QUESTA È LA STORIA
DEL PUFFO E …
Per cominciare, un divertente aneddoto.
Quello che Adriano ha fra le mani è il … prestigioso – si fa per dire – “Goldener Hammerschlumpf”, il “Puffo d’ oro”, assegnato agli artisti ritenuti più meritevoli dai lettori di quella che per anni è stata la rivista pop svizzera maggiormente letta e diffusa, “Pop Rocky” (fra i tanti che hanno ricevuto il decisamente insolito riconoscimento c’ è persino Madonna!).
Lo consegnai al “Molleggiato” durante un’ intervista, nella sua residenza di vacanza, ad Asiago.
Le foto sono state realizzate da Massimo Pacciorini-Job, il quale, prima di mettere mano alla fedele Nikon, dovette attendere, se ben ricordo, che si finisse di guardare insieme spezzoni del film “Joan Lui”, di cui molto si parlò nel corso della piacevolissima chiacchierata.
Parte dell’ intervista, realizzata per la TSI, fu pubblicata pure da “Pop Rocky”.
Eccola.
IL MIO PRIMO IDOLO
L’ album “Il ragazzo della via Gluck” mio primo disco, regalo della mamma che conservo gelosamente.
È passato tanto tempo, ho fatto conoscenza con il “Molleggiato”, è nata reciproca simpatia.
Prima gli autografi, poi le interviste per giornali (in un’ occasione ho avuto il piacere di realizzare un servizio persino per il “Blick”), radio e televisione.
Una cosa tira l’ altra, si sa.
Ho cominciato così a seguirlo nei tour, l’ ho accompagnato in Germania per la presentazione del film “Il bisbetico domato”, sono stato nel suo chalet di vacanza di Asiago, nella residenza secondaria di Milano, sul set di “Fantastico” (Roma), a “Serata d’ onore” (Montecatini Terme) e fra il pubblico di “Adrian” (Cologno Monzese, Mediaset), a Galliate, provincia di Novara, ho visto le prove dei concerti che ha tenuto in Russia nel 1987.
“GEPPO IL FOLLE”
Nell’ estate del 1978 ebbi il piacere di assistere, allo stadio di Novara, alle prove e riprese di alcune scene del film “Geppo il folle” e realizzare una delle tante, indimenticabili interviste.
Dal canto suo, il fido amico Walter Piccoli effettuò uno splendido servizio fotografico, di cui vedete alcuni scatti.
Curiosità: nella scena in cui Geppo si esibisce allo stadio le comparse, tutte fans di Celentano, pagarono per assistere all’ esibizione del “Molleggiato”, e quindi per apparire nella pellicola.
Fu un concerto particolare, durante il quale, essendo Adriano pure il regista, si susseguirono interruzioni e divertenti fuori programma.
Durante le prove …
e in concerto
L’ INTERVISTA CON
IL TELEFONINO
Dopo quello della consegna del Puffo, vi racconto un altro divertente aneddoto.
Anni fa partecipai alla conferenza stampa di lancio di un album di cui non ricordo il titolo, a Milano, presso l’ ex edificio dell’ Azienda dei tram.
Per l’ occasione Rete Uno mi diede un registratore che fino a quel momento non avevo mai utilizzato e pertanto chiesi all’ amico Corry Knobel di essere della partita e fungere da tecnico del suono.
Ebbimo la fortuna di arrivare sul posto prima degli altri inviati e poter così trascorrere un bel po’ di tempo da soli con Adriano. Dopo una simpaticissima chiacchierata, decisi di passare all’ intervista. Purtroppo, da non credere, l’ apparecchio s’ inceppò! Inutile dire dell’ imbarazzo, sia mio che di Corry.
Chi la dura, però, la vince. Incoraggiato dalla collega Sarah Tognola, che in quel momento dagli studi di Lugano stava conducendo un programma e alla quale avevo raccontato l’ accaduto, tirai fuori dalla tasca il cellulare e, senza preoccuparmi di quel che avrebbe pensato il “Molleggiato”, mi avvicinai a lui e cominciai a porgli domande. La sua reazione, e quella degli altri numerosi e importanti presenti, fu di grande sorpresa, ma tanta tenacia, evidentemente, lo divertì e convinse a concedermi una lunga intervista, che andò in onda, in diretta, sulle frequenze di Rete Uno della Radio della Svizzera Italiana.
DALL’ ALBUM DELLE FOTO
A Ludwigshafen (Germania) per il lancio del film “Il bisbetico domato”, Zurigo (all’ Hallenstadion prima di un concerto e dopo un’ intervista per il “Blick”) e Firenze, fra le tappe del tour europeo del 1994
FRAMMENTI DA INTERNET
QUEL (RETRO) COPERTINA DI M …
Ricordate “Viola”, brano molto simile a “I Make Believe” di Clyde McPhatter, cantante dei Drifters?
