Ultimo aggiornamento 23 Settembre 2025
PERLE RITROVATE
Lunedì sarà il 29 settembre. Più che giusto, quindi, aprire la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda su Radio Ticino dalle 13:00 alle 14:00, con il famoso pezzone scritto da Battisti e Mogol e lanciato dall’ Equipe 84.
Pezzone, fra quelli proposti nel tempo, che più sono rimasti nel cuore degli ascoltatori, più li hanno emozionati o incuriositi.
A seguire, i Greenday e, poi, il frontman della band, Billie Joe Armstrong, il quale ha, fra l’ altro, coverizzato uno dei primi brani incisi da Don Backy, ai tempi artista di punta del Clan, “Amico”: “Green Day, Back In The USA”/
“That’s Rock ‘n’ Roll”.
Altre richieste che verranno soddisfatte nel corso della puntata:
Malika Ayane (“Cosa hai messo nel caffè”), Paul McCartney (“The World Tonight”/“Fuh You”), Robson & Jerome (“I Believe”), Anne Murray (“Daydream Believer”), Dire Straits (“Lady Writer”), Bob Seger (“We’ve Got Tonight”), Alex Christensen & The Berlin Orchestra ft Asja Ahatovic & Eniola Falase (“Barbie Girl”), BossHoss ft Mimi & Josy (“Little Help”), Elton John (“Bennie And The Jets, live”) e Rainbow (“All Night Long”).
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi sul https://radioticino.com/tv/.
FRIENDS
Mercoledì, per la prima volta nella mia carriera, ho avuto l’ onore di essere invitato all’ annuale incontro fra importanti addetti ai lavoro del music business nazionale, svoltosi presso l’ albergo Sonnenhof di Zurigo.
Eccomi con alcuni dei partecipanti all’ incontro, scherzosamente intitolato “Dino”. Il secondo da sinistra è André Béchir. Nell’ altra foto: con il mitico H. Elias Fröhlich
Occasione per ritrovare preziosi amici di lunga data, tra i quali H. Elias Fröhlich (in passato capo redattore delle rubriche musica e spettacolo di “Pop” e del “Blick”, ora della “GlücksPost”), Marco Zanotta (ex direttore della filiale svizzera di BMG Ariola), Rolf Schlup (prima attivo presso Polygram, ora promoter di “Das Office”) e André Béchir (fondatore della “Good News”, nonché ideatore e gran patron di “Moon And Stars”).
A proposito di questo festival, ricordo che è in atto una guerra per l’ assegnazione, a partire dall’ anno prossimo, di Piazza Grande per l’ organizzazione di concerti e possibili manifestazioni di contorno.
Da una parte Msf, dall’ altra la Takk ab Entertainment, legata a Béchir, per la quale – lo disco senza peli sulla lingua – faccio vigorosamente tifo.
Si, perché l’ altra società, rappresentata da tale Dani Büchi, a mio avviso, ha trasformato quella che doveva essere una prestigiosa festa della musica in un “Kilbi”, sagra popolare a base di costine, giostre, bancarelle e altre meraviglie del genere.
La musica?
In secondo piano, con l’ ingaggio di solisti e gruppi amati solo da un certo tipo di pubblico o che in piazza si sono già esibiti tantissime volte.
Ai tempi di Béchir sul palco del festival saliva gente come Elton John, Stevie Wonder, i Coldplay, Eric Clapton, gli Who, gli ZZ Top.
Oggi non è più così, ecco perché tifo per lui.
QUANDO ROLF ERA BASSISTA
Fra gi amici ritrovati a Zurigo, come detto, anche Rolf Schlup, in passato bassista dell’ argoviese Steve Withney Band, al cui attivo ci sono cinque album e una decina di singoli.
La SWB è uno di quei gruppi con cui, ai tempi della “YOU Productions”, fra gli anni Settanta e Ottanta ebbi piacevolmente a che fare.
Rolf Schlup, io, Peter Frei (in passato direttore di marketing di Phonogram e Phonag, oggi filmmaker) e Ingrid Unger (precedentemente collabotarice di BMG Ariola, in seguito delle agenzie “Free & Virgin” e “Good News”)
Non è detto che con Rolf si torni a mettere in piedi qualche bel evento …
IL CAFFÈ CON “ANDY”
Il 2 ottobre del 1983 andava in onda, sul primo canale della Televisione della Svizzera Italiana, uno “speciale” dedicato ai Police da me realizzato.
Alcuni mesi prima, in maggio, la CBS aveva pubblicato “Every Breath You Take”, fra i più gettonati pezzi della band e facente parte dell’ album “Synchronicity”.
Colsi pertanto l’ occasione – con una squadra televisiva, l’ amico Corry Knobel e il fotografo Massimo Pacciorini-Job – recarmi a Milano a intervistare il chitarrista Andrew James Summers.
