Ultimo aggiornamento 9 Settembre 2025
A GENTILE RICHIESTA …
Le puntate che caratterizzeranno la nuova stagione di “Non ho l’ età”, come detto, sono speciali, destinate a soddisfare le sempre più numerose richieste di voi ascoltatori, la maggior parte dei quali gradirebbero riascoltare, fra i brani da noi proposti nel tempo, quelli che più sono loro rimasti nel cuore, più li hanno emozionati o incuriositi. Ecco perchè abbiamo intitolato la serie “By Request” (a richiesta).
Per quanto concerne la puntata di domenica, in onda su Radio Ticino fra le 13:00 e le 14:00, buona parte dei pezzi che andranno in onda hanno a che fare con il ritorno della primavera, seppure in realtà si stia andando verso l’ autunno.
Per cominciare, Katrina & The Waves con il gettonatissimo “Walking On Sunshine”.
Secondo pezzo con abbiamo festeggiato l’ arrivo della primavera, “Here Comes The Sun” dei Beatles, scritta da George Harrison, che venne ispirato da una giornata trascorsa nel giardino della villa di Eric Clapton. Lo ripropone, in versione più ritmata, Steve Harley, che è stato frontman dei Cockney Rebel, band che negli anni Settanta, fece tappa ad Ascona per un concerto.
L’ arrivo della primavera è accompagnato dall’ ora legale, con l’ obbligo di spostate di un’ ora in avanti le lancette dell’ orologio. Ecco perchè ci è sembrato giusto mettere in scaletta paure “Happy Hour” degli Housemartins, protagonisti della prima doppietta della puntata. A seguire, ancora la band con “There Is Always Something There To Remind Me”.
Quindi i Black Crowes con “Jealous Again” e i fratelli Liam e Noel Gallagher, che recentemente hanno rimesso insieme gli Oasis, con, rispettivamente, “Too Good For Giving Up” e “Just One Kiss”.
Altre richieste che soddisferemo: Edoardo Bennato (“Vendo Bagnoli”), Thunder (“A Better Man” e “Dirty Love”), Rockit Groovin’ ft Eddie Brigati (“People Got To Be Free”), Slade (“My Oh My” e “Coz I Luv You”) e Aerosmith (“Falling In Love”).
LA VITA DI CASERMA?
«Una pacchia. Ogni sera libera uscita, esenti da quasi tutti i servizi. Al massimo, ci incaricavano di piegare le divise. Un giorno, mentre svolgevamo questo lavoro, vidi Gianni un po’ demoralizzato. Chiesi: “Che c’ è”?”. E lui: “Eh, mi sa che sono in declino, ci sono Fausto Leali con “A chi” e Al Bano con “Nel sole” in classifica. Il massimo: durante una serata loro dedicata, gli ufficiali gli chiesero di cantare “Nel sole”, anzichè uno suo pezzo! Immaginatevi la faccia … “Se va avanti così …”, commentò preoccupato. Riuscii comunque a tirarlo su di morale».
Marino con Morandi, quinto da sinistra
A parlare è Marino Regina, bassista del gruppo di Gianni Morandi durante il servizio militare, nonché apprezzato musicista da night durante il periodo d’ oro delle sale da ballo, che da decenni abita a Gordevio, in Valle Maggia. Stralcio di un’ intrigante storia raccontata nel numero de “La Rivista di Locarno” in edicola da alcuni giorni: da leggere!
IL NUOVO NOME
Secondo capitolo della storia di “Feedback”, festival, unico nel suo genere e rimasto nei cuori, cui diedi vita nel settembre del 1988.
I DIK DIK
Vista la riuscita dell’ impresa, l’ anno dopo misi in piedi, sempre in piazza del Sole, un concertone con gli amici Dik Dik.
Per l’ occasione invitai pure l’ ex organista della band, Mario Totaro, che tempo prima avevo tentato di contattare (inviandogli una lettera rimasta senza risposta) e che poi, casualmente, ebbi modo di incontrare durante un volo di ritorno da Roma, a bordo di un aereo della Crossair da lui pilotato.
Mario Totaro (di spalle), Pietruccio Montalbetti, Lallo Sbriziolo, io e l’ indimenticato Pepe Salvaderi
Lallo Sbriziolo e soci tornarono a Bellinzona qualche anno dopo; con loro sul palco anche Maurizio Vandelli e Shel Shapiro.
Il 1989 fu l’ anno in cui al festival cambiai titolo: dal “Bello del ’68” si passò a “Feedback. Il ritorno della buona musica”. Logo ideato dall’ amico Forty Morell, a quei tempi al servizio della casa discografica BMG Ariola, nonché leader degli zurighesi Looney Tunes.
DUE INVECE DI UNA
Ai Dik Dik fecero seguito i Nuovi Angeli, Mal dei Primitives e la Formula 3, quella originale, con Alberto Radius alla chitarra, Tony Cicco alla batteria e Gabriele Lorenzi alle tastiere.
Da “Libera Stampa” del 16 luglio 1990:
“A grande richiesta – lo scorso anno all’ esibizione dei Dik Dik hanno assistito oltre settemila persone! – torna la rassegna «Anni Sessanta» di Bellinzona.
Parecchie le novità che caratterizzeranno la terza edizione. Per cominciare, cambia il titolo: non più «Il bello del ’68: vent’ anni dopo», ma «Feedback: il ritorno della buona musica». Una parola inglese, presa in prestito dal gergo dei musicisti, per ricordare che l’ obiettivo è sì quello di proporre una festa popolare, animata però esclusivamente da veri (e soprattutto dotati di talento) protagonisti dello «storico» periodo preso in considerazione.
