QUASI DI CASA
NEL TICINO
Seguo gli Status Quo da quando ero bambino, dai tempi
in cui nella band militava pure un organista, Roy Lynes.
Il primo pezzo di cui m’ innamorai fu “Pictures of Matchstick
Men”, ispirato ai cosiddetti matchstick men (“uomini
fiammifero”) dipinti dal pittore inglese Laurence Stephen
Lowry.
Nel tempo ho rivisto la band più volte. Fra gli incontri che
ricordo con particolare piacere c’ è quello del 1979 a Zurigo
in occasione del lancio dell’ album “Whatever You Want”.
A destra, la copertina del singolo
Con Francis Rossi a Zurigo
e a “Moon and Stars”
Per quanto concerne la Svizzera italiana, ci siamo rivisti nel
2008 a “Moon And Stars” e nel 2013 a Cevio, al Vallemaggia
Magic Blues (realizzai un divertentissimo servizio per
“Il Quotidiano” della TSI).
Continuo ad amare i Quo, oggi guidati da un unico membro
originale, il simpaticissimo Francis Rossi, meno il loro
repertorio più recente, caratterizzato da un rock un tantino
annacquato. Comunque ancora una splendida band,
specialmente dal vivo.
LA PRIMA VOLTA
Il primo concerto ticinese lo organizzò, il 4 agosto del 1973
sul prato antistante le scuole di Ascona, la King Larry, o
meglio l’ indimenticata Susy Stauss; era da poco stato
pubblicato il mitico album “Piledriver”. “Spalla” il gallese
Deke Leonard, precedentemente con i Man, e gli Iceberg.
Indimenticabile serata!
Dall’ “Eco di Locarno” del 7 agosto 1973, titolo: “Applausi
per lo Status Quo”
“Esiste un pubblico “pop”, o forse è più esatto dire che esiste
di fatto un pubblico che si è avvicinato a questo genere
musicale, esiste in forma viva e concreta, anche se dal
punto di vista numerico non è quello registrato in altre
manifestazioni di questo genere, qui in Europa, senza
parlare dell’ America.
La presenza dei 1800 giovani, convenuti sul piazzale
delle scuole di Ascona, è, però, tutt’ altro che trascurabile,
anzi per il nostro Cantone è addirittura un primato.
Bisogna sottolineare a questo punto che sabato sera,
sul magnifico prato dell’ arena, al concerto degli “Status
Quo”, abbiamo notato la presenza di pubblico straniero:
tedeschi, olandesi, francesi e addirittura svedesi; crediamo
d’ essere nel giusto quindi, se affermiamo che manifestazioni
di questo genere in futuro vanno favorite, vincendo tutte le
remore che le hanno fino ad ora ostacolate, questo perchè
un concerto come quello di sabato va al di là del fatto in sé
stesso, risultando una sicura presa turistica sul pubblico
giovane.
Quando, alle 21:15, Lancaster, Parfitt, Coghlan e Rossi
sono comparsi, il pubblico ha dato in una vera e propria
ovazione; i quattro Status Quo si sono esibiti per più di
un’ ora, interpretando i motivi di “Piledriver”, il 33 giri
di loro maggior successo attualmente.
Un rock, il loro, eseguito in maniera dura, diremmo
violenta, fraseggi ad alto volume, che non hanno
mancato di entusiasmare il pubblico giovane, ma che
non ha proprio soddisfatto una minoranza, forse un
tantino più esigente.
Manifestazione, tutto sommato, riuscita, anche se
l’ impianto voce non è risultato perfettamente
efficiente, tanto da costringere i “Deke Leonard Iceberg”‘
(che alle 20:00 circa hanno aperto il programma) a
modificare sensibilmente il loro repertorio, offrendo
al pubblico motivi di buona fattura e orchestrazione,
anche se un po’ lunghi, forse troppo”.
La band avrebbe dovuto fare ritorno nel Ticino nel
marzo del 1978, tenere un concerto a Mezzovico, ma
non se ne fece niente.
Perchè? Continua a leggere.
Dal Giornale del Popolo del 4 marzo 1978
“Ci dice il segretario generale della Good News Mucky
Stammler: “Era nostra intenzione accontentare già
questo mese i numerosi amici ticinesi. Per questo,
tramite un organizzatore luganese (Blanditi di
Lugano, ndr), avevamo combinato un concerto
con gli Status Quo in Ticino. Purtroppo però il
Palazzetto di Mezzovico non è più agibile e
l’ organizzatore non è riuscito a trovare un’ altra
sede adatta. Peccato, perché sono sicuro che i Quo
avrebbero richiamato molto pubblico anche dalla
vicina Italia».