UN “GIGANTE”
PER AMICO
Fra gli amici che, dopo tanti anni, ho ritrovato c’ è un musicista che continuo a stimare particolarmente ed è stato protagonista di programmi radiofonici/televisivi, nonchè concerti da me condotti ed organizzati: Checco Marsella, in passato cantante e tastierista dei mitici Giganti.
“UNA GRANDE CANZONE”
è il titolo del nuovo CD, ora online e nei negozi. Spunto per una telefonatina …
Come te la passi?
“Qui a Casalbordino, in Abruzzo, dove vivo, benissimo. Ho rimesso a nuovo un vecchio casolare e sono immerso nel verde, c’ è la massima tranquillità. Volendo, posso pure ospitare, specialmente gli amici.”
Parlami del CD, per cominciare degli inediti.
“Chiariamo che non si tratta di brani che erano stati dimenticati in qualche cassetto, provini o roba del genere, tantomeno destinati a celebrare i bei tempi andati. No, è materiale fresco, che tiene conto del momento che stiamo vivendo, l’ epoca è l’ attuale. Si tratta di brani composti da me e alla realizzazione di alcuni hanno collaborato amici e amiche che stimo molto”.
Poche le cover …
“Si, tre: ‘Vagabondo’ di Nicola Di Bari e ‘Tema’ e ‘Una ragazza in due’ dei Giganti. Ripeto, non punto sulla nostalgia”.
Chi ti ha dato il la?
“La voglia di tornare a incidere, comporre musica, è tornata nel febbraio dello scorso anno dopo aver visto le foto dello studio di registrazione del mio amico Gianpiero Scarpellini su Facebook. Ho ricominciato a suonare quasi per gioco, solo per soddisfazione mia personale e poi, piano piano, sono nate queste canzoni, tra cui quella che dà il titolo al CD, ‘Una grande canzone’ (il testo è di Rita Giovannini, di Cesena).
In questo pezzo la chitarra è di Enrico Santacatterina, che ha fatto parte dei Giganti nel 2005, mentre Francesca Muja ha collaborato nei cori. Stefano Vittozzi si è invece occupato dell’ arrangiamento degli archi. Il video è stato realizzato dal bravissimo videomaker Stefano Romani, titolare del SR Video Promotion. Per il resto, ho fatto tutto io divertendomi tantissimo. Importante la collaborazione col mio amico ed editore romagnolo Luigi Mattarelli, coaduviato dalla figlia Helga. Radio Birikina (che dispone pure di un canale televisivo) è in coedizione”.
Hai mobilitato pure dei familiari …
“Si, in un paio di brani, nei cori, ci sono le mie figlie, Barbara e Mirya, e uno dei miei nipoti, Kyle. Quanto a mia moglie Matilde, l’ ho citata in copertina perché è una santa donna, dotata di esagerata pazienza. La ringrazio tanto, anche perché continuerò a fare musica!”.
A chi ti rivolgi?
“Specialmente a chi ama il ballo, i ‘diversamente giovani’, per cui ho puntato sulla cumbia e il reggaeton. Ritmi da discoteca. All’ insegna della passione per la musica, della gioia di vivere e dell’ allegria”.
Senti ancora Enrico Maria Papes, il “vocione” dei Giganti, con cui anni fa hai rimesso insieme, per alcuni periodi, la band?
“Si, recentemente gli ho fatto gli auguri per gli ottant’ anni. Per quanto concerne la band, ricorderai, in quel periodo siamo più volte stati pure nel Ticino, da te, memorabili programmi radiofonici e televisivi e concerti. Sciolto il gruppo, abbiamo deciso di prendercela più comoda, ma ancora siamo attivissimi, facciamo un mucchio di cose.”
I brani dei Giganti che più ricordi?
“Quello che ha venduto tantissimo è ‘Tema’, ‘apre il tema …’. Gettonatissimo pure ‘Una ragazza in due’, quando lo eseguivamo le gente impazziva, specialmente al momento dell’ inciso. Eppoi c’ è ‘Proposta’, il pezzo di ‘mettete dei fiori nei vostri cannoni’, presentato al Festival di Sanremo.”
A proposito di “Proposta”, avrebbe dovuto avere un altro titolo …
“In effetti la RAI ci impose di intitolarlo così, anzichè ‘Protesta’, come ci sarebbe piaciuto. Per contro, con il sostegno della casa discografica RI-Fi, riuscimmo a evitare di modificare l’ intro a cappella. La RAI pretendeva che cantassimo ‘mettete dei fiori nei vostri capelli’ invece di ‘mettete dei fiori nei vostri cannoni’. Roba da matti!”