Persona, “Andy”, amabilissima, con cui, in particolare, parlai dell’ album da poco pubblicato e dei rapporti con i colleghi Sting e Stewart Copeland.
A questo proposito il musicista dichiarò:
«Se mai dovessimo scioglierci e dopo cinque anni dirci “dai che facciamo di nuovo i Police” per tentare di riacciuffare la giovinezza … bè, sarebbe triste! Preferirei sparire all’ apice della carriera ed entrare nella leggenda. Questa sarebbe la fine che sceglierei!».
Aneddoto: durante l’ incontro con il simpatico chitarrista inglese poco ci mancò che l’ emozionato Massimo, inciampando nel tappeto, gli versasse del caffè addosso!
Dopo lo scioglimento dei Police nel 1984, Summers ha svolto attività solistica e pubblicato numerosi dischi, alcuni dei quali incisi con altri musicisti. Nel 2012 fu realizzato un documentario ispirato alla sua biografia intitolato “Can’t Stand Losing You: Surviving The Police”.
Tornando ai Police, si riunirono brevemente nel 1986 ed in seguito per un tour mondiale tra il 2007 e il 2008.
QUARTO CAPITOLO
della cronistoria di “Feedback”, festival, unico nel suo genere e rimasto nei cuori, cui diedi vita nel settembre del 1988.
ARRIVA RENZO ARBORE
Dopo lo splendido logo giallorosso realizzato da Forty Morell in occasione della terza edizione del festival, per festeggiare la quinta, inaugurammo un nuovo, imponente palco.
Ciliegina sulla torta: Renzo Arbore, che andai personalmente a trovare a Roma per convincerlo a duettare con Fausto Leali.
Con Renzo sul palco di “Feedback” durante le prove
Ammirato per l’ originalità del progetto “Feedback”, che ben conosceva, il geniale showman radiotelevisivo accettò, eccezionalmente per il festival, di trascorrere un paio d’ ore sul palco con il cantante bresciano, l quale molto gli deve (è stato Arbore a suggerire al “Negro bianco” di incidere la versione italiana di “Hurt” di Roy Hamilton, la famosa “A chi”). Questo nonostante stesse preparando un programma dedicato a Totò e incidendo un disco. Un’ esclusiva assoluta!
ARBORE E LEALI A “FEEDBACK”
Altri applauditissimi protagonisti delle due serate, Aida Cooper (corista di Loredana Bertè), Don Backy, Maurizio Vandelli (che si esibì con una band “made in Ticino”, la Feedband (Corry Knobel, prezioso stage manager del festival, Mauro Monti, Ivan Lombardi e Dario Cellamaro) e e Bobby Solo.
DOPO ARBORE, MOGOL
Rita Pavone, Nuovi Angeli, Corvi, Nomadi, i mitici Toad (che lanciarono l’ album “Hate To Hate”), Drupi ed i Nox, band formata da musicisti locarnesi poco più che quindicenni, tra cui Ian Knobel, figlio di Corry, stage manager di
“Feedback”, sono i protagonisti della sesta edizione.
Fra le più frizzanti esibizioni, quella della grintosissima, elettrizzante Rita Pavone. Per l’ ennesima volta, piazza del Sole gremita all’ inverosimile.
Nel cortile di Palazzo civico Renato Reichlin ed io organizzammo pure un’ indimenticabile serata intitolata “Parole e musica”, nel corso della quale il paroliere, al solito brillantissimo, raccontò di sé, dell’ arte della composizione e della scuola per giovani autori e musicisti di Tuscolano.
IMPERDIBILE
L’ offerta, per chi ama i libri scritti da solisti e gruppi del pop, continua ad arricchirsi a ritmo frenetico.
Fra le novità più meritevoli d’ attenzione, “Una vita tra le dita” (La Cesenate Edizioni) di Massimo Luca, musicista, autore, compositore, produttore e arrangiatore milanese di origine ligure fra i migliori attivi in Italia.
Libro la cui pubblicazione consente a Massimo, una volta per tutte, di fare chiarezza in merito al suo nome/cognome.
MI CHIAMO MASSIMO… LUCA È IL COGNOME
“E’ inutile che vi dica quanto sia orgoglioso del mio nome e del mio cognome, anche se, come potete immaginare, mi ha recato qualche problema.
Fin dai tempi dell’ asilo, compagni e maestre, mi chiedevano quale fosse il nome e quale il cognome. Rispondevo sempre un po’ infastidito alle loro richieste…poi, in fase più adulta, compresi che quell’ episodio mi sarebbe accaduto durante tutto il corso della mia vita… infatti non passa giorno che ancora mi capiti di leggere sui commenti dei miei post su Facebook…’Ciao Luca…Caro Luca sono d’ accordo con te…Bravo Luca…Luca sei un mito…ecc…ecc’…
Però il mio cognome/nome mi ha portato anche qualche gioia.
