Ultimo aggiornamento 3 Dicembre 2025
“ROCK AROUND THE CLOCK”
Scritta nel 1952 da Max C. Freedman e James E. Myers, diventata successo mondiale nel 1955 grazie a Bill Haley & His Comets e facente parte della colonna sonora del film “Il seme della violenza”, aprirà la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00.
A riproporla sarà Ringo Starr.
A seguire, Abraham Mateo, cantautore ed attore spagnolo, con “Mellow Yellow”, pezzone dello scozzese Donovan, tradotto ai tempi in italiano da Caterina Caselli con il titolo “Cielo giallo”.

Dipoi, parentesi contro la guerra e inneggiante alla pace. Per cominciare una doppietta: i Rascals con “People Got To Be Free”, in italiano “Sposami subito” dei Vagabondi della verità, a seguire Willie Nile con “Blowin’ In the Wind”, dal repertorio di Bob Dylan.
Dopo di loro, Paul McCartney con “Pipes Of Peace” e USA For Africa Italia con “We Are The World”.
Altri titoli richiesti dagli ascoltatori:
Apache Indian (“The Israelites”), Rod Stewart (“Just Like A Woman”), War (“Why Can’t We Be Friends?”), Fratellis (“Chelsea Dagger”), Deep Purple (“Perfect Strangers”), Roger Glover & Guests (“Love Is All”), Dolly Parton (“We Are The Champions-We Will Rock You”).
“Non ho l’ età Replay” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandosi su https://radioticino.com/tv/
RIMANIAMO SULLE GIUSTE FREQUENZE !
L’ 8 marzo il popolo svizzero sarà chiamato alle urne per esprimersi su quattro oggetti, tra cui la controversa iniziativa popolare “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)”, che propone di modificare la Costituzione fissando un canone annuo radiotelevisivo di soli duecento franchi, riscosso esclusivamente dalle economie domestiche private e non da imprese o persone giuridiche.
Voto, quello dell’ 8 marzo, fondamentale non solo per il destino della RSI, ma anche per il delicato equilibrio della piazza mediatica della Svizzera italiana.

Infatti, nel nostro Paese parte del canone finanzia anche le emittenti private e, in una regione piccola e particolare come la Svizzera italiana, emittenti come Teleticino, Radio3i e Radio Ticino.
La Svizzera italiana è un mercato in cui la collaborazione tra pubblico e privato diventa fondamentale per mantenere una diversità di contenuti, pluralità di opinioni, trasmissioni locali, ma anche posti di lavoro, un ritorno economico per le imprese locali e opportunità per tutto il territorio. Altrimenti verremmo fagocitati da gruppi mediatici stranieri che non hanno alcun interesse a raccontare il nostro territorio.
Per mantenere questo equilibrio, votiamo NO l’ 8 marzo!
BERNA TAPES
Visto che si parla di radio, ancora qualche riga per ricordare che, per chi scrive, è stata e rimarrà un grande amore.
La “prima volta”?
A Berna, agli inizi degli Anni Settanta, presso il Servizio svizzero delle Onde Corte, che trasmetteva 24 ore su 24 in sette-otto lingue di cui, fino a quel momento, mai avevo sentito parlare.
Fui reclutato da Giorgio Pagani, capo della redazione italiana, che si interessò a me dopo aver letto alcuni articoli scritti per i quotidiani “Il Dovere”, “Giornale del Popolo” e “Corriere del Ticino”. Esperienza fantastica, al fianco di colleghi provevienti da mezzo mondo, al termine della quale fui assunto dall’ allora Radio Monteceneri.