Poi la durata. Non una, bensì due serate, quelle di venerdì 7 e sabato 8 settembre.
Per quanto riguarda gli ospiti, il «cast» è stato arricchito. I nomi sicuri per ora sono: «Formula tre» (ex gruppo di Lucio Battisti, guidato dal superchitarrista Alberto Radius, recentemente rientrato in grande stile sulla scena), «Mal dei Primitives» (uno degli artisti inglesi che durante gli anni Sessanta ebbero maggiore successo in Italia) e i «Nuovi Angeli».
Sede del grande «show», che dovrebbe essere presentato da un popolarissimo comico italiano (in realtà, come in seguito, fui io a svolgere tale compito, ndr), sarà una volta ancora la bella Piazza del Sole. L’ entrata è libera. La manifestazione è stata ideata dall’ agenzia bellinzonese «YOU Productions»”.
AL TEATRO DEL GATTO DI ASCONA
imperdibile spettacolo, domenica 21 settembre alle 18.00: il Teatro Canzone “Sorelle…Mia & Loredana”. Un viaggio emozionante attraverso la vita e la musica di due icone del panorama musicale italiano, Mia Martini e Loredana Bertè.
La regia è affidata a Mario Incudine (noto, oltre che per i suoi lavori teatrali, per la sua musica e la collaborazione con Biagio Antonacci), mentre l’ interpretazione è curata dalla giovane musicista-attrice “La Commare”, autrice del testo, che porterà in scena monologhi coinvolgenti e le celebri canzoni delle due artiste, accompagnata da una live band.
MORDACE BLUESROCK
Sottotitolo: “Come i Krokodil scossero la scena musicale svizzera alla fine degli anni ’60”. Articolo di Alan Tepper dedicato alla più famosa prog band nazionale e pubblicato nel nuovo numero della prestigiosa rivista tedesca “Eclipsed”, che, certo di interessare molti di voi, ripropongo in italiano.
“La Svizzera rappresenta un punto vuoto sulla mappa della storia musicale recente. Certo, Krokus e Gotthard hanno raggiunto fama internazionale, ma pochi addetti ai lavori conoscono il fermento creativo di questo piccolo paese. Toad e Spot rappresentano un blues rock fantasioso, i Deaf offrono psichedelia, e anche Ertlif, Kedama, Alpha Omega e Rumple Stiltzken Municipality pubblicano album entusiasmanti.
Grande nome indiscusso, tuttavia, sono stati unicamente i Krokodil con il loro blues rock progressivo dalle sfumature psichedeliche.
Il simpatico Düde Dürst, batterista, manager, ‘psichiatra della band’ e mente geniale, ha iniziato la carriera nel 1962: «Ho suonato prima in gruppi più piccoli e poi con Les Sauterelles, che furono presto soprannominati ‘i Beatles svizzeri’. Effettuammo tournées pure a livello internazionale, e pubblicammo numerosi brani. Dopo la reunion degli anni 2000, ci siamo esibiti ben sette volte nell’ ambito del ‘Beatle Week’ di Liverpool. Quando, nel 1969, incidemmo ‘Krokodil’ per Liberty, lo facemmo con entusiasmo. Ognuno di noi suonava da anni e aveva accumulato esperienza. Realizzammo in seguito una demo per il discografico Siggi Loch: gli piacque al punto che pubblicò un album. Un giorno e mezzo a disposizione per un disco: ecco com’ era all’ epoca».
Qualcuno ricorda? I Krokodil in concerto, forse a Lugano
La copertina/retrocopertina che non piacque agli americani, realizzata dal batterista Düde Dürst
Il disco vendette in diversi paesi, fatta eccezione per gli Stati Uniti: «Non piacque la copertina che avevo disegnato, nella quale c’ è un coccodrillo come Statua della Libertà e uno spinello come torcia. Ma non volevamo scendere a compromessi, decidemmo pertanto di non optare per una copertina alternativa. Per la band, e soprattutto per me, è sempre stato importante mantenere il controllo».
Fu poi la volta dell’ acclamatissimo ‘Swamp’, in cui i Krokodil celebravano il blues rock progressivo, album al quale seguì il loro probabilmente più popolare LP, ‘An Invisible World Revealed’. «Fu un periodo di sconvolgimenti, perché l’etichetta era in difficoltà e il co-fondatore della band Hardy Hepp se ne andò. Le droghe, lo stress e i lunghi tour erano troppo per lui. Fortunatamente, producemmo il disco nei Dierks Studios, che erano appena stati costruiti. Dieter aveva sperimentato molto, per cui ci diede la libertà di provare tante cose».
Il gruppo bussò quindi alla porta della Bellaphon di Francoforte: «Il capo dell’ epoca, Branco Zivanovic, era interessato a ciò che suonavamo. Per apparire in forma, presi un po’ di speed, droghe stimolanti, e volai in Germania. Lì ricevetti un anticipo molto consistente. Il discografico nel contempo estrasse dal cassetto della scrivania un revolver dicendo: ‘Nel caso qualcosa andasse storto!’. E io fatto di speed!».
Dopo i due album stilisticamente più ampi ‘Getting Up For The Morning’ e ‘Sweat And Swim’, i Krokodil si sciolsero.
Nel 2020, tornarono in attività con rinnovato vigore e due nuovi musicisti. L’ album dal vivo ‘Livetime’ è particolarmente impressionante, per la carica nelle esecuzioni, la sensibilità e le poliedriche dinamiche e idee.
E ora? «Abbiamo già registrato demo per un nuovo disco, sarà in commercio l’ anno prossimo. Non ci fermeremo mai, anche sul palco»”.
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Alla prossima … siateci!
Giorgio