Ultimo aggiornamento 13 Novembre 2025
IAN PRIMA DEI DEEP
Javelins, band degli anni ’60 guidata dal cantante Ian Gillan, in seguito dei Deep Purple. Rimessasi insieme, ha realizzato due lp’s con pezzi dell’ epoca. Saranno loro ad aprire, con la frizzante “Do You Love Me”, la puntata di domenica di “Non ho l’ età Replay”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00 e confezionata con brani richiesti dagli ascoltatori.

A seguire, dal Massachussets, i Fountains Of Wayne con “Stacy’s Mom”, fra i loro più gettonati titoli.
Quindi:
Bob Dylan (“License to Kill”), Taron Egerton (“I’m Still Standing”), Rod Stewart (“Hot Legs”), All Saints & Sting (“Message In A Bottle), Fratellis (“Whistle For The Choir”/“Henrietta”), Bryan Adams, Rod Stewart e Sting (“All For Love”), Willie Nile (“Sweet Jane”), Pink Floyd (“Wish You Were Here”, live), Human Nature (“Runaround Sue”), Rooney (“I’m Shakin’”), Dave Hanson (“Everybody’s Got A Right To Be Free”) e Bernard Allison, Ally Venable e Katie Henri (“The House Is Rockin’”).
“Non ho l’ età Replay” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/.
“LALLO” E I PAIPERS AD ARBEDO: SOLD OUT!
Sala multiuso gremita all’ inverosimile, ieri sera ad Arbedo. Di scena il magnifico “Lallo” Sbriziolo dei Dik Dik e i magici Paipers. Una serata memorabile, nel corso della quale, con l’ ausilio di filmati, sono state ripercorse le principali tappe della straordinaria carriera della storica band milanese e del suo frontman.

Nei camerini …

e in scena
E con tantissima musica live, gli spettatori – da tutto il Ticino e d’ ogni età – a intonare con Don Lisi, Mr. Penti e Mr Christams insossidabili brani come “Sognando la CAlifornia” e “L’ isola di Wight”. A impreziosire lo showcase, condotto da chi scrive e destinato a promuovere l’ imperdibile libro “Lallo, la voce dei Dik Dik”, l’ ex tastierista, anch’ egli in smagliante forma, delle “gazzelle” Mario Totaro, oggi pilota.
Da ripetere, ha assicurato il sindaco Luigi De Carli!
I TESORI DI BEAT
Beat Hirt, ricordo, è stato il primo giornalista svizzero, negli anni Sessanta, ad occuparsi di musica pop e a conoscere future star come David Bowie e Rod Stewart.
Il libro “Beat by Beat”, presentato alcuni giorni fa a Zurigo, ripercorre i primi anni della cultura pop in Svizzera e nel mondo. Il merito di aver riportato alla luce questo tesoro è del bernese Sam Mumenthaler, amico del giornalista zurighese recentemente scomparso, che aveva incoraggiato a mettere per iscritto i suoi ricordi.
«L’ ho fatto – dice – durante i nostri incontri perché intuivo quanto bene conoscesse la scena musicale internazionale di quegli anni. È stato quando la sua vicina e socia in affari, Martina Egi, mi ha inviato un voluminoso documento Word , dopo la scomparsa di Beat, che ho capito quale gioiello avevo tra le mani».

14 aprile 1967: primo concerto dei Rolling Stones in Svizzera, Zurigo, Hallenstadion. Ci fu, anche, una breve conferenza stampa nel Nightclub “Hazyland” del Kongresshaus moderata dal giornalista Beat Hirt. Gli Stones vi parteciparono con scarso entusiasmo, su pressioni della casa discografica Decca e senza Keith Richards. Foto: ETH Bibliothek Zurigo
Hirt, con l’ editore Jürg Marquard e Susanne “Pop-Suzy” Bihrer, sempre negli anni Sessanta, creò la redazione della prima rivista beat svizzera, “Pop”. Grazie allo spirito pionieristico e alle sue conoscenze, conobbe artisti come, ad esempio, gli Who, che, impegnati in una battaglia con le palle di neve, incontrò nel novembre 1966 a Grindelwald, nel Canton Berna.
I suoi articoli, critici nei riguardi della programmazione di Radio Beromünster, nel 1968 convinsero i dirigenti dell’ emittente a mettere in onda la hit parade nazionale.
Nel 1977 il giornalista diresse il musical “Tell”, lavorò per la Radiotelevisione svizzera e sviluppò format televisivi come “Supertreffer”, “Risiko” e “Ventil” con Frank Baumann.
Nel 1999 fondò la casa di produzione cinematografica “Mesch & Ugge”, tutt’ ora attiva.
Hirt è scomparso nel 2024 all’ età di 84 anni.

