Ultimo aggiornamento 22 Luglio 2025
QUESTA È LA STORIA DI … “JOAN LUI”
Fra i più fedeli ed attivi fans italiani di Adriano con cui sono in contatto c’ è Andre Repe. Con Gianni Dall’ Aglio e altri amici, gli sto dando una mano nella realizzazione di un docufilm amatoriale destinato a sottolineare i quarant’ anni di “Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì”, pellicola diretta ed interpretata dal “Molleggiato”.
«Un più che meritato regalo per il mio idolo», spiega l’ intraprendente genovese. Lavoro di certosina pazienza, portato avanti con l’ aiuto di un altro convinto fan, i cui frutti saranno in rete (YOU Tube) da settembre.
Due le puntate previste, protagonisti delle quali saranno attori, comparse e altre persone che hanno collaborato alla realizzazione del film, che racconta la storia di un moderno messia a confronto con una società consumistica e ipocrita.

In alto, Adriano durante le riprese. Sotto, Andre Repe e una comparsa del film
Film, “Joan Lui”, in Italia non da tutti capito ed apprezzato, nonché oggetto di sequestro (chiesto da Adriano dopo essersi accorto che i produttori avevano tagliato alcune scene per renderlo più “digeribile”).
Pellicola che ebbe invece molto successo in Russia (dove fu proiettata per volere dell’ allora presidente Michail Gorbačëv e, addirittura, premiata) e in Germania.
Più tardi, riacquisiti i diritti, Celentano ne ridusse ulteriormente la durata, cosicché fu possibile trasmetterlo alla televisione (Mediaset) e pubblicarlo pure su DVD.
«II mio, è un Gesù scomodo»
«Sapevo che m’ avrebbero criticato – mi confidò Adriano durante un’ intervista per la Televisione della Svizzera Italiana – perché, il mio, è un Gesù scomodo, che racconta cose che danno fastidio, cose che però, fortunatamente, non disturbano i giovani. Ed è questo, in fondo, che conta maggiormente, in quanto la società di domani è in mano loro. È un Gesù che viene oggi, abita sulla tua ringhiera: se non la pensi come lui, cambia casa.
Devo comunque ringraziare i critici e quanti sparlano del film, poiché così la gente ha capito che Gesù è sempre vivo. Avessi fatto un film su Giulio Cesare o Napoleone, non sarebbe successo niente, al massimo avrebbero detto: “È da vedere”. Qui invece parlano, e parleranno molto ancora. Non mi sono preoccupato di vendere, ma semplicemente di dire cose in cui credo. La mia natura è quella di far ridere, ma so anche pensare. È per tale motivo che qualcuno si è sorpreso. Guai a chi pensa, va messo al muro!».

Adriano con la moglie Claudia Mori e l’ attrice svizzera Marthe Keller
Con quali criteri hai scelto il cast, cosa ti ha spinto a ingaggiare l’ attrice svizzera Marthe Keller?
«Beh, sono stato abbastanza attento nelle scelte, nonostante non avessi molto tempo a disposizione per realizzare un lavoro tanto impegnativo. Marthe Keller mi è sempre piaciuta. L’ ho vista per la prima volta in una pellicola sui terroristi e mi ha colpito, perché è una grande attrice. Mi sono detto: una volta o l’ altra devo fare un film con lei. È particolarmente adatta ad interpretare il ruolo che le ho affidato, quello di una manager, un ruolo importante. Vedevo solo lei in questa parte, sono contento che abbia accettato di lavorare con me».
Ho trovato il finale duro, piuttosto pessimistico: muoiono quasi tutti…
«No, tutti».
D’ accordo, ma, allora, dobbiamo per forza essere pessimisti, guardare al futuro con preoccupazione?
«È questo che volevo dire, cioè che purtroppo certe cose potrebbero succedere. È vero che il film è pessimistico per quanto riguarda la condizione terrena, però c’ è un altro messaggio, che esiste un altro mondo, migliore, perfetto, la vera vita. Quella attuale non è il massimo: dopo i quarant’ anni cominciano a bucarsi i denti, devi tenerli sempre sotto controllo, ti si abbassa la vista, ti viene qualche dolore. Quindi, metà della vita terrena la passi con gli acciacchi che ti accompagnano fino alla morte. Quella attuale, è un provino per la vita eterna, dove c’ è il sole e mai la notte, dove non ci sono guerre e arrabbiature».
Toglimi una curiosità: come è nata la tua fede?
«Ho sempre avuto fortuna. Certi si attaccano a Dio perché disperati, io per la ragione contraria. Sentendo il bisogno di ringraziare qualcuno, mi sono detto: “Vuoi vedere che quello che va ringraziato è Dio?”. Continuo a credere
profondamente, tanto da realizzare un film sull’ argomento».
METTI UN “PUFFO” COME PREMIO
La Germania, ripeto, è uno dei due paesi in cui “Joan Lui” ebbe successo e dove si decise di premiare Adriano. L’ incarico di fare da postino fu affidato a me dalla redazione di “Pop Rocky”, per anni una delle riviste musicali più lette d’ Europa.