Band litigiosa, la vostra.
“Caratterialmente eravamo veramente diversi, ognuno per conto proprio dopo ogni impegno di lavoro. Musicalmente, però, affiatatissimi. La conferma la si ha ascoltando l’ album ‘ Terra in bocca’, contro la mafia, subito censurato e, quindi, poco ricordato. Fanno eccezione i collezionisti del prog, che lo apprezzano tantissimo”.
CON E DOPO
I GIGANTI
I Blue Boys sono il primo complesso di Francesco “Checco” Marsella, che nel 1963 si aggrega al gruppo di Guidone, fra gli artisti del Clan Celentano, grazie al quale conosce Mino Di Martino ed Enrico Maria Papes.
I due musicisti e il fratello di Mino, Sergio Di Martino, formano con Paolo Vallone, sostituito in seguito dal palermitano Ignazio Garsia, i Giganti, in cui Marsella entra a metà del 1965.
Dopo il primo scioglimento del gruppo, alla fine del 1968, incide due 45 giri per la Miura, e partecipa come solista al Festival di Sanremo 1969 con “Il sole è tramontato”.
Con il fratello di Adriano, Alessandro Celentano, costituisce la Cip Cantanti, agenzia di produzione discografica con cui segue il complesso de i Baci e il cantante Andrea Capelli.
Torna, nel 1971, con i Giganti, fino allo scioglimento del 1972.
Dopo alcuni anni come session man, incide due 45 giri per la Ariston, e nel 1976 riforma i Giganti con Papes e due nuovi componenti, ma dopo due anni di attività dal vivo anche questa formazione getta la spugna.
Per un breve periodo Marsella fa parte dei Bulldog, in sostituzione di Celso Valli, e, nel 1979, dell’ orchestra di Terzo Fariselli, per diventare l’ anno successivo tastierista di Franco Califano.
Dopo una parentesi in cui si dedica al piano bar, nel 1997 ricostituisce i Giganti con Enrico Maria Papes, col quale rimane in attività fino al 2005.
METTETE DEI FIORI
NEI VOSTRI CANNONI!
Dopo Checco Marsella, grazie a Facebook, ho ritrovato un altro amico “Gigante”, il batterista Enrico Maria Papes, quello dallo splendido, inconfondibile vocione.
“Enrico Maria Papes …È per l’ amore che si canta. Una vita da gigante” (Arcana) è il libro che da poco ha pubblicato.
LA TELEFONATA
Dove vivi, Papes?
“In paradiso! A Palazzuolo sul Senio, versante romagnolo dell’ Appennino tosco-romagnolo. Pur essendo in Romagna, è amministrato da Firenze”.
Come trascorri il tempo?
“Annoiandomi un po’, perchè sono sempre stato uno iperattivo. Leggo e rileggo (specialmente Hermann Hesse), navigo, Facebook, posta elettronica, e suono la batteria (ancora la mia mitica Gretsch, che l’ amico Ellade Bandini invano tenta di convincermi a vendergli”.
Quanto ancora è importante la musica per te?
“Da alcuni anni ho rarefatto gli spettacoli in pubblico. Per contro ho nel cassetto una dozzina di pezzi che mi piacerebbe inserire in un album, dopo alcuni ritocchi. L’ onda è quella cantautoriale. Il problema è che oggi vinili e cd’s si fatica a venderli. Quanto alle vendite online, non mi interessano. Comunque non ho fretta”.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro?
“Per la verità, finora non ci avevo mai pensato. A sollecitarmi sono stati i miei figli Alli e Alice prima, gli amici Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini poi”.
Particolarità di “Enrico Maria Papes… È per l’ amore che si canta. Una vita da gigante”?
“È un libro double face, la storia dei Giganti da una parte, l’ autobiografia di Sergio Papes dall’ altra”.
Eppoi gestisci un canale online …
“Si, ‘I Giganti’, lì ci sono foto, video e tanto altro. Mi son dato da fare in questo senso perchè sono quello che ha collezionato più memorabilia concernente la band”.
IL LIBRO
In questo libro, con prefazione dell’ illustre collega batterista Ellade Bandini e postfazione di Red Ronnie, Enrico Maria Papes chiama a raccolta i ricordi, professionali e personali, per raccontare una vicenda che, tra musica ed esperienze di vita vissuta, è esemplare dei tanti giovani che, negli anni Sessanta, furono protagonisti del boom economico e dei rivolgimenti culturali e sociali di quel periodo.
