Ultimo aggiornamento 30 Luglio 2025

SE N’ È ANDATO 

un altro storico pioniere del beat italiano: Livio Macchia, bassista e co-fondatore dei Camaleonti. 

Il successo arrivò nel 1965 con un contratto con la Kansas, etichetta legata al Clan Celentano. Brani come “Sha la la la la” e “Portami tante rose” spianarono la strada.
Il 1968 fu l’ anno d’ oro con “L’ora dell’amore” e “Applausi”, entrambe al primo posto in classifica.

Seguirono altri hits, come “Mamma mia” (di Mogol e Lucio Battisti), “Viso d’angelo” ed “Eternità” (presentata a Sanremo con Ornella Vanoni). 

“Non c’ è niente di nuovo”, presentata al “Cantagiro” del 1967 e cantata da Livio, è, fra i brani dei primi Camaleonti, quella che ho particolarmente amato e continuo ad amare.

Livio è il primo a sinistra, accanto a me

La band fu più volte ospite di programmi radiofonici e televisivi da me condotti. 

Per quanto concerne la tv, ricordo in particolare la puntata di “Amici Miei” (TSI) del 16 febbraio 2000, durante la quale ebbi i Camaleonti ospiti, in diretta, per quasi un intero pomeriggio. Ne approfittai per chiedere loro di eseguire, con le chitarre acustiche, brani che da anni non proponevano più, sia durante i concerti che nei programmi radiotelevisivi, tra i quali “Sha … la la la la”, altro successone che tanto ho amato quand’ ero ragazzino: fui accontentato!

Venendo ai concerti, il più emozionante è sicuramente stato quello tenuto nel settembre del 1991 in piazza del Sole, a Bellinzona, nell’ ambito della quarta edizione del mio “Feedback” festival.

A PROPOSITO DEL PRIMO AGOSTO

Per chi ama le curiosità: c’ è un brano che qualcuno ancora oggi, erroneamente, crede abbia in qualche modo a che fare con la nostra festa nazionale.

S’ intitola, appunto, “Primo agosto” (sul retro “Juke – Box”) e fu inciso nel 1975, per Polydor, dall’ indimenticato Maurizio Arcieri, cofondatore dei New Dada e, con la moglie (svizzera) Christina Moser, anche lei scomparsa alcuni anni fa, del duo Krisma, ricordato per le sue sperimentazioni elettroniche e considerato tra i pionieri e più importanti esponenti della new wave italiana.

Fra gli artisti con cui con cui i due collaborarono ci sono Vangelis, i Subsonica e Franco Battiato.

Iconoclasta per temperamento, Maurizio durante un concerto rispose alla contestazione di una parte del pubblico tagliandosi volontariamente un dito, in un gesto di punk estremo che ne fece un’ icona di una generazione.

SEMPRE PIÙ FIAMEGGIANTI

Da alcuni giorni anche la versione vinile di “Silent Transition”, album con cui, dopo tanti anni, i lucernesi Flame Dream tornano in scena, è nei negozi: un doppio LP con copertina apribile, vinile nero,180 grammi, imperdibile perla per gli amanti del prog rock, e non solo quello nazionale!

Me ne ha regalato una copia il frontman Peter Wolf (terzo da sinistra), che in settimana ha fatto un salto nel Ticino nell’ ambito di una campagna promozionale.

GUARDA IL TRAILER DI “SILENT TRANSITION”

«Questo album – ha tenuto a ribadire l’ amico – parla di adesso, di questo momento storico, sia per quanto concerne la musica che i testi. Come compositori, parolieri e produttori indipendenti, vogliamo essere percepiti quali artisti contemporanei, non come band con un passato. E, devo dire, il messaggio sta passando perfettamente, specialmente all’ estero, dove, da parte di importanti siti e riviste del settore, siamo stati gratificati da una ventina di più che lusinghiere recensioni».

A “Silent Transition” farà seguito la ristampa, su cd, dei primi quattro (e maggiormente gettonati) album della band, ossia:

“Out In The Dark” (22 agosto), “Elements” (14 novembre), “Supervision” (29 gennaio 2026) e “Calatea” (primavera 2026).