L’ Oscar, una specie di Pardo d’ Oro: l’ ambìto – si fa per dire – “Goldener Hammerschlumpf”, il “Puffo d’ oro”, assegnato agli artisti ritenuti più meritevoli dai lettori di “Pop Rocky” (fra i tanti che nel tempo hanno ricevuto il decisamente insolito riconoscimento c’ è persino Madonna!). Lo consegnai al “Molleggiato” nel 1984 , nella residenza di vacanza di Asiago (foto di Massimo Pacciorini-Job).
Aggiungo che parte dell’ intervista che realizzai in tale occasione e ripropongo nell’ odierna Newsletter fu pubblicata da “Pop Rocky” e dal trisettimanale “L’ Eco di Locarno”.
SENTI/GUARDA COME SUONA IL NUOVO CLIP DEI PAIPERS
È nell’ ambito di “Zoom”, programma condotto da Rossella Patruno, in arte “Roxy”, in onda domani pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00 su Radio Ticino, che verrà lanciato il nuovo, splendido videoclip dei (beat) amici pugliesi Paipers.

A ispirarlo, l’ inossidabile “Barbara Ann” degli altrettanto inossidabili Beach Boys.
Lanciato dai connazionali Regents nel 1961, in Italia, verso la degli anni Sessanta, fu colonna sonora dello spot del dentifricio Durban’s.
Negli anni Ottanta lo stesso ritornello fu utilizzato per la pubblicità dell’ azienda di acque minerali Sangemini.
Altra curiosità concernente “Barbara Ann”: nel 1966 il complesso Pop Seven, di cui faceva parte Roberto Vecchioni, autore del testo, incise la prima cover italiana del pezzo.
“Zoom” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
QUELLI ERAN GIORNI
Le foto sono state scattate a distanza di quasi sessant’ anni l’ una dall’ altra, nello stesso posto, l’ entrata del mitico “Piper” di Milano, dove, ai tempi del massimo splendore, Les Sauterelles, i “Beatles svizzeri”, si esibirono per alcuni mesi. Me le hanno regalate due ex componenti della famosa band e carissimi amici, il batterista Düde Dürst ed il bassista Heinz Ernst, che la scorsa settimana hanno fatto tappa nella città lombarda per rivedere, seppure solo dall’ esterno, quel magico luogo cui sono legati tanti bei ricordi, come pure la studio “La Basilica”, dove furono incisi i loro due singoli in italiano.