Le prime copie del disco, poco dopo essere state distribuite ai negozi, furono ritirate, perchè la scritta “merda” sul retrocopertina non piacque alla censura.
“ADRIANO E CELENTANO.
UN PO’ ARTISTA, UN PO’ UOMO”
di Sergio Cotti
Dal primo Festival del Rock and Roll, il 18 maggio 1957, all’ ultimo disco inciso in coppia con Mina: questo libro racconta i sessant’ anni di carriera di Adriano attraverso la sua imponente discografia. Nel volume sono analizzati tutti i suoi album (comprese le raccolte ufficiali) e spiegate tutte le canzoni.
Alcuni capitoli sono dedicati alla storia del Clan, ai programmi televisivi che lo hanno visto protagonista come conduttore e ai messaggi che lo stesso Adriano ha lanciato attraverso le colonne dei più autorevoli quotidiani italiani.
Il libro è arricchito di interventi di alcuni personaggi dello spettacolo che in questi sessant’ anni hanno lavorato con lui, oltre che di aneddoti e rarità, che ne fanno uno strumento indispensabile per ammiratori e collezionisti.
Testimonianze e contributi, fra i tanti, di Al Bano, Massimo Moratti, Gianni Minà, Dario Argento, Cristiano Malgioglio, Paolo Beldì, Gianni Dall’ Aglio, Detto Mariano, Gino Santercole, Mario Zucca, Enzo Jannacci, Giuseppe Sala, Guido Vanetti e Giorgio Fieschi.
QUESTA INVECE È LA STORIA DEL CLAN. “CLIC” QUI
E ADRIANO … “CLIC” QUI
“COME ADRIANO”
Ai tempi del Clan l’ allora amico Don Backy e i Ribelli incisero, in onore del capo, “Come Adriano” (retro: “Serenata”), pezzo che tanto ricorda “Norwegian Wood” dei Beatles (composto in Svizzera, vedi articolo “John Lennon: primi rudimenti di sci a St. Moritz”).
UN “FUGGIASCO” RICORDA …
Di Guido Mario Pavesi
Riascoltare oggi “Come Adriano” e Serenata”, due canzoni che Don Backy incise nel 1966, oltre a richiamarmi alla memoria momenti di una capitolo particolare dei miei ricordi, sollecita inevitabilmente un approccio e riflessioni motivate fondamentalmente dal distacco temporale con cui le rivivo.
“Come Adriano” la devo collocare nell’ ambito del Festival delle Rose, terza edizione del concorso Rai per coppie di esecutori, trasmesso in diretta radiofonica dal 12 al 14 ottobre del 1966.
La canzone fu presentata da Don Backy e dai Ribelli, mentre noi Fuggiaschi eravamo in coppia con Ico Cerutti con la canzone “Vale più di noi”. Eravamo, noi Fuggiaschi, in prossimità della fine della straordinaria esperienza al fianco di Don Backy: decisione che avevamo appena comunicato e aveva lasciato un certo rammarico da ambo le parti. Nonostante sull’ etichetta della prima edizione del disco figuri ancora il nostro nome come esecutori, in realtà furono i Ribelli (come in altre occasioni) a incidere le due canzoni. E’ una testimonianza del fatto che Don Backy, come sempre, aveva cercato di valorizzare il nome del suo complesso: una scelta generosa, precedente al distacco annunciato, ben suffragata dal testo di Serenata: “Anch’io nel mio complesso ho due ‘Fuggiaschi’ che li portano così e a loro dico sempre: ‘ma tagliatevi le zazzere perché, si può suonare bene senza avere i capelloni fino ai piè…” Quello che appare evidente, era un atteggiamento critico – piuttosto comune nel Clan di allora – nei confronti della moda incalzante proveniente da oltre Manica, focalizzato sul look delle chiome ma anche sulle nuove tendenze musicali (“… smettiamo di seguire quelle impronte che non sono adatte a noi”).
Guido Mario Pavesi con Don Backy
Il tema dell’imitazione è centrale anche in “Come Adriano”, ma, in questo caso, in chiave positiva. Don Backy si propone di ispirarsi al modo in cui Adriano sta mietendo successi strepitosi e lo fa anche citando direttamente alcuni frammenti delle sue canzoni più popolari. Adriano, dunque, era ancora un faro e fraterno punto di riferimento per Don Backy che, in conclusione “confessa”: “… no, non si può imitare, non puoi toccare chi sta più su!” Riletta oggi, questa frase fa inevitabilmente ripensare a come la storia, anche nel volgere di poco tempo, possa assumere indirizzi impensabili.
Adriano con i Fuggiaschi. Il secondo, alla sua sinistra,
è Guido Mario Pavesi