APRONO LA FESTA …
Saranno Buddy Guy e la brillante chitarrista texana Ally Venable con “Texas Louisiana” ad aprire la puntata di domenica di “Non ho l’ età”, in onda dalle
13:00 alle 14:00 e dalle 20:00 alle 21:00 su Radio Ticino.
Dopo di loro:
McFly (Obviously), China (Ran Out Of Love), Dolly Parton (Imagine), Julian Lennon (Day After Day)
Pubblicato nell’ ambito del Record Store Day: “Adeline”, tratto dal nuovo EP di Ringo Starr con pezzi composti e prodotti dalla cantautrice americana Linda
Perry, che con l’ ex Beatle aveva già collaborato precedentemente.
A seguire:
Rod Stewart with the Royal Philharmonic Orchestra (Maggie May), Krokus (Eat The Rich), Krokus (Too Hot), Bob Dylan (Don’t Fall Apart on Me Tonight), Willie Nile (Rainy Day Women), Electric Light Orchestra (Wild West Hero), Randy Newman (Falling in Love), Randy Newman (Short People), Supergrass (Alright)
“Non ho l’ età” può essere seguito pure televisivamente, sintonizzandovi su https://radioticino.com/tv/
IL GENIERE MORANDI
Recentemente ho scritto di Marino Regina, bassista della band di Gianni Morandi durante il servizio militare. Vive, ricordo, a Gordevio, dove ha svolto l’ attività di rappresentante di generi alimentari. Non sono ancora riuscito a contattarlo, ma continuerò a darmi da fare per rintracciarlo.
Per contro sono riuscito a parlare con l’ amico Federico Gnocchi di Peschiera Borromeo, fra gli autori dell’ intrigante libro “Il genio di Gianni Morandi. Geniere a Pavia” (Univers Edizioni), che verrà presentato stasera nella città lombarda nell’ ambito del “ticinumfestival”. Alla prossima Newsletter!
IL CONCERTO DI “CASCO D’ ORO” A LOCARNO
C’ è anche Caterina Caselli fra i cantanti italiani in voga a quei tempi che, tra gli anni Sessanta e i Settanta, fecero tappa nella Svizzera italiana.
Si esibì al Cinema Rex di Locarno il 12 settembre del 1969, organizzatori della serata Tito Bassi e Laico Burkhalter del CDA, il Centro Discografico Ascona.
“Uno show di ben quarantacinque minuti”, anticipò l’ “Eco di Locarno”, che a Giuseppe Zois diede l’ incarico di intervistare la cantante modenese.
Una spregiudicata Caselli
IO, CATERINA, PRIMA DELLA CLASSE
Potresti vìvere senza successo?
«Certo, benissimo! Ovviamente il giorno in cui mi sentissi “passata” o mi accorgessi di non piacere più sarebbe un colpo durissimo. Spero che il momento arrivi il più tardi possibile. Ma comunque, quando mi accorgerò che la mia vista farà sbadigliare, non sarà la disperazione. Non lo dico per dire. So che ci sono cose più importanti nella vita delle canzoni: bisogna buttarsi su quelle».
Quali, per esempio?
«Stare con gli amici: adesso non ho mai tempo per farlo: sono sempre in giro
come una zingara. I miei rapporti con gli altri sono frettolosi, senza profondità e quindi senza gioia. Poi imparare, sapere. Io sono ignorante come un bue. Ho smesso di studiare che ero proprio una ragazzina e ora non ho mai tempo per leggere un libro. Ma la smania di sapere ce l’ ho. Così mi piacerebbe conoscere il mondo, stare ad ascoltare la gente, cercare di capire i loro problemi, la loro civiltà, la storia, la religione diversa. Non so come si chiama quella cosa che studia i popoli, ma insomma quella scienza lì la considero la fine del mondo, una cosa formidabile. Questa mi sembra vita, non quella che sto vivendo».
Quella sera al “Rex” di scena pure i mitici Nightbirds
Ma allora non sei felice? C’ è qualcosa che ti manca, che ti fa sentire incompleta?
«Felice non è nessuno forse. Ma sia chiaro che io sto benissimo così. Se non facessi la cantante, me ne starei chiusa in un qualche ufficio di Sassuolo a fare
l’ impiegatina. E mia madre farebbe ancora la magliaia. E la mia sorellina invece
di studiare e prendersela comoda farebbe la commessa da qualche parte. Se penso a questo sono felicissima, no? Poi sfuggire alla vita di provincia è già una bella conquista. Certo, non tutti sono insofferenti come me. Tanti sono contenti
del tran-tran che la vita di paese offre. Ma io no. Per questo io devo tanto alle canzoni: mi hanno tirata fuori».
Come ti sei buttata nel mondo delle sette note?
«Avevo tredici anni e il pallino di cantare. Non sognavo altre evasioni, mettiamo il cinema: volevo cantare e basta. Ho fatto sei anni duri, a cantare nelle balere, a riempire i momenti di vuoto, quando nessuno ascolta, tra un cantante vero e
l’ altro. Ed ho incominciato subito dando un calcio alle convenzioni. Ho sempre girato sola, come un uomo, senza mamma, sorella, parenti a salvaguardare gli interessi e la reputazione. Ed i ragazzi mi vogliono bene anche per questo:
perché non ho paura di quel che la gente dice. Mi faccio la mia vita pulita, lavorando. E basta».
Da poco la cantante (eccola durante l’ intervista) aveva pubblicato il singolo “Emanuel”. L’ anno prima, in aprile, aveva partecipato alla Tombola Radiotelevisiva organizzata dalla Radiotelevisione della Svizzera Italiana presso lo studio di Besso
È stato dunque un desiderio di evasione che ti ha portata al successo?
