FRA I PRIMI A SUONARE
IL BLUES NELLA
SVIZZERA ITALIANA
Racconta Claudio “Clod” Brunelli:
Nella primavera del 1967 due gruppi musicali, i biaschesi “The Apaches“ e i bleniesi “I Dixi”, dopo diversi anni di attività nelle sale da ballo, soprattutto del Sopraceneri, si sciolgono. Tre membri degli “Apaches”, il cantante e chitarrista acustico Ezio Della Torre, il bassista e sassofonista Pio Rodoni e il batterista Claudio Brunelli, decidono di continuare l’ attività, per cui si mettono alla ricerca degli strumentisti mancanti.
La fortuna vuole che, proprio tre componenti dei “Dixi” che hanno deciso a loro volta di continuare l’ attività musicale, siano proprio gli strumentisti mancanti.
Il chitarrista solista e violinista Remo Gandolfi, il chitarrista ritmico Gianni Cima e il tastierista e armonicista Edgardo “Dado” Gandolfi accettano di collaborare, nascono così, nella primavera del 1972, i biaschesi “Les Aiglons”.
Ezio, Gianni, Remo, Claudio, “Dado” e Pio
Dopo qualche altro anno nelle sale da ballo, decidono di cambiare rotta e dedicarsi a un genere più da concerto.
Arruolate quattro coriste, Luciana, Denise, Soraya e Daniela, in seguito sostituita da Lorena, puntano sul Blues e il Soul (John Mayall, Canned Head, Janis Joplin, Julie Driscoll con Brian Auger & The Trinity… ) suonando soprattutto in occasione di concerti di beneficenza organizzati da me. Da ricordare in particolare quello presso il Cinema di Acquarossa nel 1974 con Toni Vescoli delle Sauterelles, che da poco aveva iniziato la carriera da solista.
IL DOCUMENTARIO TSI
Edgardo “Dado” Gandolfi è stato fra i fondatori de Les Aiglons. Il figlio Michelangelo, per “Storie” (TSI), ne ha raccontato le vicende con il documentario “Mio padre era un hippy”, prendendo spunto da un album di foto.
È la storia di un uomo che, sposato, con due figli, a un certo punto della sua vita abbandona la strada prestabilita per percorrere quella del Beat e della creatività, di un complesso tra i primi a suonare il Blues dalle nostre parti e fra i principali protagonisti della scena musicale della Svizzera italiana dell’ epoca, degli anni ‘60 e ’70, delle guerre, delle contestazioni, dell’ emancipazione delle donne e di una gioventù che sognava un mondo più vivibile.
Il documentario è arricchito da un’ intervista al mitico bluesman John Mayall.