GOD SAVE THE QUEEN
Il 21 novembre del 1975 veniva pubblicato “A Night at The Opera”, quarto album in studio dei Queen, considerato da molti il lavoro più rappresentativo della band.
Il titolo del disco, che, con”A Day at the Races” del 1976, avrebbe dovuto essere un doppio lp (la casa discografica preferì però proporli in tempi diversi per motivi di risparmio), è ispirato agli omonimi celebri film dei fratelli Marx, “Una notte all’ Opera” e “Un giorno alle corse”.
Spunto, la ricorrenza, per dedicare ai meravigliosi Queen, una piccola parentesi.
I PEZZI
JOHNNY RIVERS, IT’S ALL ALRIGHT
VALLANZASKA, L’ EMOZIONE NON HA VOCE
“Rock ’n’ Roll” è il titolo dell’ album che John Lennon accettò di incidere a metà degli anni Settanta in parte per risolvere una vertenza con il produttore discografico Morris Levy, che lo aveva accusato di plagio.
JOHN LENNON, YA YA
RIDERS, TALK TO MY BABY
HELIKOPTERN, IF ONLY MOTHER
QUEEN AND PAUL RODGERS, WE ARE THE CHAMPIONS, LIVE
GEORGE MICHAEL AND QUEEN, SOMEBODY TO LOVE, LIVE
MICK RONSON, ALL THE YOUNG DUDES, LIVE
Doppietta dedicata alla sempre affascinante e brillante Amanda Lear.
Dapprima la poco ricordata “Amandoti”, a seguire “Mellow Yellow”, dal repertorio dello scozzese Donovan.
AMANDA LEAR, AMANDOTI
AMANDA LEAR, MELLOW YELLOW
ZUCCHERO AND BEN ZUCKER, EVERYBODY’S GOT TO LEARN SOMETIME
AT VANCE, S.O.S
RIDERS, MY BABE
MASSIMO BUBOLA, QUELLO CHE NON HO
DIAMOND DOGS AND SPIKE GRAY, GOOD TIMES
A PROPOSITO
DI AMANDA
Affascinante, brillante, simpaticissima.
Ho avuto il piacere di intervistarla più volte.
Lugano
Quella che pubblico, è parte di una divertente chiacchierata con cui avrei dovuto confezionare un servizio per la Televisione della Svizzera Italiana, servizio realizzato negli anni Novanta a Berna che, per motivi tecnici, non potè però andare in onda.
«Les femmes peintres? C’ est horrible!»
«Già da bambina – raccontò Amanda in quell’ occasione – ero affascinata da pennelli, colori e tavolozze. Sono stata fortunata, avendo incontrato Salvador Dalì. Con lui sono rimasta per ben quindici anni, mi ha insegnato un mucchio di cose.”
Già, è proprio di fortuna che bisogna parlare, perché Dalì ha sempre avuto poca considerazione per le donne che dipingono. «Les femmes peintres? C’ est horrible!», ha dichiarato una volta.
«È vero. Capirai lo stupore, ma pure la grande gioia, quando un giorno mi disse che, per essere una donna, non dipingevo poi tanto male.»
In un libro a lui dedicato fai capire, tra le righe, che, contrariamente a quanto appena raccontato, il rapporto è stato poco felice.
“Ho scritto questo libro per esorcizzarlo. Non era un demone, però dominava il mio spirito. Avevo il suo fantasma alle spalle mentre dipingevo. ‘Troppo blu – pareva mi dicesse – non esagerare.’ E via di questo passo. Bisognava eliminarlo dai miei pensieri. L’ ho fatto scrivendo. Però, lo ripeto, mi ha dato molto, è stato un faro illuminante.”
Cosa vuoi dire attraverso la pittura?
“Voglio far felice la gente. Ecco perchè, nella maggior parte dei casi, uso colori vivaci. Ci sono dei Picasso, tanto per fare un esempio, che non puoi appendere in cucina pur essendo dei capolavori, poichè ti bloccherebbero la digestione tanto sono lugubri. I miei quadri invece non turbano, vanno bene dappertutto. La vita è sufficientemente complicata e triste. I miei quadri vogliono essere una finestra aperta su un mondo diverso, ricco di serenità.”
Inizialmente, primi anni Ottanta, la gente veniva alle tue mostre per vederti, ti arrabbiavi moltissimo. Oggi com’ è la situazione?
“È ancora così, inutile nasconderlo. Però non rinuncio a portare avanti la mia battaglia, far capire che Amanda vuole esprimersi con la mente e non più con il corpo. Credo nella forza del pensiero positivo, che mi consentirà di ottenere ciò che voglio. È una forza che ho scoperto quando ho avuto un grave incidente d’ auto: grazie ad essa mi sono ripresa, ho imparato a vivere meglio, scacciare le preoccupazioni.”
Hai successo come pittrice?
“Ho esposto in varie parti del mondo. Solo in Italia non sono ancora riuscita a mettere in piedi qualcosa di serio. Ho parlato con Marta Marzotto e altre persone che potrebbero darmi una mano, ma finora non se n’ è fatto nulla. Eventuali interessati, avanti ! Chiaramente si fa meno fatica ad avere successo con i dischi che con i quadri. Se poi sei donna, è ancora più dura. Comunque le soddisfazioni non mi sono mancate, e continueranno a non mancare, ne sono certa.»
Fino a quando ti darai ai quadri ?
«Avresti dovuto chiedermi : fino a quando continuerai a cantare? Si, perché smetterò abbastanza presto. Non mi piace sognare, so benissimo che fra qualche annetto sarò troppo vecchia per salire su un palco e prendere in mano un microfono. Con il dipingere potrò invece andare avanti per parecchio tempo. Non temo il trascorrere degli anni, ho vissuto (e continuerò a vivere) bene ogni momento della vita, anche se il cielo non sempre è azzurro.»
Amanda, per la milionesima volta, chi sei veramente? Uomo o donna ?
«Sono una donna moderna, non dovrebbero più esserci dubbi. In inglese si direbbe ‘up-to-date Girl’. Mi interesso a tutto ciò che succede nel mondo; non sono una superstar, sono semplicemente un’ artista, sensibile, sensitiva. Quindi mi sento sola, come la maggior parte degli artisti.”