Rolf Antener, Heinz Ernst, Düde Dürst e Toni Vescoli negli anni Sessanta ai tempi del “Piper”. A destra, i due musicisti in posa davanti a ciò che resta del mitico locale
La trasferta è stata caratterizzata anche da una tappa a Bellinzona, nel corso della quale Düde mi ha anticipato che presto tornerà a suonare dal vivo, per una o due sere, con Toni Vescoli, il fondatore e cantante delle Sauterelles. Reunion con cui verrà promosso il libro, completato da Sam Mumenthaler, che stava scrivendo e per pubblicare il giornalista Beat Hirt, scomparso recentemente. In cantiere ci sono inoltre una pubblicazione, un album e un documentario dedicati ai Krokodil, il più famoso gruppo di prog rock svizzero, da poco rimessosi insieme e sempre capitanato dal poliedrico batterista.
“ASCONA 71”: QUALCUNO RICORDA?
Storia di un evento di cui si persero quasi subito le tracce: il “Festival Ascona 71”.
Ho sfogliato più volte le pagine dei principali quotidiani ticinesi del periodo e curiosato nei loro archivi fotografici, ma – come scritto in una precedente Newsletter – senza trovarvi granché, solo un paio di articoli e una foto (di scarsa qualità) del capannone, per cui accontentatevi di questi stralci del (peraltro) ampio articolo pubblicato il 17 luglio dello stesso anno dal “Giornale del Popolo”.
“Tempo di festival. Domani terminerà quello organistico di Magadino – una rassegna ormai affermatasi in campo internazionale e che ad ogni edizione riscuote un successo sempre maggiore – e tra una quindicina di giorni sarà la
volta del Festival internazionale del film di Locarno.
Ora, quasi all’ improvviso – ma l’ impressione di «improvviso» sta semmai nell’ essere stati capaci di lavorare in silenzio e non nella mancanza di una seria preparazione – è nato il Festival Ascona 71, una rassegna che si ripromette di presentare al pubblico grossi nomi della musica pop, della musica leggera e del jazz.
L’ organizzazione di manifestazioni simili – ricordiamo i numerosi concerti svoltisi negli scorsi anni nel cortile delle scuole di Ascona – è sempre stata condizionata dal tempo perché nella nostra regione manca un locale sufficientemente ampio per accogliere pubblico che, solitamente, accorre in massa attirato dal grande nome dei divi presenti.
Se quest’ anno il Festival Ascona 71 è realizzabile, lo si deve in gran parte alla collaborazione che ad Ascona esiste tra l’ iniziativa privata e l’ ente turistico. È infatti grazie all’ interessamento della Gong Musik diretta con grande entusiasmo dai signori Frey e Bassi che Ascona ha potuto assicurarsi la grande manifestazione.
Mancando la sala adatta, si è pensato di risolvere il problema erigendo, in un vasto prato in prossimità del palazzo scolastico, un grandissimo tendone capace di ospitare fino a duemila persone: una costruzione adattissima al genere di concerti e di manifestazioni che in essa si intendono organizzare.
Un festival che si rispetti deve poter contare su nomi capaci di polarizzare l’ attenzione del pubblico: la Gong Musik non ha lesinato sforzi per raggiungere lo scopo e, dopo laboriose trattative, è riuscita ad accapparrarsi artisti che, come vedremo nel dettaglio del programma, sono una sicura garanzia di successo.
Il primo concerto si svolgerà la sera di giovedì 29 luglio e l’ ospite che si esibirà sotto il grande tendone non necessita di grandi presentazioni: Adamo, l’ idolo delle folle, saprà sicuramente entusiasmare anche il pubblico asconese.
La sera seguente è in programma una manifestazione folcloristica imperniata sulla partecipazione di un gruppo tedesco, mentre il primo agosto riserverà la prima grande sorpresa per il pubblico dei giovani: sarà di scena il quartetto pop inglese di Brian Auger.

“Easy Livin'” e “Gypsy” sono alcuni dei gettonati pezzi degli Uriah di quel periodo. Anni dopo, nel 1980, a Zurigo, ebbi il piacere di incontrarli e intervistare il loro tastierista, Ken Hensley
Venerdì 6 agosto nuovo appuntamento con la musica pop, eseguita questa volta dal complesso Uriah Heep”.
(…)
“È, quella del Festival Ascona 71, una iniziativa estremamente coraggiosa, grazie alla quale il programma delle manifestazioni estive si arricchisce in modo sensibile. Peccato che esso coincida con il periodo del Festival internazionale del Film di Locarno: è una concomitanza che potrebbe purtroppo suscitare qualche critica o qualche malinteso tra gli organizzatori delle due rassegne anche se, probabilmente, il pubblico interessato all’ una non è il medesimo che frequenterà l’ altra”.
CONCERTI FANTASMA
Come detto, non ho trovato nessuna conferma dell’ effettivo passaggio ad Ascona di Adamo, degli Uriah Heep e altri artisti citati nell’ articolo del “GdP”.
Per contro, certo è che gli Heep si esibirono al Palazzetto dello sport di Mezzovico sei anni dopo, come documenta il mio articoletto pubblicato da “Illustrazione Ticinese” il 21 marzo di quell’ anno.

Evento proposto dall’ indimenticato organizzatore di concerti Sandro Blanditi della Sunrise Agency, prezioso amico che, doverosamente, ho ricordato in una recente Newsletter.
Ken Hensley e soci avrebbero inizialmente dovuto fare (ancora?) tappa nel Locarnese, ma poi, non se ne conoscono i motivi, preferirono optare per il Luganese.
Il concerto, aperto dagli U-Boat (musicisti di studio), ebbe luogo poco prima che la struttura crollasse sotto il peso della neve e rappresentò una parentesi nell’ ambito di una tournée in Germania durante la quale venne promosso l’ album “Firefly”. Da poco gli Uriah avevano reclutato un nuovo cantante, John Lawton, e un altrettanto nuovo bassista, Trevor Boulder.
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Giorgio