Nell’ inverno del ’77 fui convocato dalla Ricordi per registrare il singolo di una giovane interprete, Laura De Luca, da presentare al Festival di Sanremo del 1978. Il produttore fu Gian Pieretti, un noto cantautore che scrisse una HIT degli anni ’60 (1966) intitolata ‘Il vento dell’ est’, definito dalla stampa il Donovan italiano. Il maestro Tino Nicorelli fu l’ arrangiatore.
Quando ascoltai Laura eseguire il brano a Sanremo fui sorpreso nel leggere il suo nome e il suo cognome in tv. Diventarono “Laura Luca”…il ‘De’ era scomparso. Mi venne il dubbio che qualcuno della Ricordi, oltre a lei, avesse apprezzato il mio cognome tanto da utilizzarlo. Ebbi anche Battisti tra gli estimatori. Una mattina, durante una pausa dalle registrazioni, mi disse…«Massimo Luca…sai che hai un nome ed un cognome che stanno bene insieme?…fa strano!»…
Uno a cui il mio cognome/nome non è mai andato a genio è sicuramente Amadeus. Nelle tre edizioni del Festival di Sanremo di cui è stato direttore artistico e presentatore, non ha mai azzeccato il mio nome…presentando un brano di Gianluca Grignani, di cui sono co-autore, esclamò… «Di Grignani, Simon Luca…Destinazione Paradiso»… l’ anno seguente… «Di Grignani, Massimo De Luca»… ed il terzo anno «Di Grignani, Luca Massimo…» Accidenti!…ma leggilo correttamente ‘sto nome!…ah ah ah.
E’ incredibile il disinteresse mostrato da Amadeus… pensate che io ricordo tutti i volti e tutti i nomi dei miei compagni di scuola delle medie e delle superiori. E non sono l’ unico…ho avuto la fortuna di aver potuto riabbracciare qualcuno di loro a distanza di cinquant’ anni. Ernesto Oggionni, per esempio…e Fabio Milani. Insieme abbiamo riacceso la stessa amicizia profonda che ci legava quando eravamo adolescenti.
Al di là degli episodi più o meno simpatici, sono convinto che il mio nome ed il mio cognome/nome mi abbiano portato fortuna durante tutto il percorso della mia carriera. Col tempo mi sono reso conto che quando lo si nomina sembra possedere una cadenza sciamanica, quasi animistica… come se fosse una piccola formula magica. Può piacere o no, ma nessuno tra coloro che ho incontrato nella vita se l’ è mai scordato…forse che sia proprio questo il mio ingrediente segreto?…”.
CHI È
Esordisce giovanissimo a ventuno anni registrando le chitarre dell’ album
“Umanamente uomo: il sogno” con Lucio Battisti, cui faranno seguito “Il mio canto libero”, “Il nostro caro angelo” e “Anima latina”, proiettandolo nell’ olimpo del chitarrismo italiano.
Sul palco del Teatro di Locarno, spettacolo, cui partecipò anche il mitico Mogol, organizzato con l’ amico Teo Matozzo nel 2022. Da sinistra, Bob Callero, io, Gianni Dall’ Aglio e Massimo Luca
Durante la sua lunga carriera collabora anche con Guccini, Bertoli, Bennato, Endrigo, Branduardi, Vecchioni, De André, Mario del Monaco, Concato, Ron, Lauzi, Gianni e Marcella Bella, Paolo e Giorgio Conte, Mia Martini, Bertè, Mina e tanti altri.
Vanta collaborazioni eccellenti con artisti stranieri tra i quali Quincy Jones, Tony Sheridan, Albert Lee, Barney Kessell, Toots Thielemans e altri.
Nel 1978 compone la sigla tv “Goldrake”.
Nel 1998 vince il festival di Sanremo con la canzone “Senza te o con te” (M. Luca/P. Palma) cantata da Annalisa Minetti.
Scopre e produce Biagio Antonacci e Gianluca Grignani col quale è co-autore delle canzoni dell’ album “Destinazione Paradiso”.
IL SITO
Ribadisco l’ invito a curiosare nel sito: ci sono aggiornamenti e novità che potrebbero interessarvi, specialmente nel BLOG.
Per i contenuti delle puntate:
“CLIC” SU “NON HO L’ ETÀ” (“I BRANI”)
Per sfogliare le pagine del BLOG:
ATTENDERE LA SCRITTA “EVERYTHING IS LOADED”
Per sfogliare le pagine della GALLERY e leggere le diciture:
“CLIC” SULLE FOTO
Alla prossima … siateci!