Al microfono con Elena Cattori, in seguito passata al “Telegiornale”, che all’ epoca, ancora, andava in onda da Zurigo

Con il fedele Stellavox e una macchina di servizio targata “Berna”
Il Servizio svizzero delle onde corte (in tedesco: Kurzwellen Dienst), in seguito ribattezzato Radio Svizzera Internazionale (SRI), ha cessato le sue trasmissioni nel 2004. Ha avuto un ruolo importante durante la Seconda Guerra Mondiale come fonte di notizie imparziali da un paese neutrale ed è stato progressivamente smantellato con l’ avvento delle nuove tecnologie digitali. La sua missione continua attraverso i canali digitali.
Delle molte altre fantastiche avventure vissute – e che ancora sto vivendo – grazie alla radio parlerò in una delle prossime Newsletter.
In questa, mi soffermo con piacere su un programma andato in onda su Rete Uno per decenni con grande successo, “Galassia Sessanta”. Programma al quale il direttore di “Illustrazione Ticinese” Rolando Wetter dedicò l’ articolo che pubblico di seguito con il titolo
Com’ è presente quel passato!
“Era nata come una rubrica estiva. Un momento di intrattenimento leggero nell’ ora intermedia di «Millevoci» (la popolare trasmissione del mattino della Rete 1 della RSI) al martedi. Il titolo, «Galassia 60», suonava ironicamente eccessivo, fatto apposta per consentire ai due autori, Gino Buscaglia e Giorgio Fieschi, di ricamarci su in modo sorridente, nel momento in cui rievocavano successi, personaggi, ritmi e melodie caratteristici di un decennio musicale – quello degli anni ’60, appunto – che comunque aveva consegnato alla memoria e al repertorio non poche cose egregie.
Il rischio (e la tentazione) di cavalcare la nostalgia era più che mai presente e reale, dato l’ argomento, ed erano in molti ad aspettarselo. Invece… Invece Buscaglia e Fieschi lasciavano quel pericoloso cavallo nelle scuderie preferendo cavalcare quelli, molto meno bolsi, dell’ informazione inedita, della rievocazione in chiave critica, dell’ intervista telefonica a personaggi dello ieri in prospettiva dell’ oggi.

Così, di puntata in puntata, agli ascoltatori veniva proposto un quadro attendibile e ricco di novità, che realizzava il miracolo di rendere attuale una realtà musicale di trent’ anni fa. Si scoprivano i meccanismi di «onesta pirateria» che portavano nell’ area di lingua italiana successi, anche qualitativamente importanti, anglosassoni appena un po’ adattati nei testi, ma sostanzialmente rispettati nel «sound»; si svelavano i retroscena di organizzazioni votate al successo come il Clan di Adriano Celentano; si ridisegnavano le trame di collaborazioni insospettate, come quella di Lucio Battisti con lo stesso Celentano. Insomma, un’ operazione di sorridente informazione, nella quale lo spazio alla nostalgia era lasciato al puro ascolto dei brani dell’ epoca.
La formula ebbe successo, tanto che, per dirla con i due autori, «a furor di popolo» la rubrica Galassia 60 a partire dal gennaio di quest’ anno è entrata a far parte di diritto degli appuntamenti settimanali fissi di Millevoci. Il lunedì dalle 10 alle 11 il passato si fa presente, e il pubblico gradisce, e molto. La formula, nel suo fondo, è rimasta quella sperimentata – e vincente – della scorsa estate, ma con qualche aggiustamento reso necessario – e possibile – dal maggior respiro di cui la rubrica può godere, non essendo costretta a darsi un termine.
Praticamente tutte le settimane passano al microfono di Millevoci-Galassia 60 personaggi chiave di quel decennio musicale: testimoniano, raccontano, svelano. E anticipano. Si, perché molti di loro non sono usciti dall’ agone musicale, ma hanno continuato, arricchendola nel corso degli anni, la loro esperienza e la loro ricerca, magari da soli, magari con altri gruppi. E alcuni di loro tentano l’ avventura di una ricostituzione di quel gruppo che li vide protagonisti, come è il caso dei «Formula 3» di Alberto Radius e di Tony Cicco, che proprio in questi giorni, come abbiamo riferito, hanno lanciato sul mercato una rielaborazione di loro «antichi» successi (che Galassia 60 ha puntualmente proposto all’ ascolto in quasi anteprima) e puntano ad una nuova primavera con prodotti inediti annunciati per il prossimo futuro.
In questo senso una trasmissione come Galassia 60 rivela tutta la sua utilità: non un programma musicale, dove il parlato è puro riempitivo o pretesto per passare canzonette in ordine sparso, bensì un contributo alla conoscenza, all’ indagine, all’ analisi critica, una trasmissione di giornalismo musicale. Che se poi resta divertente e «leggera» in modo non banale come lo è stata fino ad ora, tanto meglio”.
Il programma andò in onda nell’ ambito di “Millevoci” e con la doppia conduzione solo alcuni mesi, dopodiché, visti i successi d’ ascolto, fu affidato interamente a me e inserito, con un aumento di alcune ore della durata, nella fascia serale.
QUANDO I BEATLES FACEVANO PUBBLICITÀ PER RADIO MONTECENERI
Prima Radio Monteceneri, poi Radio della Svizzera Italiana, adesso Rete Uno, Due e Tre, i cui programmi – doveroso ricordare anche questo – sono andati in onda dagli studi di Besso, quartiere per oltre sei decenni sinonimo di radio. Studi inaugurati nel 1962 e che hanno ospitato generazioni di giornalisti (tra i quali me), musicisti e tecnici, nonché un esercito di illustri ospiti, segnando una pagina indelebile nella storia culturale della Svizzera italiana.