LA STORIA DEI GIGANTI
Nel 1965 il primo disco dei Giganti (Enrico Maria Papes, batteria, Giacomo Di Martino, chitarra, Sergio Di Martino, basso, Francesco Marsella, tastiere), “Morirai senza di lei”.
Il successo grazie alla partecipazione al programma televisivo Un disco per l’ estate del 1966, dove giunsero terzi con “Tema”, primo in classifica per sette settimane e in seguito inserito nella colonna sonora del musicarello “Il ragazzo che sapeva amare” di Enzo Dell’ Aquila.
La band incide poi, per il quattordicesimo Festival di Napoli, “Na guagliona yè yè” e “Ce vò tiempo”.
Nello stesso anno stravendono con la splendida “Una ragazza in due”, cover di “Down Came the Rain” di Mister Murray.
Nel 1967 terzi a Sanremo con “Proposta”, in coppia con gli inglesi Bachelors e terzi pure al Cantagiro con la censurata (in quanto ritenuta irrispettosa nei confronti dell’ allora presidente della Repubblica italiana) “Io e il presidente”.
Altro Sanremo nel 1968 in coppia con Massimo Ranieri e il brano “Da bambino”.
Poco dopo lo scioglimento della band e l’ inizio dell’ attività solistica per Enrico Maria Papes e Francesco “Checco” Marsella, il quale torna a Sanremo con “Il sole è tramontato”.
I Giganti si rimettono insieme nel 1970 e prendono parte al CAntagiro con “Voglio essere una scimmia”.
Altro festival l’ anno dopo con “Il viso di lei”.
Poco dopo si danno al progressive con il censuratissimo (ma apprezzatissimo dai collezionisti) concept album “Terra in bocca”, contro la mafia.
Il 1972 è l’ anno del poco pubblicizzato “Sogno nel sogno verde di un vegetale”, con cui tornano al Disco per l’ estate.
Mino Di Martino collabora conFranco Battiato, mentre Marsella e Papes ricostituiscono il gruppo, con William Fumanelli e Kambiz Kaboli; dopo un paio d’ anni pure questa formazione si scioglierà.
Ci riprovano negli anni Novanta, a tratti, Papes e Sergio Di Martino.
Importante quella reunion, coni quattro componenti originali, quella al Teatro Lirico di Milano per ricordare il produttore discografico Gianni Sassi, concerto durante il quale, con Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso, Vince Tempera alle tastiere e Gigi Rizzi alla chitarra, eseguono, per la prima volta dal vivo, i pezzi di “Terra in bocca”.
Papes e Marsella ricostituiscono la band nel 1998 con Kaboli al basso e il corista Giò De Luigi.
Nuova ricostituzione nel 2006: Enrico Maria Papes affiancato dal figlio Alessandro “Ally” Papes (voce e batteria), Francesco Romagna (voce, tastiere e chitarra) ed Enrico Santacatterina (voce, chitarre, basso).
Nel 2009 la ristampa dell’ album “Terra in bocca” con una bonus track, come allegato a un volume, edito dalle edizioni Il Margine, impreziosito da interviste ai musicisti che lavorarono al disco, oltre che allo stesso gruppo.
Nel 2011 ai Giganti viene assegnato il Premio Paolo Borsellino, proprio per questo lp.
RARITÀ
AL PRIMO RADUNO BEAT
DI MILANO
Fra i gruppi partecipanti al Primo raduno beat organizzato da Miki Del Prete e Sandro Colombini al Palasport di Milano ci sono pure i Giganti.
Nelle foto: Enrico Maria Papes, i cui tamburi furono prestati ai batteristi di diversi altri complessi, e Giacomo Di Martino e Checco Marsella mentre eseguono “Tema”.
IN COPERTINA
MINO E IL
SUPERGRUPPO
Il bassista Mino Di Martino, dopo lo scioglimento, fece parte del Supergruppo, elementi che avevano acquisito una certa notorietà nel mondo della musica leggera, come solisti o come membri di formazioni già affermate: da sinistra, Gianni Dall’ Aglio dei Ribelli, Mino, Ricky Gianco, Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik e e Victor Sogliani dell’ Equipe 84.
Nel 1970 la band partecipò al Festival di Sanremo con “Accidenti”, in coppia con Rocky Roberts.