A destra, Sam Mumenthaler
Prossimo vernissage di “Beat by Beat”: 18 dicembre presso il Ristorante Bären Münchenbuchsee (BE). La cornice musicale sarà assicurata da Toni Vescoli e Düde Dürst, rispettivamente ex chitarrista e batterista de Les Sauterelles.
Per ordinare il prezioso libro:
https://sturmanddrang.net/collections/books
DECIMO CAPITOLO
della cronistoria di “Feedback. Il ritorno della buona musica”, festival, unico nel suo genere e rimasto nei cuori, cui diedi vita nel settembre del 1988.
“IL NOSTRO CANTO LIBERO”
Sempre in piazza Grande, a Locarno, il 2 giugno 2018, nell’ ambito della “Notte bianca”, fu la volta di uno spettacolo dedicato a Lucio Battisti.
Da Ticinonline, articolo di Marco Sestito:
“Uno spettacolo (ideato dal giornalista Giorgio Fieschi) che – tra brani passati alla storia e aneddoti – porterà sul palco nientemeno che Gianni Dall’ Aglio, batterista, nonché fondatore, dei Ribelli, e il chitarrista Massimo Luca, i quali con il cantautore hanno inciso più di quaranta successi e suonato in occasione dello storico duetto televisivo Mina-Battisti del 1972. A Locarno saranno affiancati da Franco Malgioglio (basso, voce) e Johnny Pozzi (tastiere).
Gianni Dall’ Aglio
Gianni, i brani firmati Mogol-Battisti pare non risentano dello scorrere del tempo …
«Anno dopo anno vengono amati e apprezzati sempre di più. Sono brani che non stancano e che non invecchiano. In qualche modo è come se Lucio continuasse a cantarli».
Che tipo era in realtà?
«Molto modesto, riservato».

Come lo ricorda in studio di registrazione?
«Era un perfezionista. Quasi maniacale. Fino a quando non otteneva il risultato che voleva, lavorava a una sola idea per ore. Il suo metodo mi ha talmente condizionato che dopo una giornata con lui in studio tornavo a casa e iniziavo a comporre … Quei giorni con lui in sala di incisione per me sono stati una masterclass micidiale di composizione e di arrangiamento».
A proposito… Lei, con Luciano Beretta e Ricky Gianco, nel 1967 crisse “Pugni chiusi”, brano che poi incise con il suo gruppo, i Ribelli… Come nacque la canzone?
«Ero a casa mia, a Mantova. La sera prima sulle frequenze di Radio Luxembourg avevo sentito un blues, “When A Man Loves A Woman” di Percy Sledge. Mi aveva colpito così tanto che cercavo di ricordarlo in ogni suo passaggio: all’ epoca non avevi la possibilità di registrare ogni cosa come oggi. Alla fine, scrissi la musica, immaginandomi il pezzo cantato da Demetrio (Stratos, ndr), da poco entrato nell’ organico del gruppo come tastierista e cantante. Mancava ancora il testo, così chiesi a Beretta di scriverlo. Quando andammo alla casa discografica, alla Ricordi, “Pugni chiusi” fu scelto come lato B. Poi, invece, gli addetti ai lavori ci ripensarono e divenne il lato A, il lato A del nostro primo 45 giri con l’ etichetta».

Diretta per Radio Ticino dalla Piazza Grande con Massimo Luca e Gianni Dall’ Aglio
Torniamo a Battisti. Come fu costituita la band che nel 1972 accompagnò il duetto televisivo con Mina?
«Lucio ci fece contattare uno a uno, dandoci appuntamento sul treno che da Milano, la notte precedente alla performance, ci portò a Roma. Nessuno di noi musicisti, fino a quegli istanti, sapeva dello speciale televisivo: ci informò Lucio non appena il treno partì, chiedendoci, nel contempo, di andare nella sua cabina a provare i pezzi … Lui e Massimo imbracciarono la chitarra acustica, mentre io, bacchette alla mano, picchiavo sul cuscino del suo letto come se fosse una batteria. Gli altri, intanto, ascoltavano cercando di memorizzare tutto quanto. Il mattino arrivammo a Roma stanchi morti».
E Mina, l’avete incontrata subito?
«No, alle sei del pomeriggio. E dopo una prova veloce, andammo in onda».
(CONTINUA)
IL SITO
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Alla prossima … siateci!