Puro io, da ragazzo, fra i fedelissimi ascoltatori dei programmi di Radio Monteceneri, in particolare de “La domenica popolare” di Sergio Maspoli, le commedie gialle del mercoledì sera, quelle comiche con attori del calibro di Gino Bramieri, la “Musica richiesta” della domenica (che seguivo armato di registratore) e le “Radio 2-4” di Giovanni Bertini, punto di riferimento per cantanti e complessi italiani desiderosi di promuovere i loro dischi oltre i confini di casa. E – come conferma questa pubblicità della Philips – pure per i copywriter e gli art director di allora.
Il complesso, acquistato dalla Città di Lugano, è un capolavoro architettonico degli anni ’50 e ’60. Otto sale di registrazione, due aperte al pubblico, una sala concerti da 450 posti, uno studio per la musica leggera: il giorno dell’ inaugurazione Besso fu definito tra gli istituti radiofonici più moderni d’ Europa. Ora, come noto, quegli spazi si preparano a una nuova vita: diventeranno la “Città della Musica”, ospitando il Conservatorio della Svizzera italiana, la Fonoteca nazionale, l’Orchestra della Svizzera italiana, i Barocchisti e la cooperativa Suisa. Magone …
QUESTO È …
Il mitico Francesco “Checco” Marsella, in passato tastierista e frontman dei Giganti, torna a distanza di tre anni da “Una grande canzone” e dal singolo “Un aquilone”, con un nuovo cd, “Questo sono io …”.
«Ho scelto questo titolo – anticipa – perché mi rappresenta in tutto. Sono io in questo cd, per come sono oggi, per come canto, scrivo canzoni, suono la musica. È una raccolta di dieci canzoni, di cui nove inedite. C’ è anche una cover, che ritengo molto bella, “Rain And Tears” degli Aphrodite’s Child. C’ è un po’ di rock, un po’ di melodia, un po’ di tutto».

Con la moglie

Ai tempi di “Amici miei” (TSI) con Checco ed Enrico Maria Papes, il “vocione” dei Giganti e la copertina del famoso pezzo con cui il complesso partecipò al Festival di Sanremo del 1967
“Questo sono io …” sarà reperibile, per il momento, solo contattando Checco via Facebook. Le opzioni: cd più chiavetta, cd o chiavetta.
IL SITO
Ribadisco l’ invito a curiosare nel sito: ci sono aggiornamenti e novità che potrebbero interessarvi, specialmente nel BLOG.
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Alla prossima … siateci!