«Si, ma anche una gran voglia di guadagnare; dico la verità: in principio pensavo quasi esclusivamente a quello. È da nove anni che io sono l’ uomo di casa, da quando è morto mio padre e mi stava appunto qui il fatto che mia madre lavorasse con quelle gambe gonfie da quando sono nata io e che le fanno ancora molto male. Poi sistemata la famiglia, messi via i primi soldini, mi è venuta anche un’ ambizione grossa così: se sono a quota cinque voglio assolutamente arrivare a sei, eccetera».
Se dovessi smettere di cantare, cosa faresti?
«Ecco uno dei vantaggi di essere qualcuno: non c’ è più pericolo di vedermi chiusa in un ufficio di Sassuolo. A stare in mezzo alla gente in gamba mi sono scoperta tante passioni, tante possibilità. Per esempio il cinema: finora ho fatto cose non eccelse, certe forse schifose, ma intanto mi sono accorta che recitare non è
difficile ed è divertente. Quindi potrei fare l’ attrice. Poi ho sempre la testa piena di idee per vestiti. Ne invento uno ogni tre minuti: potrei anche mettermi a disegnare vestiti. E ancora, ma questo è forse un po’ troppo, scrivere libri, poesia. Credo
però che anche quando non dovessi più cantare, continuerò a occuparmi di musica, a fare canzoni, io vado pazza per la musica. Non sono di quelli che ci fanno la loro cantatina e poi non ci pensano più. Io canto sempre. Penso sempre
a canzoni nuove. Quando corro per l’ Italia in auto, nelle notti in cui, finito uno spettacolo, devo raggiungere un’ altra città, senza dormire, mi metto dietro con la mia chitarra e canto per ore motivi e parole che mi vengono in testa e che saranno canzoni».
IL CENTRO DISCOGRAFICO DI ASCONA
Ho conosciuto Laico Burkhaler, uno dei due fondatori del CDA, agli inizi degli anni Settanta, quando ai Gong di Mario Del Don, band di cui per un po’ di tempo fui manager, procurò la possibilità di incidere, per Polydor, il primo ed unico disco, “Lost Thing”.
Da anni, come Tito Bassi, è lontano dal Ticino, vive nella Svizzera tedesca, ma ai tempi era fra i personaggi più noti e brillanti di Ascona, la Saint-Tropez della Svizzera, come si diceva allora.
Gli ho chiesto di raccontare qualcosa sull’ etichetta discografica creata con
l’ amico nel 1967 e per la quale hanno inciso diversi solisti e gruppi svizzeri.
GLI OLD FRIENDS
“Prima di mettermi a produrre altri – scrive Laico – avevo inciso per la Eurex Records un disco con un amico, Walter Naef, il duo era quello degli Old Friends. Titoli dei brani: ‘La felicità’/’Non scorderò’. Quando con Tito creai il CDA, lo ripubblicai, con la stessa copertina, ma il logo diverso.
Laico è il secondo a destra
Con Walter siamo amici da quando eravamo bambini, abbiamo frequentato le stesse scuole a Locarno. La principale passione che ci ha accumunati è la musica, la cosiddetta ‘musica leggera’. Insieme, prima di fondare gli Old Friends, cantavamo, componevamo e suonavamo (pezzi composti da me) la chitarra e il piano ogni volta che ne avevamo la possibilità.
A un certo punto Walter con i genitori si trasferì nella Svizzera tedesca, mentre io rimasi in Ticino. Per noi era giunto il momento di intraprendere, in ambiti diversi, una formazione professionale. I rapporti rimasero però inalterati, per cui, quando possibile, ci rivedevamo per fare musica insieme.
Io il più attivo, componevo e arrangiavo. In quel periodo, pure, incisi il primo disco, con brani del folclore ticinese, ‘Ascona’ e ‘La Verzaschina’.
Il vinile successivo, come detto, fu quello realizzato con Walter, gli Old Friends,
con pezzi arrangiati da Renato Bui. Per motivi essenzialmente professionali,
l’ avventura durò poco, ma ci rimangono piacevoli ricordi.
I COMPLESSI BEAT
In seguito per il nostro Label incisero i Teenagers di Marco Zappa, i Nightbirds e Les Hirondelles di Coira.
Les Hirondelles, da non confondersi con Les Sauterelles di Toni Vescoli e Düde Durst
Per quanto concerne il folclore, quello vero, con la Vos dal Tesin, corale asconese fondata e diretta da Willy Hugel, molto noto anche quale pianista e fisarmonicista, sfornammo tre EP’s. Ricordo che Hugel ha composto, tra l’ altro, la famosa ‘La Canzone del mitragliere’. EP’s, quelli della Vos dal Tesin, dei quali, pure, realizzai le copertine con splendide foto del Ticino.
Siccome in quel periodo collaboravo strettamente con il violinista, compositore, conduttore televisivo e direttore d’ orchestra Helmut Zacharias, a questi vinili si aggiunse più tardi ‘Carmen’/’Sing-Sing-Sing’, inciso dall’ importante artista tedesco con il nome ‘Mexican Brass Band’.
Fu per i troppi impegni, i lavori da me parallelamente svolti a Monaco con Zacharias, che a un certo punto rinunciai all’ attività di produttore e il CDA non pubblicò più dischi”.
IL SITO
Ribadisco l’ invito a curiosare nel sito: ci sono aggiornamenti e novità che potrebbero interessarvi, specialmente nel BLOG.
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Alla prossima e … siateci!
Giorgio