QUELLI DEL CAPPELLAIO MATTO

Fra i tanti artisti di fama mondiale che, tra gli anni Sessanta e Settanta, specialmente in estate, fecero tappa nella Svizzera italiana ci sono gli inglesi Audience. La band, una delle più meritevoli portabandiera del prog rock, si esibì il 30 luglio del 1972 nel Capannone di via Mirasole, a Bellinzona, in cui poco tempo prima aveva suonato Rory Gallagher.

Pure questo, concerto organizzato dal sottoscritto in collaborazione con Mario Del Don, Renato Reichlin e Georges Frey dell’ OSA di Ascona, pure questo concerto destinato a promuovere la rivista “Infomusic”, della quale ho ripetutamente parlato in precedenti Newsletters.

Dal “Giornale del Popolo” del 25 luglio 1972

“Dopo il successo riscosso dal concerto di Rory Gallagher, l’ irlandese ‘magico’, ‘Infomusic’ e l’ OSA asconese ritornano alla carica. Per i giovani ticinesi si tratta di un’ altra occasione d’ oro; Bellinzona, infatti, ospiterà i bravissimi Audience, una formazione di prim’ ordine, che facilmente può essere collocata fra i grandi del pop. Ma non è tutto. Agli Audience farà seguito un altrettanto prestigioso gruppo: gli Atomic Rooster (il gallo atomico). 

Per ‘Infomusic’ e l’ OSA si tratta di un enorme sforzo; c’ è da sperare che i giovani accolgano l’ invito e si rechino numerosi ai due concerti, come hanno già fatto in occasione dello show di Rory Gallagher.

Howard Werth, chitarra solista, banjo e canto; Keith Gemmel, sassofono tenore,  flauto e clarinetto; Tony Connor, strumenti a percussione e batteria; Trevor Williams, chitarra-basso ed accompagnamento vocale: questi i bravissimi Audience. Il gruppo suona una musica piacevole a qualsiasi orecchio, una musica – tuttavia – anticommerciale (sic!). Emergono la chitarra classica e il sassofono.

Brani, quelli degli Audience, ricchi di contrattempi alla batteria. Sembra che le composizioni del complesso nascano in condizioni particolari. C’ è stato chi ha definito la voce del cantante ‘rozza, canzonatoria, bassa’. Ascoltando i dischi, meglio ancora ascoltandolo dal vivo, ci si rende conto che Howard Werth ha una voce semplicemente squisita, originale. Trevor, il bassista, una volta suonava la chitarra solista. Per questo motivo si concede, di tanto in tanto, divagazioni in chiave di basso molto simili agli assoli di una normale chitarra a sei corde”.

(…)

La storia

Gli Audience nacquero nel 1969, anno in cui incisero il loro primo disco (per Polydor).

Furono in seguito notati da Tony Stratton-Smith, direttore della prestigiosa Charisma Records (quella del Cappellaio Matto, fra i cui artisti di spicco vanno annoverati i primi Genesis ed i Van Der Graaf Generator), che, dopo averli reclutati come “spalla” per un tour dei Led Zeppelin, decise di metterli sotto contratto per la sua etichetta discografica e lanciarli a livello internazionale 

Tre gli album sfornati per Charisma, tre perle che conservo gelosamente: “Friend’s Friend’s Friend”, “The House on the Hill “e “Lunch” (completato, causa la fuoriuscita dal gruppo di Gemmell, con la collaborazione dei Rolling Stones ed i Mad Dogs and Englishmen). 

Sempre negli anni Settanta, dopo, tra l’ altro, un tour americano con Rod Stewart ed i Faces e alcuni cambiamenti di formazione, la band si sciolse.

Quanto alla rivista “Infomusic”, nonostante l’ interesse suscitato, solo due i numeri che si riuscì a pubblicare, questo causa i costi di stampa e distribuzione esagerati. Ecco perché pure nell’ ambito dell’ organizzazione concerti fummo costretti a gettare la spugna. Ecco perché, ancora,  annullammo i contratti d’ ingaggio con Atomic Rooster, Genesis, Savoy Brown ed altre gettonate bands dell’ epoca.

Ci rifacemmo comunque poco dopo con un più fortunato mensile,“YOU”, ma questa è un’ altra storia, che, ripeto, già ho raccontato.

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Alla prossima … siateci!

Giorgio