT”. “CLIC” QUI
Nel 1967 il chitarrista Mimmo Seccia, dopo aver partecipato a numerosi eventi, specialmente accompagnando Celentano, si ferma per problemi fisici per sei mesi ed è sostituito da Sauro Profeti.
Una volta ristabilito, torna al Clan, dove il “Molleggiato” gli propone di incidere un disco come solista con il nome Sancho (titolo: “Il bicchiere”/”Sete”). Disco con cui Mimmo vince per due volte a “Settevoci” famoso programma di Pippo Baudo e partecipa a “La caravella dei successi” (vince pure qui, ma, per brogli discografici, finisce al secondo posto.
Dopo circa due anni e mezzo, I Ragazzi della Via Gluck, che si stanno quasi sciogliendo, chiedono a Mimmo Seccia di tornare con loro. Da cantante chitarrista diventa cantante bassista, visto che alla chitarra c’ è Pinuccio Pirazzoli (in seguito divenuto apprezzato direttore d’ orchestra); gli altri in quella fase del gruppo sono Giorgio Manzoli al sax (fratello di Gerry dei Camaleonti), Gianni Poggio alla batteria e Giulio Cavalli alle tastiere (ex Pattuglia azzurra di Claudio Lippi).
Detto questo …
ALCUNE DOMANDE
A MIMMO SECCIA
I primi importanti passi musicalmente li hai mossi con i Trappers, di cui a quei tempi facevano parte pure Mario Lavezzi e Tonino Cripezzi (poi con i Camaleonti) …
“Si, siamo cresciuti insieme, abitando nello stesso quartiere. Lavezzi ed io abbiamo iniziato sulle panchine di Piazza Napoli, a Milano, poi i genitori ci regalarono le prime chitarre elettriche, per le prove optammo allora per la casa di Gianfranco Longo.
In seguito si unirono a noi Tonino Cripezzi, che studiava violino e suonava il piano, e Bruno Longhi (il famoso telecronista sportivo della RAI) che, con una chitarra trasformata in basso, divenne il nostro bassista. Correva l’ anno 1962.
Il successivo passaggio fu l’ oratorio, dove ci scoprì per caso un impresario di Milano, il quale ci fece debuttare in un locale di via Dogana (Piazza del Duomo), il Roxi Bar del Dom.
Tempo dopo un produttore della CGD ci propose un provino discografico. Accettammo e incidemmo la prima versione in italiano di ‘Yesterday’ (‘Ieri’) dei Beatles, cantata da me, e ‘Louie Louie’ (‘Lui, lui non ha’) dei Kingsmen, cantata da Mario Lavezzi.”
Mimmo con Teo Teocoli
Per un po’ della partita fu pure Teo Teocoli, che anni dopo entrò a far parte dei Quelli (è lui che canta la “Una bambolina che fa no no no”, cover di un pezzone di Michel Polnareff) e, come solista, incise un paio di dischi per il Clan …
“È così. Con noi Teo trascorse un’ estate a Finale Ligure, poi, si unì ai Quelli (in seguito Premiata Forneria Marconi). Più tardi fece tappa al Derby per esibirsi come cabarettista e dove decollò.”
Al Clan inizialmente i Ragazzi della Via Gluck puntarono sul r&b, poi però musicalmente persero l’ orientamento, incidendo vinili alcuni dei quali poco appetibili.
“Partimmo molto bene con ‘Il contadino’, spettacoli e televisioni importanti. Fino a quando ci fui io non ci imposero mai niente. Adriano ci aveva ingaggiati perché innovativi, ecco perchè ci diede carta bianca, seppure obbligandoci e collaborare con il direttore artistico e il peraltro ottimo Detto Mariano, all’ epoca arrangiatore del Clan.
Mimmo è il quinto da sinistra
Poi, in effetti, le cose cambiarono, visto che mi dovetti fermare per questioni di salute. Scelte artisticamente molto discutibili, certo, ma il discorso vale pure per altre case discografiche, dove imperversavano direttori artistici non all’ altezza della situazione, che imponevano pezzi non adatti. Ecco perchè a un certo punto mollammo e, pur rimanendo amici, intraprendemmo strade diverse.
Per quanto mi riguarda, ho continuato a suonare. Nel 1986, poi, ho inaugurato il mio primo locale a Milano, il ‘Mirò, in Brera. Per cinque anni il più gettonato riferimento per gli a appassionati della live music, poi, nel 1992, ho aperto il Gimmi’s con risultati ancor più felici. Locale di riferimento pure per le stars del pop italiano. Una libidine!”
Tornando a “Il contadino”, la base del retro “Rock! Il padre del Beat!” è simile a quella di “Torno sui miei passi” di Celentano …
“È la nostra, l’ abbiamo suonata noi! Adriano volle che fossero simili, per, disse, mantenere una linea comune, un fatto d’ immagine. Quanto alla musica, si tratta della cover di ‘Mambo Rock” del mitico Bill Haley.
Agli inizi faceste da spalla nientepopodimeno che ai Pink Floyd!
“Si, quando ancora non erano famosissimi e facevano altra musica, comunque una bella soddisfazione.”
E adesso cosa fai?
“Prima del covid l’ intenzione era di tornare in scena con uno spettacolo dal titolo ‘Dal soul al Clan, andata e ritorno’. Eravamo già a buon punto, poi ci siamo dovuti fermare. Ci piacerebbe però riprendere il discorso, appena possibile.”
Da


GLI ALTRI SINGOLI
LA RARITÀ
Prima stampa della copertina de “Il contadino”: “Gluck” senza la “c”.
LE CURIOSITÀ
Caffè Adriano/il contadino
(Durium)
Spartito de “Il contadino”
Cartolina promozionale